
(AGENPARL) – Roma, 04 marzo 2021 –
PATTO PRODUTTORI – GOVERNO PER IL RILANCIO GREEN DELLE COSTRUZIONI.
La proposta lanciata ieri dal segretario generale della Fillea, oggi la prima adesione dell’Alleanza delle Cooperative.
“Serve una strategia condivisa per cogliere fino in fondo le opportunità di un’accelerazione delle opere pubbliche, dei superbonus, delle risorse del Recovery Fund al fine di un rilancio green del settore. Serve un “Patto tra Produttori e Governo” dove ognuno metta qualcosa”. Questa la sfida lanciata dal Segretario Generale della Fillea Cgil alle associazioni datoriali e al Governo ieri, raccolta subito dall’Alleanza delle Cooperative con una “piena adesione alla proposta Fillea.”
“Mentre tutti prevedono nel 2021 un rilancio del settore, aumentano i morti in cantiere (32 vittime da gennaio ad oggi, contro le 12 dello stesso periodo 2020) ed il lavoro irregolare. Eppure, mai come oggi, vi sarebbero le condizioni per rompere questa maledizione fatta da imprese sottodimensionate (il 90% fattura meno di 500 mila euro ed ha una media di 1,6 dipendenti), poca ricerca e formazione, aumento degli infortuni” spiega Genovesi, che chiede di “rovesciare il paradigma e scommettere su qualità ed innovazione, a partire da un piano straordinario per formare migliaia di operai e tecnici specializzati sul green building, attrezzando le scuole edili, la formazione professionale, la formazione tecnica (a partire dagli ITS) in grado di soddisfare la domanda di rigenerazione.”
Ma cosa serve per dare gambe al nuovo paradigma? Secondo Genovesi occorre:
- utilizzare la leva degli appalti pubblici per far crescere le aziende “basta con la logica del massimo ribasso per cui, se viene stabilito un costo di riferimento per un’opera, essa si può assegnare, poi, anche al 30/40% in meno, stritolando le imprese, spingendole alla destrutturazione tramite il sub appalto, ad orari massacranti, alla compressione dei salari e della sicurezza, alla ricerca di materiali scadenti. Le ingenti risorse a disposizione siano l’occasione per una “politica industriale” che qualifichi di più il mercato”;
- scegliere di lavorare usando la velocità buona “i principali colli di bottiglia non sono tanto nel Codice degli Appalti (che ogni volta che si cambia blocca il mercato e che già recepisce le direttive Ue) ma troppe stazioni appaltanti, con troppi pochi tecnici e troppa ridondanza nella fase autorizzativa. Il tema non è cambiare le regole (o destrutturarle) nella fase di assegnazione ed esecuzione, ma assumere subito, in via straordinaria, almeno 4-5 mila geometri, architetti, ingegneri e – a fronte di più controlli preventivi e a valle – avere più “silenzio assenso” nelle autorizzazioni”;
- garantire sempre più trasparenza: “è interesse di tutti combattere il luogo comune per cui nel settore ci sono solo mascalzoni. Al riguardo un armamentario c’è e si deve far funzionare ed altri strumenti si possono mettere in campo: dal positivo approccio “collaborativo” dell’ANAC, alle nuove linee guida anti mafia, al decreto (speriamo sia presto emanato) sulla congruità, che, insieme ad un potenziamento dei servizi ispettivi già rappresenterebbero una buona rete di “protezione”. Così come si dovrebbe introdurre la “patente a punti” di cui al dlgs. 81/2008 (mai attuata) per premiare chi investe in sicurezza insieme ad una più generale selezione all’ingresso (oggi serve un attestato per fare il barbiere, niente per aprire un’azienda edile)”.
“Noi come sindacato siamo pronti a fare la nostra parte – ricorda Genovesi – come abbiamo dimostrato con la sottoscrizione, l’11 Dicembre per le opere da commissariare, il 22 Gennaio per le opere del Recovery, di un accordo che dice “disponibili anche a lavorare h24, sette giorni su sette” ma in cambio “niente straordinari, così da produrre decine di migliaia occupati in più, anche per contribuire ad assorbire la fine del blocco dei licenziamenti che prima o poi ci sarà. Siamo certi che con il giusto senso di responsabilità, partendo dagli interessi generali del Paese anche molti imprenditori sono pronti a fare la propria parte. E’ il momento di valorizzare ciò che unisce per promuovere come ci chiede l’Europa più innovazione, sostenibilità, giustizia sociale” conclude il leader Fillea.