
(AGENPARL) – Thu 22 May 2025 Comunicato stampa
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**ECCO I 240 “PARADISI ITALIANI DEGLI UCCELLI”.**
**In occasione della Giornata della biodiversità, la Lipu presenta lo studio che aggiorna** **la rete delle aree più importanti per l’avifauna. Oltre 9 milioni di ettari**
**dove vivono specie a rischio, rapaci rari e uccelli marini.**
**Lipu: “Un passo avanti essenziale per individuare nuove aree protette**
**ai sensi della Strategia sulla biodiversità”.**
**L’inventario, che sarà presentato sabato 24 all’Assemblea dei 60 anni dell’Associazione, è pronto per l’invio al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin.**
**FOTO ALLA PAGINA**
[https://f5i0t.r.sp1-brevo.net/mk/cl/f/sh/SMK1E8tHeFuBmnl4adyKQUZDTgQy/9P4xJ2bUBjZ0](https://drive.google.com/drive/folders/1CmvtG04JXhtf5FGbER867s2aEzOQoxFO?usp=sharing)
**240 aree per oltre 9.3 milioni di ettari (+50%), 113 le nuove individuate che si aggiungono all’inventario del 2002, che nel caso dell’ambiente terrestre raggiunge il 23% del territorio nazionale**. Sono le Important and biodiversity areas (acronimo: Iba), i “paradisi degli uccelli selvatici” che la Lipu ha individuato, mappato in un nuovo inventario che descrive le aree ornitologiche più importanti in Italia per la nidificazione, la sosta e la migrazione degli uccelli selvatici, essenziali come riferimento per l’individuazione di nuove aree protette ai sensi della Strategia europea per la biodiversità. Lo rende noto l’Associazione nel giorno della **Giornata della biodiversità**, anticipando la presentazione dell’inventario che avverrà sabato 24 a Parma in occasione dell’Assemblea nazionale che celebra i 60 anni della Lipu.
Il nuovo elenco, che sarà inviato nei prossimi giorni al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin individua in Italia, appunto, **240 aree**, 75% delle quali terrestri e il 25% costiere e marine. Per quasi la metà (**113**) si tratta di **aree nuove rispetto all’inventario precedente** (2002), mentre **81 aree sono state modificate** riguardo i confini, l’habitat e i dati ornitologici raccolti. Gli ettari totali coperti sono **quasi raddoppiati** rispetto al 2002 (l’aumento è di circa 4 milioni di ettari), aumentando così in modo considerevole l’impronta geografica delle aree considerate essenziali per la protezione degli uccelli e della biodiversità.
Le regioni con il maggior aumento di questi preziosi siti ornitologici sono le **Marche** (+18 siti), la **Sicilia** (+16), la **Sardegna** (+15) e **l’Emilia-Romagna** (+13), grazie al miglioramento delle conoscenze ornitologiche locali, in particolare per le specie che necessitano maggiormente di strategie di conservazione. Tra le Iba più estese si registrano la **Maremma viterbese**, nel Lazio, il **Castel di Judica e Lago Ogliastro**, in Sicilia, e il **Monte Etna**, in Sicilia.
Elementi fondamentali per l’individuazione delle Iba sono **116 specie ma, in particolare, quelle a più alto valore conservazionistico** come la **gallina prataiola**, una specie della famiglia delle otarde, molto rara e presente nella sola Sardegna, dove soffre un forte declino nelle principali aree di riproduzione; **l’astore sardo**, una sottospecie di rapace endemica dell’isola omonima; l’**ortolano**, specie in forte declino e tipica degli ambienti agricoli marchigiani; e **l’albanella minore**, un rapace a rischio a causa della mietitura anticipata dei campi di fieno dove costruisce il nido. Ma anche la **coturnice, **la**coturnice siciliana, **la**berta minore, **il**marangone minore, **il**gabbiano corso **e il**lanario**. Sono stati inoltre riconosciuti nuovi habitat, tra cui steppe e zone collinari incolte che svolgono un ruolo cruciale nel sostenere queste specie.
Specie che fanno parte di quei due terzi delle 250 specie nidificanti in Italia che versano in uno **stato di conservazione sfavorevole**. Il 30% infatti di esse si trova in cattivo stato di conservazione, mentre il 33% in uno stato inadeguato. Un quadro che preoccupa aggravato dal fatto che l’Italia ospita ben 16 specie globalmente minacciate e per le quali dunque abbiamo una grande responsabilità.
Forte inoltre è il **declino dei passeriformi legati alle zone agricole** (come allodola, calandro, ortolano, stiaccino, averla piccola), come dimostrato dallo studio della Lipu, il *Farmland bird index*.
Non mancano però **azioni di conservazione** **positive** che la Lipu ha effettuato in questi anni, come quelle relative all’aquila di bonelli, il pollo sultano, la cicogna bianca, gli aironi (su tutti spatola e airone bianco maggiore), l’albanella minore, il grillaio e il falco cuculo.
“L’aggiornamento delle Iba arriva in un momento critico per gli obiettivi di biodiversità, sia a livello nazionale che in tutta l’Unione europea – dichiarano **Claudio Celada, direttore Area Conservazione natura della Lipu e Marco Gustin, responsabile Specie e ricerca della Lipu **- Con oltre il 30% del territorio italiano ora coperto da queste preziose aree, la rete contribuisce direttamente all’obiettivo 30×30 dell’Ue, ovvero proteggere il 30% del territorio e del mare entro il 2030.
“Mentre alcune delle Iba aggiornate si trovano all’interno di aree protette esistenti, come parchi nazionali o siti Natura 2000 – continuano Celada e Gustin – altre rimangono escluse da una protezione formale. E’ dunque necessario tradurre i dati di queste aree in azioni politiche e in una reale conservazione sul territorio. In particolare, molti dei nuovi siti nelle Marche non sono ancora sottoposti ad alcun tipo di protezione ufficiale mentre invece, in Puglia e Sardegna, così come in altre regioni italiane, le nuove Iba sono state incluse nel contesto delle aree di maggior valore ornitologico nel progetto di mappatura delle zone sensibili per l’eolico onshore di BirdLife International.
Il nuovo inventario delle Iba non deve essere solo un aggiornamento, ma anche uno strumento per agire. **Il monitoraggio di questi siti aiuta infatti anche a identificare le esigenze di ripristino**, garantendo un approccio più olistico che integra conservazione, ripristino e coinvolgimento della comunità. Ciò può garantire che gli obiettivi di ripristino della natura siano raggiunti in modo strategico ed efficace, in linea con il livello di ambizione del Regolamento sul Ripristino della natura e l’obiettivo 2 del quadro globale sulla biodiversità.
“Nei prossimi mesi – concludono Celada e Gustin – lavoreremo per valutare queste aree come aree chiave per la biodiversità, le Kba. Con un quadro più completo dei luoghi in cui prosperano gli uccelli e la biodiversità, potremo dare un contributo per garantirne la tutela e il futuro”.
“Celebrare i 60 anni della Lipu con la presentazione del nuovo inventario delle Iba è particolarmente significativo – dichiara **Alessandro Polinori, presidente della Lipu** – perché si tratta di un lavoro centrale rispetto alla missione che la Lipu porta avanti da 60 anni, ovvero la conservazione degli uccelli selvatici, e perché le nuove Iba sono uno strumento preziosissimo per agire, che le istituzioni devono utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia sulla biodiversità. Non solo: tutti noi dobbiamo impegnarci a garantire monitoraggio, vigilanza e tutela concreta, così da assicurare un presente e un futuro adeguati a quel patrimonio inestimabile che sono gli uccelli”.
**Tutti i siti aggiornati sono disponibili su**[BirdLife DataZone](https://f5i0t.r.sp1-brevo.net/mk/cl/f/sh/SMK1E8tHeG13Ewa1lo7oWJrxRz1E/Wf46z_YpDUNb), dove è possibile consultare schede informative dettagliate e mappe interattive.
22 maggio 2025
**Ufficio stampa Lipu-BirdLife Italia**
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Lipu Odv – Via Pasubio 3/Bis – 43122 Parma
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