
CATANZARO “Sulla cura dell’ambiente – sottolinea – crediamo sia necessario riporre la massima attenzione, alla luce anche del fatto che in questo settore, sino ad oggi, hanno regnato le stesse perverse logiche che, in questi anni, hanno finito per paralizzare il settore sanitario. Un buco nell’acqua, poi, è quello che rischia di fare il Piano nazionale di ripresa e resilienza se il sistema idrico calabrese non trova la strada maestra per risolvere i tanti, troppi problemi che frenano il pieno sviluppo del suo reale potenziale”. “È questo – sostiene ancora Biondo – l’allarme che torniamo a lanciare all’indomani dei dati forniti dall’Arera (l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambienti) che, in queste ore, ha detto chiaramente che il perdurare di quelle inefficienze storiche, che segnaliamo da anni ai chi di competenza, rischia di allargare il divario dei servizi nel settore idrico integrato fra la Calabria e il resto dell’Italia. La Calabria deve uscire al più presto dal limbo normativo in cui si trova e, nel rispetto delle leggi nazionali, deve procedere a passo spedito verso quella riforma del settore che stiamo invocando da tempo. Questa è l’unica soluzione per ammodernare e rendere efficiente il sistema, razionalizzare le sue funzioni e la sua governance e salvaguardare la tenuta occupazionale del settore”. (News&Com)