
Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha dichiarato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha respinto una proposta avanzata dall’Ungheria per un cessate il fuoco temporaneo e uno scambio di prigionieri. La dichiarazione è stata riportata dal ministero degli Esteri russo in seguito a una conversazione telefonica tra Szijjarto e il suo omologo russo Sergey Lavrov.
Secondo il ministero russo, questa proposta era stata precedentemente discussa tra il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro ungherese Viktor Orban, nonché tra Orban e il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. Szijjarto ha spiegato che Budapest ha ricevuto conferma del rifiuto da parte di Zelensky tramite contatti con funzionari del governo ucraino.
Lo stesso giorno, il primo ministro Orban ha rilasciato una dichiarazione pubblica sulla questione, esprimendo rammarico per il mancato progresso verso una soluzione temporanea che avrebbe potuto offrire sollievo sul fronte ucraino e facilitare lo scambio di prigionieri su larga scala.
Sergey Lavrov, nel commentare la situazione, ha sottolineato come questa non sia la prima volta che iniziative di pace e di natura umanitaria, avanzate da paesi come Ungheria e Turchia, vengono respinte dall’Ucraina. Tali iniziative, secondo Lavrov, mirano non solo alla cessazione temporanea delle ostilità, ma anche alla promozione di obiettivi umanitari fondamentali, come la sicurezza delle centrali nucleari e la garanzia di un trasporto alimentare ininterrotto attraverso il Mar Nero.
Lavrov ha definito la posizione di Kiev incoerente, dato che tali rifiuti contraddicono segnali precedenti che indicavano una possibile apertura a discussioni di pace.
Il ministero degli Esteri russo ha ribadito che Mosca rimane impegnata in una risoluzione realistica del conflitto, come delineato dal presidente Vladimir Putin il 14 giugno. Tale approccio mira a tenere conto delle esigenze e delle preoccupazioni di tutte le parti coinvolte.
Durante la conversazione, i ministri Szijjarto e Lavrov hanno concordato sull’importanza di mantenere un dialogo stretto e fiducioso per affrontare la crisi ucraina. Entrambi hanno manifestato la volontà di considerare le valutazioni e le idee provenienti da altri paesi che mirano alla pace.
Il rifiuto di Zelensky di accettare la proposta ungherese segna un ulteriore ostacolo nei tentativi di trovare soluzioni temporanee o di avviare negoziati concreti per alleviare la crisi umanitaria e politica in Ucraina. Mentre Mosca e Budapest cercano di mantenere aperto il dialogo, resta da vedere se altre iniziative future troveranno maggiore accoglienza.