
(AGENPARL) – Tue 15 April 2025 (ACON) Trieste, 15 apr – “Ci troviamo davanti a un diritto
riconosciuto ma, purtroppo, non garantito. Un paradosso che si
scontra con il dolore di chi, vittima suo malgrado di una
condizione estrema, si ritrova a soffrire pene indicibili. E,
sebbene in qualche modo si possa lenire la sofferenza fisica
grazie alle terapie mediche, ? invece impossibile lenire quella
psicologica di chi si vede ormai impotente e indifeso rispetto
alla propria vita”.
La consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle),
attraverso una nota stampa, riassume in questo modo alcuni dei
concetti espressi in prima persona nel corso del convegno
pubblico ‘Fine vita – Liberi subito in Fvg e in Italia’ che l’ha
vista tra i protagonisti a Udine negli spazi del circolo
culturale Nuovi Orizzonti.
Prendendo spunto dal tema di partenza (“Dalla vicenda di Luana
Englaro alla sentenza Cappato, fino alla recente legge regionale
della Toscana: la lunga e accidentata strada verso il
riconoscimento del testamento biologico e del diritto
all’autodeterminazione nelle scelte sul fine vita”), l’esponente
pentastellata ricorda anche che “il Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia ? stato interessato da svariati passaggi
legati a questo tema importante. Siamo partiti da una mozione che
ricalcava quella presentata proprio dal Movimento 5 Stelle in
Veneto, poi mi sono personalmente approcciata in maniera aperta
per comprendere anche chi ha espresso punti di vista diversi e
sui quali mi trovo ben poco in sintonia”.
“Sul dolore atroce degli altri, tuttavia, non ? legittimo n?
questionare, n? tantomeno tergiversare. Noi ci siamo sempre
impegnati – precisa Capozzi – per addivenire all’approvazione di
una legge che consenta a chi ? afflitto da sofferenze
intollerabili di porre fine dignitosamente alla propria vita,
circondato all’affetto dei propri cari e assistito dal Servizio
sanitario nazionale”.
“Qualcuno sostiene, a torto, che si tratti di una norma per
tutelare il diritto alla morte. In realt?, quella che viene
proposta – sottolinea la rappresentante del M5S – ? una tutela
del diritto all’autodeterminazione, che offra la possibilit? di
poter decidere autonomamente della propria vita e del proprio
corpo. Quella sul fine vita ? quindi una legge di civilt? che
mette al primo posto la dignit? delle persone”.
“Viviamo in una Regione a statuto speciale, dove l’autonomia e la
specialit? – spiega ancora l’esponente pentastellata – ci
garantiscono delle prerogative preziose rispetto alle Regioni a
statuto ordinario. Tuttavia, nonostante ci?, siamo costretti ad
assistere a grandi paradossi. Come quando l’autonomia viene
invocata, per esempio, al fine di consentire al presidente
Fedriga di governare per un terzo mandato ma, al tempo stesso,
non ci consente di mettere in campo prerogative rispetto al fine
vita. Un argomento delicato, tanto scomodo quanto urgente, in
merito al quale abbiamo dovuto ascoltare considerazioni
discutibili secondo le quali, intervenendo a livello legislativo,
sorgerebbero differenziazioni rispetto ad altre Regioni su un
tema altres? legittimo sul quale, sempre secondo qualcuno, non
avremmo invece competenza”.
“La Toscana – conclude Capozzi – ci ha dimostrato con
lungimirante concretezza umana che era ed ? possibile
intervenire. Pertanto, possiamo affermare con delusa certezza che
in Friuli Venezia Giulia, al contrario, non vi ? stata la volont?
politica di fare altrettanto. Mi auguro, tuttavia, che a questa
palese stortura si ponga rimedio quanto prima, perch? in ballo ci
sono diritti costituzionalmente garantiti come
l’autodeterminazione che non possono e non devono essere traditi”.
ACON/COM/sm
151213 APR 25