
Le autorità libiche hanno annunciato di aver liberato 104 migranti detenuti illegalmente nella città orientale di Ajdabiya, in un’operazione che ha portato all’arresto di cinque sospettati appartenenti a una rete internazionale di trafficanti di esseri umani. I fermati, cittadini libici, sudanesi ed egiziani, sono accusati di detenzione illegale, tortura e ricatto a danno delle famiglie dei migranti.
Secondo la dichiarazione dell’ufficio del Procuratore generale, le vittime erano sottoposte a gravi abusi fisici e condizioni disumane. Gli indagati restano in custodia cautelare, mentre le indagini proseguono per smantellare la rete criminale più ampia.
La Libia come hub di transito migratorio
La Libia resta un punto chiave per i flussi migratori verso l’Europa. Nonostante la diminuzione complessiva degli ingressi irregolari nell’UE, la rotta del Mediterraneo centrale è ora la più attiva e pericolosa:
- 28.000 migranti hanno raggiunto l’Italia dalla Libia nei primi sei mesi del 2025, quasi il doppio rispetto al 2024.
- 29.300 attraversamenti irregolari sono stati registrati nella rotta centrale, con un incremento del 12%.
- Il Mediterraneo centrale rappresenta ora quasi il 40% degli arrivi irregolari in UE, mentre le morti e le sparizioni in mare, secondo l’OIM, hanno raggiunto 846 vittime a maggio 2025.
I nuovi flussi: Africa Occidentale e Corno d’Africa
Anche la rotta del Mediterraneo occidentale ha visto una crescita dei flussi migratori provenienti da Paesi dell’Africa occidentale e del Corno d’Africa. Le principali nazionalità rilevate includono:
- Mali – 47,9%
- Marocco – 16,5%
- Somalia – 13,5%
Questi movimenti riflettono l’instabilità geopolitica e socioeconomica nelle regioni del Sahel e dell’Africa orientale.
L’UE fa pressione su Tripoli
Di fronte all’aumento degli attraversamenti, l’Unione Europea ha intensificato la pressione diplomatica sulla Libia affinché rafforzi i controlli di frontiera e combatta il traffico di esseri umani. L’UE continua a sostenere missioni navali come EUNAVFOR MED Irini, focalizzata sul monitoraggio dell’embargo sulle armi ma sempre più coinvolta anche nel pattugliamento delle rotte migratorie.
Tuttavia, le organizzazioni umanitarie mettono in guardia contro i rischi che corrono i migranti intercettati e riportati in Libia, dove molti subiscono abusi, detenzione arbitraria e sfruttamento.
La sfida per l’UE e per la Libia rimane quella di bilanciare la sicurezza dei confini con la protezione dei diritti umani, in un contesto di crescente pressione migratoria su Italia, Malta e altri Paesi dell’Europa meridionale.
