(AGENPARL) - Roma, 31 Ottobre 2025“Sempre, comunque e dovunque!” – il motto della Folgore non è mai stato soltanto una frase, ma uno spirito, un modo di vivere la missione, un marchio di dedizione assoluta. Nel 1992, durante la difficile e complessa operazione umanitaria in Somalia, questo spirito trovò la sua più autentica e concreta espressione anche nel lavoro silenzioso, instancabile e spesso eroico degli uomini del Battaglione Logistico Paracadutisti “Folgore”.
Molti ricordano le operazioni del “Col Moschin” e le azioni più note, ma non tutti sanno che anche nella presa dell’Ambasciata di Mogadiscio, momento cruciale di quell’intervento, erano presenti uomini del Logistico. Tra loro il Maresciallo Capo Franco Naccarato, il Maresciallo Maggiore Amedeo Gargiulo e il Sergente Maurizio Bertolo: uomini concreti, determinati, paracadutisti nel cuore prima ancora che nella divisa.
Come testimonia lo schizzo operativo realizzato all’epoca dal Tenente Colonnello Bertolini, allora Comandante del Battaglione “Col Moschin”, il contributo del Logistico fu fondamentale per il successo dell’operazione. Perché se il combattente conquista il terreno, è il logista che gli dà i mezzi per farlo.
E in Somalia, terra dura e devastata dal conflitto, i paracadutisti del Logistico dimostrarono un ingegno e una capacità di adattamento straordinari. Emblematico è l’episodio del “baratto delle razioni K”: il Maresciallo Capo Naccarato, insieme al Sergente Maggiore Tebano, riuscì a trasformare le nostre razioni da campo in preziosa merce di scambio con le truppe americane.
Una razione K italiana – nota per la sua qualità e, soprattutto, per il famoso “cordiale” (il liquore ufficiale dell’Esercito Italiano) – poteva valere fino a dieci brandine o poncho liner statunitensi! Un piccolo capolavoro di diplomazia e spirito pratico, che migliorò concretamente la vita operativa del reparto.
Gli americani, come ricordano i testimoni, andavano letteralmente pazzi per il nostro liquore, pronti a qualsiasi scambio pur di ottenerne qualche bottiglia.
Ma l’impegno del Battaglione Logistico non si limitò al sostegno materiale.
Lo stesso Maresciallo Capo Naccarato partecipò attivamente all’addestramento al tiro della nascente polizia somala, utilizzando armi recuperate in loco — oltre 700 PPS sovietici — contribuendo alla ricostruzione dell’ordine e della sicurezza.
Un gesto concreto, di solidarietà e di competenza, testimoniato da rare fotografie che lo ritraggono durante l’addestramento e nel servizio di scorta alla giornalista del TG1, Dott.ssa Carmen La Sorella, presente in Somalia come inviata speciale.
Come riportava un trafiletto de “la Repubblica” del 27 dicembre 1992, la missione italiana seppe distinguersi per professionalità, umanità e risultati tangibili.
E dietro ogni successo operativo, c’erano loro: gli uomini del Logistico, pronti a intervenire ovunque, a sostenere chi combatteva, a garantire che la macchina militare non si fermasse mai.
Oggi, a distanza di anni, è doveroso ricordare e rendere onore a chi, lontano dai riflettori, ha reso possibile l’impossibile. Il Battaglione Logistico Paracadutisti “Folgore” è stato e resta un esempio luminoso di efficienza, ingegno e spirito di corpo.
Perché ovunque sia necessario servire, costruire, riparare, garantire continuità e sostegno, loro ci sono stati, ci sono e ci saranno.
Oggi è tempo non solo di ricordare, ma di far sapere.
Perché come diceva un vecchio paracadutista:
“Il combattente conquista la gloria, ma è il logista che gli dà le ali per arrivarci.”
Diam l’ALI alla Vittoria. Sempre, comunque e dovunque!
Battaglione Logistico Paracadutisti “Folgore” — Somalia, 1992.





Quotidiano La Repubblica