
(AGENPARL) – gio 27 ottobre 2022 COMUNICATO STAMPA
Arriva “Il pastore 4.0”, dalla Calabria il progetto giovani per il rilancio delle aree montane
Presentato alla XII Convention Europea della Montagna di Euromontana e Cia-Agricoltori Italiani a Camigliatello Silano, con il presidente dell’Inps Tridico
Cosenza, 27 ott – Creare una nuova figura professionale da un antico mestiere, con un doppio obiettivo: coinvolgere le nuove generazioni e rilanciare le aree montane. Questo il senso del progetto “Il pastore 4.0”, presentato oggi alla XII Convention Europea della Montagna, organizzata da Euromontana con Cia-Agricoltori Italiani, in corso a Camigliatello Silano, nel Cosentino, sulle cime del Parco Nazionale della Sila.
Al contrario di Paesi come Francia o Spagna, in Italia non ci sono percorsi formativi dedicati alla professione di pastore. Un’attività fondamentale per la tenuta delle zone di montagna, sia sul fronte del presidio territoriale che su quello occupazionale, ma che oggi sconta la carenza di ricambio generazionale, con effetti negativi sulle imprese agropastorali e sulle filiere locali.
Ed è proprio in questo doppio gap che si inserisce “Il pastore 4.0”, fortemente voluto da Cia e realizzato di concerto con Inps e Regione Calabria da replicare su tutto il territorio nazionale, ovvero un corso di formazione ad hoc di due anni, teorico e pratico, per far nascere nuove figure specializzate e digitalizzate. Futuri pastori qualificati e più “smart” grazie all’uso delle nuove tecnologie, a partire da Gps e droni per controllare posizione e movimenti del gregge al pascolo e per monitorare quotidianamente il benessere animale fino ai pannelli fotovoltaici sulle stalle per ridurre le bollette energetiche. Scopo ultimo modernizzare il settore, renderlo più redditizio e appetibile per i giovani, nonché rivitalizzare le aree montane che scontano un progressivo spopolamento.
Un progetto innovativo, quindi, che riconosce l’importanza strategica della pastorizia di montagna per mantenere attivi e produttivi i territori; che prende un’attività tradizionale molto antica (60.000 allevamenti ovini che praticano la transumanza, inserita nel 2019 dall’Unesco nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità) e la proietta nel futuro, creando nuove opportunità per rilanciare le aree montane in chiave tecnologica, ma anche turistica ed enogastronomica. Con un legame sempre più stretto tra pastorizia e agroalimentare tipico, dalla produzione artigianale di formaggi alla vendita diretta in azienda fino alle tavole degli agriturismi.


