
(AGENPARL) – Sat 10 May 2025 *COMUNICATO STAMPA*
*L’IMPATTO DEL TUMORE DEL RETTO SUL BENESSERE PSICOLOGICO DEI PAZIENTI*
*Uno studio esplorativo condotto dal Dipartimento di Psicologia
dell’Università di Torino, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera
Universitaria “Città della Salute e della Scienza” di Torino, ha indagato
l’impatto del cancro del retto e dei trattamenti medici sul benessere
psicologic**o*
Una ricerca condotta dal gruppo di ricerca *“ReMind the Body” del
**Dipartimento
di Psicologia* dell’*Università di Torino *in collaborazione con l’equipe
del reparto di *Radioterapia Oncologica dell’Azienda Ospedaliera
Universitaria “Città della Salute e della Scienza”* ha indagato l’impatto
del cancro del retto e dei trattamenti medici sul benessere psicologico dei
pazienti. In Italia, il tumore del colon-retto è il secondo più frequente
dopo quello della mammella. Le ricercatrici *Valentina Tesio*, *Agata
Benfante* e *Annunziata Romeo*, coordinate dal Prof. *Lorys Castelli*,
dell’*Università
di Torino*, hanno seguito per un periodo di circa 18 mesi dalla diagnosi
oncologica e dall’inizio dei trattamenti un gruppo di *43* pazienti che
avevano da poco ricevuto una diagnosi di cancro del retto localmente
avanzato.
Lo studio, durato due anni e culminato in due lavori pubblicati
rispettivamente sulle riviste scientifiche internazionali
*Clinical
and Translational Radiation Oncology*
e
Trauma: Theory, Research, Practice, and Policy*
analizzato l’impatto della diagnosi e dei successivi trattamenti previsti
per questa patologia oncologica non solo sulla qualità della vita e sui
livelli di distress psicologico (ossia sintomi ansiosi e depressivi), ma
anche sulla crescita post-traumatica (Post-Traumatic Growth – PTG), un
cambiamento psicologico positivo nelle priorità e nelle nuove possibilità,
nell’apprezzamento della vita, nella dimensione spirituale, nelle relazioni
interpersonali e nel senso della vita, conseguente al fronteggiamento di
circostanze di vita traumatiche che mettono in discussione le convinzioni
personali, come può accadere con una diagnosi di cancro.
Al fine di esplorare quali fattori medico-psicologici possano predire gli
esiti connessi al benessere psicologico di questa popolazione oncologica,
la ricerca ha seguito i pazienti e le pazienti durante l’intero percorso di
cura, che prevedeva la combinazione fra resezione chirurgica e trattamento
chemioterapico e radioterapico, rivalutando la condizione
medico-psicologica nelle seguenti fasi del trattamento: dopo la prima
visita radioterapica, durante la quale venivano comunicate le indicazioni
per la (chemio)radioterapia preoperatoria (T0 – diagnosi), almeno 1 mese
dopo la fine del trattamento preoperatorio (T1, in media 3 mesi dopo la
diagnosi), almeno 1 mese dopo la resezione chirurgica (T2, in media 6 mesi
dopo la diagnosi) e al follow-up di almeno 1 anno dopo la resezione
chirurgica (T3, in media 18 mesi dopo la diagnosi).
Alla valutazione iniziale i pazienti e le pazienti presentavano lievi
sintomi fisici di tipo intestinale e dolorosi, direttamente associabili al
tumore del retto localmente avanzato, con livelli moderati di distress
psicologico e ansia per la salute probabilmente dovuti al carico emotivo
iniziale connesso alla diagnosi di cancro e alla preoccupazione per gli
effetti collaterali dei trattamenti preoperatori, in particolare quelli
legati alla radioterapia, di cui i pazienti e le pazienti con cancro sono
spesso poco consapevoli, come emerge anche dalla letteratura precedente sul
tema.
Durante le fasi di trattamento attivo, si è evidenziato un *peggioramento
della qualità di vita*, in particolare dopo l’intervento chirurgico, al
quale è seguito un miglioramento nel follow-up a medio termine. L’ansia ha,
invece, mostrato una traiettoria molto più fluttuante, con livelli elevati
alla diagnosi che diminuiscono dopo il trattamento preoperatorio (solo il
10% presenta sintomi clinicamente rilevanti in questa fase), per aumentare
nuovamente dopo l’intervento chirurgico (il 27% presenta sintomi
clinicamente rilevanti in questa fase) e, infine, diminuire al follow-up.
Inoltre, se da un lato è stata confermata la forte influenza dei sintomi
fisici correlati al cancro e degli effetti collaterali dei trattamenti
sulla qualità di vita dei pazienti e delle pazienti, particolarmente al
momento della diagnosi e durante i trattamenti attivi, d’altra parte è
emerso che la reazione psicologica alle prime fasi di diagnosi e
trattamento (ossia gli stili di coping adottati per fronteggiare tali
eventi stressanti) fosse determinante nel predire la qualità di vita dopo i
trattamenti attivi e a medio termine.
Per quanto riguarda la crescita post-traumatica, si è riscontrato un suo
aumento progressivo nel tempo, suggerendo che il *processo di crescita
psicologica* si sviluppi gradualmente ma precocemente nei pazienti e nelle
pazienti con cancro del retto, per poi mostrare un aumento più
significativo tra la valutazione postoperatoria e il follow-up a
medio-lungo termine. Inoltre, i livelli di crescita psicologica iniziali,
ovvero quelli post trattamento preoperatorio, sono risultati essere il
fattore predittivo più forte dei livelli di crescita misurati al follow-up,
quasi un anno dopo, seguiti dagli stili di coping adottati nelle fasi
iniziali del trattamento. Considerata la scarsità degli studi che hanno
valutato longitudinalmente questa popolazione specifica sin dalle prime
fasi di malattia/trattamento, questo dato è nuovo e incoraggiante da un
punto di vista clinico, suggerendo l’importanza di sostenere e monitorare
la reazione psicologica e il processo di crescita psicologica positiva fin
dalle fasi iniziali della presa in carico oncologica.
*“Questo studio – *dichiara la Dott.ssa *Agata Benfante* *- si inserisce in
un ambito scientifico ancora poco approfondito e per il quale saranno
necessari ulteriori studi longitudinali al fine di implementare interventi
psicologici su misura e nei tempi più opportuni. La ricerca ha evidenziato
come le diverse fasi del trattamento oncologico mostrino specifiche
peculiarità, sia a livello di impatto psico-fisico, sia a livello di
risposta psico-fisica del soggetto, che possono avere ripercussioni nel
determinarne sul medio-lungo termine la qualità di vita e il benessere
psicologico. Risulta pertanto di fondamentale importanza monitorare le
risposte psicologiche nei pazienti e nelle pazienti con cancro del retto
sin dalla diagnosi e durante le diverse fasi del trattamento, per
identificare tempestivamente sintomi di disagio psicologico clinicamente
rilevanti, per promuovere risposte adattive al cancro e per sostenere il
processo di crescita psicologica”.*
*“La diagnosi di cancro* – ha aggiunto la Ricercatrice Dott.ssa *Valentina
Tesio* – p*uò non solo portare a esiti di salute mentale negativi, come il
disagio psicologico clinicamente rilevante, ma può, e deve, anche innescare
cambiamenti psicologici positivi, come la crescita post-traumatica, e sono
proprio le diverse caratteristiche intrapsichiche dell’individuo a
contribuire al suo adattamento alla malattia e ad influenzare gli esiti
psicologici. È, quindi, necessaria una valutazione in chiave
biopsicosociale, a partire dalla comunicazione della diagnosi, attraverso
tutte le fasi successive del processo terapeutico fino al follow-up, poiché
ogni fase presenta specificità fisiche e psicologiche. Sulla base di queste
specificità, i servizi di supporto dovrebbero essere adattati sia al
singolo individuo sia alla fase di trattamento, in particolare attuando
interventi preventivi e pre-abilitativi multidisciplinari e multimodali nei
momenti più opportuni per migliorare sia le reazioni legate al cancro che
la qualità della vita e la salute psicologica nel medio termine”*.
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Sezione Comunicazione Digitale e Media Relations
Area Comunicazione
Direzione Generale
Università di Torino
Area Relazioni Esterne e con i Media
Università degli Studi di Torino
Settore Relazioni con i Media