(AGENPARL) – mer 06 novembre 2024 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 06/11/2024, ore 11:45
Nota ai media!
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Link video (Consiglio provinciale di Bolzano/GNews): https://we.tl/t-Bp2nH8r7HU / /
I lavori del plenum vengono trasmessi in diretta sulla homepage http://www.consiglio-bz.org e sul canale YouTube del Consiglio provinciale. Su quest’ultimo è possibile interrompere lo streaming per rivedere i passaggi precedenti, in caso di interesse a specifici interventi. Alla pagina web http://www.consiglio-bz.org/it/filmati-delle-sedute-del-consiglio è disponibile invece, di norma dal giorno successivo alle riprese, una riproduzione strutturata delle stesse, con la possibilità di cercare e selezionare la discussione su un determinato atto e gli interventi dei singoli consiglieri/delle singole consigliere.
Consiglio
Lavori Consiglio: Insegnamento nella madrelingua 2, Laboratori protetti
**Mozioni di Süd-Tiroler Freiheit, Für Südtirol mit Widmann.**
È ripresa questa mattina, nel Consiglio provinciale di Bolzano, la trattazione della Diritto all’insegnamento nella madrelingua (presentata dai conss. Knoll, Atz Tammerle, Rabensteiner e Zimmerhofer il 07/10/2024), già avviata, con cui Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) chiedeva al Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano di 1. ribadire il diritto irrinunciabile all’insegnamento nella madrelingua, garantito dall’autonomia, e pronunciarsi affinché gli alunni possano godere anche in futuro di un’istruzione scolastica di alto livello qualitativo nella madrelingua; e di sollecitare la Giunta a 2. archiviare immediatamente il procedimento disciplinare nei confronti della dirigente della scuola Goethe di Bolzano; 3. eliminare la discrepanza di finanziamento tra scuola tedesca e scuola italiana, assegnando alle singole scuole risorse della stessa entità in proporzione al numero di alunni; 4. insediare la commissione paritetica prevista dal DPR n. 89/1983 e dal DPR n. 301/1988; 5. fissare un limite massimo per gli alunni che non conoscono a sufficienza la lingua d’insegnamento della scuola che frequentano, pari al 20% del numero complessivo degli alunni di ogni singola classe; 6. considerare inoltre la possibilità d’istituire, se necessario, classi scolastiche aggiuntive al fine di una distribuzione ottimale degli alunni; 7. a istituire corsi di sostegno linguistico per gli alunni che non sono in grado di seguire le lezioni regolari a causa delle loro scarse competenze linguistiche, orientandosi ad esempio sul modello “MIKA-D” (“Strumento di misurazione per l’analisi delle competenze – tedesco”); 8. ad adoperarsi affinché, al fine di un insegnamento linguistico ottimale, la lingua d’insegnamento sia parlata anche durante le pause nei cortili scolastici e nella comunicazione tra insegnanti e genitori. Knoll ha replicato all’intervento di ieri di Foppa, che aveva sostenuto che la proposta 8 le ricordava quanto raccontato da suo nonno relativamente ai tempi del fascismo, sostenendo che il facsismo voleva eliminare la lingua autoctona, la sua proposta voleva proteggerla.
Sandro Repetto (Partito Dmocratico) ha chiarito che il problema nasce nell’ambito della scuola tedesca, ma non si è mai posta la questione di un concetto generale legato all’articolo 19 e alla sua evoluzione. Ha quindi ricordato i numerosi progetti plurilingui della scuola italiana, aggiungendo tuttavia che essi non sono stati portati avanti in maniera massiccia, e quindi molti genitori italiani iscrivono i figli alla scuola tedesca. Lo stesso ex presidente Durnwalder aveva promosso questa scelta da parte degli stranieri, per evitare che andassero ad aumentare il gruppo italiano, trasferendo le scuole tedesche i centri di competenza linguistica. Ha poi segnalato il passo indietro fatto nelle scuole per l’infanzia con l’assegnazione degli interventi linguistici a una cooperativa da fuori provincia, e concluso che, invece che un tavolo tecnico della SVP, ci vorrebbe un tavolo delle tre Intendenze per portare avanti un progetto condiviso.
Zeno Oberkofler (Gruppo verde) si è rammaricato della polarizzazione della discussione, che avrebbe invece dovuto concentrarsi sulle politiche educative. Molti insegnanti sono stanchi, anche perché la scuola deve affrontare molteplici sfide: la sfida linguistica è solo una di tante, ci sono anche quelle della digitalizzazione, la carenza di personale, la necessità di accompagnamento per molti bambini. Ci vuole un miglioramento a livello sistemico. La scuola plurilingue come offerta aggiuntiva, senza togliere le altre, darebbe una risposta ai genitori.
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit), co-firmatario, sottolineando il successo dei patrioti negli USA, da cui L’Europa dovrebbe prendere esempio, ha chiarito che la lingua tedesca è sempre più sotto pressione e sta perdendo il treno. La proposta relativa ai cortili rappresenta secondo un insegnante un modo utile per imparare la lingua in modo giocoso.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA Wirth Anderlan) ha appoggiato la decisione della dirigente della scuola Goethe, perché il Sudtirolo ha bisogno di classi tedesche per bambini tedeschi. Il livello di istruzione sta diminuendo, e a Fortezza c’è il 100% di bambini stranieri nelle classi: questo mette a repentaglio la cultura autoctona e distrugge le basi dell’autonomia.
Harald Stauder (SVP) ha sostenuto che la SVP prende sul serio la tematica, e ha costituito un gruppo di lavoro che se ne occupa. Bisogna procedere con grandi sensibilità e conoscenze, consapevoli che la scuola rispecchia una società sempre più variegata e che gli insegnanti vanno sostenuti. Bisogna anche chiedersi perché tanti bambini italiani preferiscono la scuola tedesca. La SVP è contraria ai divieti, per esempio quello relativo ai cortili, è però d’accordo con il punto (1) sul diritto irrinunciabile all’insegnamento nella madrelingua e la garanzia di un’istruzione scolastica di alto livello.
Thomas Widmann (Für Südtirol mit Widmann) ha ritenuto che il dibattito fosse ideologico e sostenuto che la direttrice aveva creato questo progetto in buona fede, per rispondere ai timori dei genitori relativamente al ridotto apprendimento dei propri figli. Perché non è possibile che faccia il suo lavoro, promuovendo poi una valutazione al termine del progetto? Il procedimento disciplinare è stato esagerato.
Waltraud Deeg (SVP) ha condiviso l’idea di Widmann: bisogna passare dall’ideologia a soluzioni concrete. In Italia 60 milioni di persone parlano italiano, e solo 380.000 appartengono al gruppo ladino e tedesco, per questo lo Statuto ha tra i pilastri la garanzia della madrelingua: la SVP l’ha sempre portato avanti. Dalla propria esperienza di insegnante poteva dire che avere in classe alunni che non conoscono la lingua di insegnamento è problematico, ci vogliono corsi di lingua e buoni progetti; bisogna cercare soluzioni concrete insieme alle persone che lavorano a scuola.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha ritenuto che spesso il dibattito oggettivo non è quello che si vuole, perché la maggioranza sa già di respingere certe proposte. Le classi sono ormai da tanti anni eterogenee, soprattutto nelle città, e la SVP non può dire di essere l’unica di occuparsi del tema; è prevista un’audizione sul tema in aula promossa dalla competente commissione legislativa, con il contributo di molti gruppi consiliari. I patrioti erano contenti che i bambini con background migratorio frequentassero la scuola italiana, ma questo è un dono per l’autonomia. se si chiedono corsi, bisogna anche verificare se ci sono i fondi necessari. Il punto (8) va stralciato, per evitare una sorta di Stato di polizia nei cortili. La proposta non è molto utile.
Anna Scarafoni (Fratelli d’Italia) ha detto che “Knoll ha ragione su molti punti”, in primis sul fatto che il problema non è solo della scuola tedesca, ma della scuola della provincia in generale. lei stessa tiene alla propria lingua, cultura e tradizioni, che in questo momento, data la situazione della scuola, sono messe a repentaglio: il convitato di pietra è relativo al fatto che la natalitá degli autoctoni è molto bassa, al confronto di quella delle coppie di immigrati: “Fate i conti entro quanto la nostra società sará completamente subissata”. `Credeva che la provincia con la sua sbandierata autonomia si sarebbe protetta, avrebbe tutelato le proprie tradizioni relative al gruppo tedesco come a quello italiano: “Che cosa ne avete fatto di questa terra?”.
Hannes Rabensteiner (Süd-Tiroler Freiheit), co-firmatario, ha ribadito che la scuola tedesca è finanziata meno di quella italiana, aggiungendo che nelle città la scuola tedesca è in grande difficoltà e invitando a mettersi nei panni di un alunno che frequenta una scuola in una lingua che lui non conosce: ne risente la relativa istruzione, ma anche quella dei compagni, si creano gruppi che poi sul mercato del lavoro hanno dei problemi. L’integrazione è fondamentale e inizia nelle scuole, va bene separare la lingua per aiutarli a livello linguistico, come accade anche nei corsi di religione. Il consigliere ha difeso la proposta relativa ai cortili.
L’ass. Philipp Achammer ha sottolineato l’importanza di sostenere il tedesco standard, e contestato l’idea che la qualità dell’istruzione sia in calo: questo non è vero. È anche assurdo che si dica che il livello è basso ma gli insegnanti sono bravissimi, così come non bisogna credere che la scuola debba risolvere tutto; non c’è una bacchetta magica che possa esimere da un lavoro sociale o dalla comunicazione con i genitori. Ci sono già misure parallele, le classi si dividono e riuniscono per lavorare in modo diverso, vengono assegnati più insegnanti, ma ce ne vorrebbero di più. Va detto che nemmeno in Austria c’è una soluzione perfetta. In quanto alla proposta della commissione paritetica, la procedura prevista non va bene: si pensi a un bambino che in ottobre viene tolto da una classe per essere messo in una scuola diversa; anche imporre una lingua nella pausa, che è un momento di svago, è inaccettabile. Le scuole devono affrontare sempre più sfide, e si cerca di affrontare i problemi alla radice; è inutile fare un Consigio provinciale dei bambini se non si ascoltano le relative esigenze. La maggioranza è d’accordo col punto (1). Sven Knoll ha risposto che con la sua risposta Achammer dimostrava che il problema non erano gli insegnati, ma lui stesso come assesore, che non aveva nemmeno letto la mozione per dire delle falsità e che non era disponibile ad attuare quanto previsto dallo Statuto: aveva evidentemente perso il contatto con la realtà e le persone interessate. Il progetto del tedesco nei cortili è stato attuato in Germania, con grande successo anche relativamente alle competenze sociali, mentre il bilancio della scuola tedesca è catastrofico da quando Achammer è assessore. La mozione è stata messa in votazione per parti separate: respinte le premesse (8 sì, 20 no, 5 ast.), è stato approvato il punto (1) (33 sì – unanimità) e respinti a maggioranza gli altri punti.
Thomas Widmann (Für Südtirol mit Widmann) ha quindi presentato la Rafforzare i laboratori protetti e garantire personale specializzato (presentata dal cons. Widmann il 17/10/2024), con la quale proponeva di impegnare la Giunta provinciale 1. a raccogliere al più presto tutti i dati necessari al fine di valutare la situazione dei laboratori protetti e di adottare di conseguenza le misure necessarie; 2. a provvedere tempestivamente all’adeguamento degli appalti pubblici in corso agli aumenti salariali previsti; 3. ad avviare al più presto ulteriori adeguamenti al fine di portare le retribuzioni a livelli competitivi; 4. a intensificare, nel contempo, la ricerca di personale; 5. a individuare quanto prima, laddove necessario, nuovi o ulteriori spazi per i servizi sia residenziali che semiresidenziali; 6. a prevedere ulteriori contributi provinciali per i laboratori protetti. Le retribuzioni di educatori ed educatrici professionali, ha detto tra l’altro Widmann, non bastano per arrivare a fine mese.
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha detto di condividere lo spirito ma non l’articolazione della proposta, invitando a distinguere tra diversi servizi e situazione. L’adeguamento degli stipendi dovrebbe riguardare anche i servizi indiretti, come per esempio quelli delle pulizie, va intensificata la ricerca di personale e l’acquisizione del patentino secondo il modello che si sta attivando nella sanità, promuovendo anche accordi con Paesi esteri, promuovendone in cambio il benessere. Ulteriori contributi non vanno richiesti solo per i laboratori protetti, che al momento non hanno liste d’attesa, ma anche e soprattutto per garantire soluzioni adeguate al progetto di vita di singole persone. Egli ha chiesto la votazione per punti separati.
Alex Ploner (Team K) ha ringraziato Widmann per aver sollevato il tema, espresso stima per le persone che gestiscono strutture e progetti, come la Wunderbar, ed evidenziato la necesitá di promuovere l’ingresso di persone con disabilitánel mondo del lavoro, lamentando che non tutte le aziende rispettano gli obblighi di legge in questo senso, e anzi vengono premiate se e quando lo fanno. Bisogna ripensare tutto il sistema. Il Team K sosterrà la mozione.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto che va promosso anche l’apprezzamento di quanto fatto dai lavoratori, i cui prodotti dovrebbero essere maggiormente utilizzati, per esempio, dall’amministrazione provinciale.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA Wirth Anderlan) ha appoggiato la mozione, e segnalato la necessità di promuovere sufficienti incarichi per i laboratori protetti.
Dal banco dei consiglieri, l’ass. Magdalena Amhof (SVP) ha chiarito che esistono strutture delle Comunità comprensoriali e strutture coordinate da altri gestori, nelle prima si sta parlando di adeguare gli stipendi all’inflazione nell’ambito della contrattazione -nel contratto di comparto è prevista anche una figura professionale di accompagnamento al lavoro delle persone con disabilità, che permetterá di fare dei passi avanti anche nell’ambito dell’amministrazione provinciale.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha annunciato sostegno alla mozione, chiedendo all’ass. Pamer di indicare qual è la prospettiva delle persone con disabilità: i laboratori protetti devono essere una soluzione transitoria.
Anna Scarafoni (Fratelli d’Italia) ha parlato di un universo disabilità con tantissime sfaccettature, invitando a supportare in maniera diversa ogni categoria. I laboratori protetti possono essere nella vita di una persona disabile anche una sistemazione definitiva e un motivo di crescita, ma chi non ha problemi intellettivi vive un’altra situazione: benvenute sono tutte le intenzioni e le buone disposizioni, ciò non toglie che nonostante si viva in una provincia molto ricca e inclusiva, le pari opportunità sono sempre e solo in una direzione. esse vanno considerate anche per le persone con disabilità. Ha annunciato sostegno alla mozione.
L’ass. Rosmarie Pamer ha sostenuto che la questione è per lei una tematica chiave, e ha accolto l’invito a cercare nuove strade, sottolineando però che è necessario verificare prima la nuova normativa da Roma. Al centro dell’attenzione devono essere la persona e le sue capacità, nonché la vita autodeterminata e indipendente: per questo si punta all’assistenza personale. Quando si guarda ai laboratori, questo non è uno sguardo al futuro, ma verso lo status quo; bisogna tuttavia analizzare bene la situazione del personale; una delibera del 2023 prevede i criteri per l’abilitazione del personale e contiene nuovi profili professionali, tra cui varie figure di assistenti. In quanto agli appalti, con le cooperative sociali bisogna adoperarsi a livello comunale; si è sempre alla ricerca di personale qualificato e il contratto di intercomparto prevede misure a questo scopo. Importante è anche la flessibilizzazione dell’offerta di formazione. Nei prossimi anni si prevedono 100 ulteriori posti nei servizi residenziali, e viene promosso il passaggio dai laboratori protetti al mondo lavorativo, tramite assunzione che garantisca la copertura previdenziale.Nuovi progetti verranno sempre sostenuti, anche finanziariamente. La mozione va respinta, ma lei si impegnerà per la tematica anche in futuro. Thomas Widmann ha detto di non vedere grandi visioni, e dato ragione a Foppa: i laboratori devono essere un passaggio verso il mondo lavorativo, perché molti vogliono condurre una vita autonoma; tuttavia, questo obiettivo non vale per tutte le persone con disabilitá, e non si riesce ad andare incontro a tutte le richieste di un posto nei laboratori: ci sono 200 persone in lista d’attesa. Votata per parti separate, la mozione è stata approvata: le premesse con 18 sí e 17 no, il punto (1) è stato approvato con 19 sì e 16 no, il punto (2) con 19 sì e 16 no, lo stesso vale per il punto (3), il (4) con 19 sí e 15 no, il (5) con 19 sí e 16 no e così il punto (6).
(continua)
**MC**
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