
(AGENPARL) – 10 ott 2019 – “Il fatto che ci siano rapporti commerciali con la Turchia, e che faccia parte della Nato, non sono elementi che possono in questo momento rendere accettabile un intervento militare.
L’Italia, l’Ue e tutti gli organismi internazionali devono battere un colpo forte: non possiamo accettare questa iniziativa militare.
Non è un’opzione accettabile e deve cessare.
Della questione della Siria ne abbiamo parlato anche nel corso del G7. È una situazione critica.
I migliaia di foreign fighters sotto il controllo dei curdi rischiano di essere liberati. Quindi paradossalmente anziché risolvere la questione dei terroristi la può aggravare ancora di più.
Ma quello che è prioritario è che non possiamo consentire che siano inflitte ulteriori sofferenze alla popolazione curda e siriana. Questo è inaccettabile.
Bisogna ribadire con forza che l’Unione Europea non può cedere al ricatto di rimanere esposta alla dispersione dell’ingente numero di profughi siriani che sono in Turchia pur di acconsentire a questa iniziativa militare. Sono due cose che non sono sullo stesso piano, tanto più che dell’accoglienza dei profughi siriani in Turchia l’Ue si è fatta carico economicamente.
LERNER: Sia con la Turchia sia con la Libia, l’Italia ha praticato l’esternalizzazione nei Paesi di transito del controllo dei migranti. Di recente Avvenire ha pubblicato un’inchiesta che dimostra che un capo della Guardia costiera libico era un torturatore. Pensa di doverne trarre le conseguenze? Questo metodo per cui paghiamo i leader esteri perché si tengano i migranti è un metodo che potrà proseguire?
“All’ultima assemblea generale a NY ho avuto un bilaterale con Guterres e pochi giorni prima avevo incontrato inviato speciale Onu in Libia. Con entrambi ho richiamato attenzione sulla necessità di intervenire per assicurare le migliori condizioni per le persone che sono in transito e sicuramente non è questa la soluzione, bisognerebbe impedire questi transiti. Ma per risolvere questo problema occorre intervenire nei Paesi d’origine, andare a risolvere i problemi sin dall’origine. Io sarò a Cernobbio sabato mattina perché c’è un progetto in Africa che è un progetto pilota, un nuovo modello di cooperazione che in prospettiva offrirà un lavoro a molti giovani africani e consentirà loro di rimanere nelle loro terre, lavorando e avendo una gratificazione con l’attività economica, rinunciando a questi viaggi della morte. Ma certo non è una soluzione facile”. Così il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte intervenuto telefonicamente a Piazza Pulita su La7