
(AGENPARL) – Roma, 25 gennaio 2020 – Con la sentenza della Corte di Giustizia Europea dell’11 settembre 2019 in merito alla riduzione del “costo totale” del credito in caso di estinzione anticipata del finanziamento si è aperto nel paese un ampio dibattito in tutto il settore dell’intermediazione creditizia che sta coinvolgendo direttamente gli stessi intermediari come erogatori del credito e i soggetti collocatori, agenti finanziari e mediatori, nonché gli stessi consumatori e indirettamente le istituzioni e le associazioni di tendenza.
In particolare la sentenza stabilisce che in caso di estinzione anticipata del finanziamento debbano essere restituiti al consumatore tutti i costi attinenti al momento dell’apertura del credito (spese up-front) e non soltanto le spese legate alla vita residua del prestito (spese recurring ), quali spese di istruttoria, oneri erariali, costi di intermediazione e ove previsti, i ratei assicurativi non goduti.
Tuttavia secondo il parere espresso dal responsabile del coordinamento degli agenti e mediatori di Federpromm, Daniela Pascolini e dal segretario generale Manlio Marucci l’applicazione di detta norma sul riconoscimento totale dei costi up-front al cliente in caso di recesso anticipato – aprirebbe di fatto un altro fronte di discussione che, assimilando il prodotto della cessione del quinto dello stipendio alla forma del mutuo – ove sia prevista la possibilità di “surroga” in corso di contratto nei confronti di altro intermediario che offre lo stesso prodotto a condizioni economiche migliori, stravolgerebbe i criteri assuntivi che sono invece specifici per ciascuno dei settori esaminati. Di fatto alla certezza e stabilità del rapporto lavorativo – coperto da polizza assicurativa – si equipara la negoziabilità di un bene durevole che rimette in gioco i vari strumenti esistenti nell’intero sistema del credito.
In merito la posizione di Federpromm è stata ampiamente espressa dopo un’ampia consultazione con la base – attraverso uno specifico documento inviato alle varie autorità – affinché si apra un tavolo di lavoro con tutti di stakeholder del settore per una corretta interpretazione della sentenza e fare in modo che, in sede legislativa, si apportino le modifiche necessarie per dare agli stessi intermediari gli strumenti utili che possano equamente riconoscere al consumatore i diritti determinati dall’applicazione di tale sentenza.