(AGENPARL) – Roma, 23 aprile 2020 – Luigi Di Maio è senza alcun dubbio l’astro splendente nella gestione dei “palazzi romani“.
Nella definizione dei nuovi assetti dei consigli di amministrazione delle principali società pubbliche controllate dallo stato ha fatto la parte del leone facendo fare, anche a chi come il PD riserva molta attenzione alle nomine, la figura dei dilettanti.
Il ministro di Pomigliano non si è limitato a distribuire piccoli incarichi ma si è dato alla caccia grossa, garantendo la sopravvivenza per sé e per i suoi in caso di fine anticipata del governo, implosione del movimento o entrambe le cose insieme.
Dopo aver spostato l’asse geopolitico italiano verso oriente ha monopolizzato una delle più atlantiche società italiane: Leonardo.
A fare da bilanciamento al banchiere Profumo arriverà Luciano Carta, ma la vera mossa da maestro delle cerimonie è stata quella di far nominare Carmine America, in Consiglio di amministrazione che già presta la sua attività professionale alla Farnesina in qualità di “esperto di questioni internazionali, sicurezza e difesa”. Ma l’arrivo di America a Piazza Montegrappa è solo il primo di una serie di passaggi che, nel caso di fine dell’esecutivo, vedrebbe l’occupazione di altre poltrone importanti. Nel mirino ce ne sarebbe già una, quella di uno dei più stretti collaboratori di De Gennaro e grande amico degli USA, Paolo Messa.
Lo stesso schema di “nomina e occupa ciò che si libera” i grillini stanno cercando di replicarlo anche ai servizi, dove in vista del prossimo giro di poltrone stanno cercando di fare pressione su Conte. Al centro dell’attenzione c’è l’AISE, che con la Farnesina lavora spesso in tandem. In particolare, i posti di direttore sul quale il M5S accetterebbe la nomina bipartisan del generale Caravelli (ben vista anche dal Colle) e quella di vice direttore, lasciata libera da quest’ultimo e sulla quale Di Maio e Tofalo vedrebbero bene il generale Francesco Presicce. Il braccio destro del capo di stato maggiore della Difesa già da qualche tempo si sta interessando al “Forte” e nemmeno gli impegni dell’emergenza coronavirus l’hanno fermato.
Tanto è vero che il 19 marzo u.s., in piena emergenza, sono stati assunti alcuni suoi uomini fidati dal RUD, che dei servizi è l’anticamera. Il generale da sempre molto vicino all’ex ministro della Difesa, e al suo staff ma non altrettanto apprezzato dai vertici dell’arma azzurra andrebbe ad occupare una posizione di primo piano nella geografia dei servizi.
In un paese costretto a restare in casa e alle prese con il virus, il movimento del Casaleggio si sta dando un gran da fare dal 5G alla via della seta, dall’accoglienza dei russi alle app di tracciamento nel disinteresse di gran parte dei partiti, dimenticando che quando potremo uscire ci saranno alcuni temi che staranno li ad aspettarci primi fra tutti la Libia e l’Africa.