
(AGENPARL) – Roma, 08 aprile 2020 – E’ chiaro che la pandemia ridefinirà fra qualche mese un nuovo ordine internazionale per gli anni o forse per decenni a venire.
Ci saranno alcuni Paese che penseranno solo alle questioni interne, mentre altri guarderanno più lontano del loro naso.
Oggi sul tappeto ci sono alcune questioni che preoccupanti che dovranno essere risolte.
L’Unione europea ha subito un duro colpo, un’organizzazione incapace di generare una risposta coordinata, i paesi membri stanno prendendo le proprie strade e alcuni saranno schiacciati dal debito.
Nel frattempo, l’Organizzazione mondiale della sanità ha compromesso la sua immagine, accettando acriticamente la linea ufficiale imposta da Pechino sul virus.
Di fronte alla crisi economica e sociale, la diffusione del virus ha avuto come primo effetto quello di far crescere il fervore nazionale in molte parti del mondo.
Il collasso delle catene di approvvigionamento e per alcuni prodotti come le apparecchiature mediche farà correre ai ripari i Governo stimolando la produzione interna, un cambiamento sostanziale che già in alcuni Stati sta avvenendo.
Per tornare alla normalità ci vorrà del tempo.
La preoccupazione per le malattie infettive può durare anni, al di là quindi della fine dell’odierna pandemia. Le persone in preda ancora agli effetti del timore del virus, eviterà eventi pubblici su larga scala e inizierà a viaggiare molto tempo dopo che la pandemia si sarà calmata.
La depressione economica globale potenzialmente potrebbe durare mesi e amplificata dalle disparità di reddito, dalla disuguaglianza sociale e soprattutto dall’incompetenza dei governi.
Le prospettive pre-COVID saranno rimesse in discussione perchè si dovranno affrontare nuove sfide, come ad esempio l’accelerazione dell’automazione per la sostituzione del lavoro manuale.
Probabilmente si diffonderà la disinformazione che avrà come obiettivo quello di allargare le divisioni sociali e minare la democrazia in Occidente e nelle sue istituzioni.
Alcuni leader useranno la crisi per rafforzare il controllo interno.
Le conseguenze della disoccupazione e il numero di decessi da Coronavirus spingeranno le popolazioni di tutto il mondo a incolpare qualcuno per i loro improvvisi problemi finanziari ed affettivi.
Per le Nazioni di tutto il mondo è iniziato il gioco del «cerino»: se anche un solo paese rimane afflitto dal coronavirus, rimarrà una minaccia per il mondo e sarà ovviamente isolato dagli altri Paesi.
Lo Stato che trarrà maggiori benefici da questa situazione è la Cina, dove ha avuto origine il virus COVID -19 e i cui leader hanno soppresso medici e voci indipendenti per peggiorarne la diffusione.
Il presidente cinese Xi Jinping capisce che questa è un’opportunità irripetibile per aumentare la sua influenza a livello globale per i prossimi decenni. Pechino sta già sfruttando la sua posizione, intraprendendo una guerra di informazioni per screditare gli Stati Uniti e offrendo competenza e attrezzature mediche agli Stati in preda al virus, inclusi molti alleati americani tradizionali in Europa.
Per contrastare l’influenza della Cina occorreranno leader di spessore perché l’unica strada è fare qualcosa di grandioso come ad esempio varare un’importante programma – qual è stato il Piano Marshall- che si concentra sul far tornare il mondo indietro per commerciare, competere e viaggiare, attraverso un piano di liquidità finanziaria e collaborare allo sviluppo dei vaccini. E l’unica Nazione che può fare un nuovo Piano Marshall sono gli USA.