
Il Ministero degli Esteri tedesco ha rispedito al mittente le accuse del senatore statunitense Marco Rubio, che aveva definito “tirannia mascherata” la decisione delle autorità tedesche di classificare il partito Alternativa per la Germania (AfD) come organizzazione estremista.
“Questa è la democrazia”, ha scritto il ministero in un post su X (ex Twitter). “La decisione è il risultato di un’indagine approfondita e indipendente a tutela della nostra Costituzione e dello stato di diritto. Spetterà ai tribunali indipendenti l’ultima parola. Abbiamo imparato dalla nostra storia che l’estremismo di destra deve essere fermato”.
La replica fa seguito all’attacco frontale del politico repubblicano, noto per le sue posizioni conservatrici, che aveva accusato Berlino di reprimere l’opposizione con metodi autoritari: “Questa non è democrazia, è tirannia mascherata”, aveva scritto Rubio, sempre via social.
La polemica ruota attorno alla decisione presa venerdì scorso dall’Ufficio federale tedesco per la protezione della Costituzione, che ha ufficialmente inserito l’AfD nell’elenco delle organizzazioni di estrema destra. Secondo l’intelligence interna, molte delle posizioni del partito non sarebbero compatibili con l’ordine democratico libero e costituzionale previsto dalla Legge fondamentale tedesca.
Tale classificazione non implica il bando automatico del partito, ma consente ai servizi di sicurezza di attivare strumenti di sorveglianza più invasivi, come le intercettazioni e l’infiltrazione nei ranghi del partito. Sarà eventualmente la Corte costituzionale federale a pronunciarsi su un eventuale scioglimento.
Se venisse effettivamente messo al bando, l’AfD sarebbe il terzo partito politico ad essere sciolto nella storia della Repubblica Federale Tedesca, dopo il Partito Socialista del Reich (1952), che raccoglieva ex membri del partito nazista, e il Partito Comunista di Germania (1956), giudicato ostile all’ordinamento democratico.
L’AfD, fondato nel 2013, ha guadagnato ampio consenso negli ultimi anni, soprattutto nell’est del Paese, posizionandosi su posizioni fortemente critiche verso l’immigrazione, l’Unione Europea e la gestione del cambiamento climatico. La sua crescente popolarità ha sollevato preoccupazioni tra i partiti tradizionali e le istituzioni democratiche tedesche.
La risposta del governo tedesco alle critiche esterne vuole dunque riaffermare la legittimità e la trasparenza delle proprie decisioni: “Difendere la democrazia significa agire con fermezza contro chi vuole minarla, anche se ciò comporta scelte difficili”, ha concluso il ministero.