
MESSINA Guardia di Finanza e Dogana di Messina, tuttavia, non hanno abboccato ai tentativi di truffare lo Stato posti in essere, nonostante le molteplici attività dissimulatorie ideate dal gruppo e la maniacale attenzione rispetto ad eventuali controlli (…”vedi che ci sono 11 cardilli con 3 gabbie”, chiaramente riferendosi alle pattuglie della Guardia di Finanza), scoperte grazie a complessi accertamenti documentali e più penetranti indagini disposte dalla Procura della Repubblica di Messina ed eseguite dalle Fiamme Gialle, quali intercettazioni telefoniche, pedinamenti e video riprese delle varie fasi illecite. Nel dettaglio, l’attività d’indagine, positivamente vagliata dal competente Tribunale di Messina, permetteva di documentare come in alcuni casi, omettessero di prendere formalmente in carico, presso il deposito di Francavilla di Sicilia, il gasolio agricolo (a tributo agevolato), pur destinato a beneficio dell’impresa medesima, movimentandolo “sottotraccia” a beneficio di acquirenti finali che non avevano titolo di ricevere tale prodotto, ovvero svuotando i serbatoi dell’autocisterna in itinere; in altri casi, prendevano in carico, presso il deposito di Francavilla di Sicilia, il gasolio denaturato per l’agricoltura e lo cedevano, successivamente e illecitamente, a soggetti non spettanti, nonché diversi rispetto a quelli indicati nei documenti di vendita (i nominati D.A.S.), la maggior parte con sede nella provincia di Reggio Calabria, utilizzati unicamente per rappresentare formalmente l’asserita successiva alienazione (lecita) a terzi (agricoltori) aventi diritto. (News&Com)