
(AGENPARL) – Thu 25 September 2025 L’Assemblea legislativa approva il disegno di legge della Giunta che
recepisce le indicazioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza
(Acs) Perugia, 25 settembre 2025 – Il disegno di legge della Giunta
regionale relativo all’adeguamento del sistema integrato per il
mercato del lavoro alle prescrizioni del Pnrr è stato approvato
all’unanimità dall’Aula di Palazzo Cesaroni.
Illustrando l’atto, Luca Simonetti (M5S – presidente Terza
commissione) ha spiegato che “la maggior parte delle prescrizioni
del Pnrr in Umbria risultano già vigenti e disciplinate dalla legge
regionale n.14/2018, poi riformata dalla legge n.11/2021, che riguarda
la programmazione e l’attuazione delle politiche regionali in materia
di lavoro ed apprendimento permanente, partendo dalla centralità
della persona, dallo sviluppo delle capacità individuali e della
possibilità di effettuare ed esercitare le proprie scelte lungo il
corso della vita, agendo sulla qualità informativa, l’orientamento e
la partecipazione e valorizzando le competenze maturate lungo il corso
della vita. Lo schema di riforma si articola in sette articoli e segue
le linee guida che prevedono: una offerta formativa regionale
orientata a promuovere percorsi formativi finalizzati all’acquisizione
di competenze con particolare attenzione ai settori chiave della
crescita intelligente e sostenibile, tra i quali la green economy, la
blue economy e l’innovazione tecnologica. Una programmazione della
formazione improntata all’analisi dei fabbisogni formativi e delle
competenze maggiormente richieste nel mercato del lavoro con
particolare attenzione alle aree in cui si verifica il maggiore
disallineamento tra domanda e offerta di competenze. Le risultanze
delle analisi costituiscono progressivamente la base per la
programmazione dei percorsi formativi, dando priorità alle aree con
maggiore disallineamento tra domanda e offerta di competenze e
coinvolgendo le parti sociali ed economiche, anche attraverso la
promozione di Patti per le competenze. Una programmazione
dell’offerta formativa orientata all’implementazione di metodologie
e strumenti più avanzati per l’analisi del mercato del lavoro anche
attraverso l’elaborazione di stime sui risultati socio-occupazionali
previsti derivanti dall’attività formativa. Un sistema formativo
regionale orientato a riconoscere la formazione espletata in contesti
di lavoro, anche in percorsi formativi brevi, con particolare
attenzione ai settori chiave della crescita intelligente e
sostenibile, tra i quali la green economy, la blue economy e
l’innovazione tecnologica. Un sistema che promuova l’introduzione
di strumenti premiali e meccanismi volti ad incoraggiare un maggiore
coinvolgimento del settore privato in attività progettuali e
formative che prevedano la compartecipazione di soggetti privati. E
che valorizzi gli esiti delle indagini sui fenomeni e sull’andamento
del mercato del lavoro e che introduca misure di accompagnamento per
facilitare l’accesso ai percorsi formativi da parte dei soggetti più
vulnerabili e a rischio di esclusione”.
Il relatore di minoranza, Eleonora Pace (FdI), ha sottolineato che
“il termine imposto dal Pnrr, il 30 settembre, ha comportato
un’accelerazione che ha limitato di fatto il confronto con le parti
sociali e con gli operatori della formazione, che invece dovrebbero
essere un punto cardine del sistema. L’inclusione delle agenzie
formative non è un esercizio di stile, ma il riconoscimento di una
funzione concreta, dato che rappresentano il braccio operativo delle
politiche formative e del lavoro. La legge inoltre dichiara di non
generare nuovi oneri, tuttavia senza risorse aggiuntive il rischio è
che il tutto si traduca in un allineamento formale ma senza contenuto
effettivo. Al contrario, Regioni come la Lombardia e l’Emilia-Romagna
hanno già stanziato fondi dedicati alla sperimentazione delle micro
credenziali e dei Patti per le competenze, che rappresentano una vera
rivoluzione per il sistema formativo e per le politiche attive del
lavoro. Per avviare un modello partecipativo che supera la logica
della formazione calata dall’alto e la trasforma in uno strumento
condiviso, mirato e soprattutto pragmatico, servono però coraggio e
investimenti. Non basta quindi ricevere formalmente la milestone del
Pnrr, serve che la Regione Umbria creda davvero in questa prospettiva,
mettendo a disposizione risorse proprie o finanziandola con i fondi
europei. L’idea complessiva, quindi, dovrebbe essere di rendere la
formazione più flessibile e rapida, così che chi cerca lavoro possa
mostrare subito le competenze acquisite. Al netto delle criticità
sottolineate va però riconosciuto che ci sono comunque degli elementi
positivi in questo disegno di legge. La Regione si sta adeguando agli
standard europei. E va notato che comunque vengono rafforzati concetti
e presupposti già avviati dalla precedente amministrazione di
centro-destra. Si sta finalmente valorizzando il fatto che la
formazione debba andare nella direzione del lavoro, abbandonando
l’abitudine del passato di spendere risorse pubbliche per attività
formative di scarsa utilità per i cittadini e per le imprese. Viene
inoltre confermato che i partenariati nei progetti formativi,
specialmente quelli con le imprese, rappresentano un criterio
premiale. Dopo l’astensione in Commissione, annuncio quindi che, pur
continuando a contestare il metodo della poca partecipazione, il
nostro sarà un voto favorevole. Con l’auspicio che il percorso di
riforma dell’Arpal sia invece improntato alla partecipazione e alla
condivisione”.
L’assessore Francesco De Rebotti ha infine evidenziato che “si
tratta di un passaggio tecnico ma che precede la riforma complessiva
dell’Arpal, sia sulla governance (rispetto alla quale abbiamo
avviato la partecipazione) che nei contenuti di prospettiva. Rispetto
ad alcuni strumenti, come le micro-competenze, dobbiamo avviare un
percorso di ascolto delle imprese, che fanno fatica a trovare alcune
competenze. Servono quindi nuovi modelli di formazione ma anche
maggiore allineamento con le effettive necessità delle aziende.
Dobbiamo quindi implementare la formazione professionale, su cui
stiamo investendo risorse, anche per garantire spazi adeguati,
iniziando da Terni. Ci saranno nuovi percorsi formativi organizzati
dall’Arpal, che verranno pubblicizzati e promossi in questi giorni
nelle Università, che prevedono anche un riconoscimento economico per
gli studenti. Tutto ciò anche per raggiungere i target assegnati alla
nostra Regione ed evitare che i contributi nazionali spettanti
all’Umbria possano essere ridotti”.
Donatella Tesei (Lega): “La Regione Umbria, avendo raggiunto negli
scorsi anni gli obiettivi Gol, ha ottenuto risorse aggiuntive per le
politiche attive del lavoro. Importante proseguire in un’azione che ha
portato risultati importanti e positivi”. MP
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/80853
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