
(AGENPARL) – Rma, 27 ottobre 2021 –
OMONIMIA, SENZA VERGOGNA!
Voglio raccontarvi come sono stato trattato nel sistema del voto. Io, Roberto Rossi nato nel 1953, ho partecipato negli anni passati a ben sette (7) elezioni dell’Ordine dei Giornalisti durante le quali non è mai sorto un problema di omonimia con il collega Roberto Rossi nato nel 1956, nonostante egli fosse già iscritto da molti anni all’Albo dell’ODG. Era noto a tutto il mondo giornalistico che il candidato di riferimento di tutti i voti dei miei elettori fosse sempre stato il sottoscritto, senza obbligo di specificare la data di nascita. Tutto questo fino a tre giorni prima del nuovo sistema di voto, non avendo mai nessuno contestato alcuna omonimia.
Ma, ascoltate bene cosa è accaduto. Ringrazio davvero molto il collega Roberto Rossi nato nel 1956 con il quale ho firmato congiuntamente, molti giorni prima del voto, una dichiarazione inequivocabile nella quale egli ha espresso la volontà di non voler essere assolutamente inserito nel sistema elettorale per le elezioni dell’Ordine dei Giornalisti del 2021. La dichiarazione congiunta è stata da me protocollata sia all’Ordine Nazionale che all’Ordine Regionale, ma tutto ciò non è servito a nulla.
Ripeto con grande chiarezza: è stato creato ed utilizzato un infantile escamotage contro di me. Spero di riuscire presto ad individuare il o i colpevoli. La notte del 24 ottobre, in fase di scrutinio, ho chiesto a tutti i Presidenti di seggio (3 per la precisione) di consultare il Regolamento Elettorale. Mi è stato risposto che le regole e le indicazioni erano state dettate dall’ “alto”, senza volermi specificare nomi e cognomi. Credo che fossero certi che nessuno avrebbe “resistito” all’ANNULLAMENTO di un tale numero di voti (circa una sessantina), che i Presidenti di seggio hanno definito “non assegnati” (contando sia quelli telematici che in presenza).
Altri 51 voti sono stati persi per errori elettorali. Comunque non sono riusciti a liberarsi di me nonostante questa vergognosa invenzione. Voglio pensare che tutto questo non sia accaduto solo perché un semplice Consigliere, ora costretto ad identificarsi come Rossi Roberto 1953, si sia permesso di chiedere al Consiglio dell’Ordine Regionale una trasparenza chiara e dichiarata per conoscere tutti i COMPENSI percepiti da ogni singolo consigliere, nei trienni e nei quadrienni passati (sia per il 2015/2017 che il 2017/2021), ovviamente, me compreso. E proprio in virtù della Legge, ho chiesto anche di pubblicarli sul sito dell’ODG Lazio, in maniera ufficiale, pubblica e trasparente. Questi i fatti, amici miei. Ci sono decine di persone e colleghi che sono al corrente di tutto ciò e che possono confermarlo. Sono certo che comprendiate che non mi è possibile rimanere in silenzio davanti a questo fatto, anche nel rispetto di chi mi ha sempre votato e senza ingannare la volontà dell’elettore che mi onoro di rappresentare. Purtroppo per “LORO”, io sono nonno di sei nipoti stupendi e non posso lasciare in dote brutti esempi di comportamento, segni di vigliaccheria o di paura. Da grandi capiranno tutto e meglio. Per ora andrò avanti per la mia strada, con il grande “Gruppo Gino Falleri – Giornalisti 2.0”. Per chiunque ne voglia far parte la nostra porta è sempre aperta. Come diceva infatti Gino Falleri: “Quando entrate nel mio ufficio lasciate sempre la porta aperta”, proprio in virtù della trasparenza. Grazie a tutti quelli che hanno creduto in me dimostrandolo con il voto (siete stati circa 400). Questo non lo dimenticherò mai!
Vi aspetto tutti al ballottaggio insieme a NOI del Gruppo.
Roberto Rossi