
COSENZA All’indomani dell’erogazione del prestito, gli indagati si adoperavano, anche con minacce ed intimidazioni, per il recupero della somma prestata, chiamata «mascherina, scommessa, paghetta, spesa, acqua, pane», restituita dalle vittime mediante ricariche di carte prepagate, assegni in bianco, e naturalmente denaro contante, in tranche settimanali e mensili, anche di modesto importo. L’attività investigativa ha portato alla luce un’intensa circolazione di denaro esercitata con capacità organizzativa e disponibilità finanziarie da parte degli indagati, i quali hanno approfittato dello stato di bisogno delle vittime, instaurando con questi rapporti continuativi e durevoli, al fine di imporre condizioni sempre più onerose. Nel corso delle indagini, inoltre, le Fiamme Gialle hanno ricostruito una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti, del tipo hashish, marijuana e cocaina, organizzata con modalità strutturate e, anche in questo caso. (News&Com)