(Agenparl) – Roma 12 ottobre 2019 – L’annuncio arriva quando i leader indigeni hanno già concordato di organizzare i colloqui con il presidente ecuadoriano Lenin Moreno, mentre la protesta infuria per le strade di Quito che è stata messa a soqquadro dai manifestanti inferociti, dopo la decisione del presidente di revocare i contributi pubblici sui carburanti facendone aumentare i prezzi in modo considerevole.
Sabato, in un post su Twitter, Moreno ha dichiarato di aver organizzato il coprifuoco e la “militarizzazione” di Quito e dell’area circostante garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. La città sta per essere militarizzata, mentre sono iniziati gli scontri fra le forze dell’ordine del presidente ed i manifestanti.
Le misure hanno ulteriormente acceso le tensioni tra il presidente i gruppi indigeni ed i sindacati politicamente attivi del paese, che hanno anche chiesto le dimissioni del presidente Lenin Moreno. Poco prima che venisse imosto il coprifuoco, c’era stato un accordo per avviare i colloqui tra le parti.
La Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador (CONAIE) ha postato una dichiarazione su Twitter affermando di aver deciso di partecipare al “dialogo diretto” con Moreno.
Pochi minuti dopo la dichiarazione del CONAIE, il sindaco di Quito Jorge Machado ha dichiarato alla televisione locale che il governo “rivedrà” la legge che ha posto fine ai sussidi per il carburante. Dall’inizio delle manifestazioni, almeno cinque persone sono state uccise, migliaia i feriti e contusi. I manifestanti sabato hanno bloccato l’accesso stradale all’aeroporto internazionale della città e hanno dato fuoco all’ufficio del revisore nazionale mentre la polizia, ha risposto con lacrimogeni e proiettili di gomma e le autorità hanno imposto acqua e interruzioni di corrente in tutta la città.
Ieri il ministro dell’Ecuador ha dichiarato che le chiusure dei pozzi di petrolio da parte dei manifestanti hanno bloccato la produzione di oltre un milione di barili di greggio finora.