La domanda di energia è in aumento del 37% al 2040. Servono investimenti fino a 800 miliardi di dollari l’anno nelle attività minerarie.
Online il nuovo numero di Progetto Manager dedicato alla transizione energetica
Con una domanda energetica mondiale che, secondo il dato più recente, si prevede in aumento del 37% entro il 2040, l’Europa deve correre ai ripari e raggiungere gli obiettivi ambiziosi che si è data per il 2030: ridurre del 40% i gas responsabili dell’effetto serra, ottenere almeno il 27% dell’energia da fonti rinnovabili, aumentare l’efficienza energetica del 27-30%. Ecco alcuni dati riportati nell’articolo di Enrica Battifoglia sul numero di Progetto Manager pubblicato oggi dal titolo “Materia prima”.
Il tema dell’emergenza climatica mondiale è “caldissimo” e richiede uno sforzo significativo da parte di tutti i Paesi. Come evidenziato dal World energy outlook 2023, la temperatura superficiale media globale è già superiore di circa 1.2 °C rispetto ai livelli preindustriali, con conseguenze preoccupanti in termini di eventi meteorologici estremi. È necessario cambiare rotta e, in molte realtà, sta emergendo un’economia dell’energia pulita che apre nuovi scenari e prospettive.
«Lo sviluppo delle principali tecnologie pulite richiede sempre più attenzione al tema dei minerali critici come litio, rame, nichel, cobalto, grafite e terre rare», evidenzia Laura Cozzi dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) nell’intervista concessa a Monica Dall’Olio. La domanda di minerali critici continua a crescere in tutti gli scenari, richiedendo fino a 800 miliardi di dollari l’anno nelle attività minerarie al 2040, nello scenario Netzero. Però, i progetti annunciati ad oggi – sottolinea ancora Cozzi – sarebbero sufficienti solo a soddisfare il 70% della domanda di rame e il 50% di quella di litio nel 2035 e non modificano l’elevata concentrazione geografica, con la Cina che mantiene una posizione dominante soprattutto nella raffinazione e nella trasformazione».
Nell’intervista ad Antonio Soriero, Claudia Brunori di Enea analizza gli impatti attuali e potenziali della circolarità: «La transizione verso un modello di economia circolare offre, nel complesso, rilevanti opportunità per l’economia, l’ambiente, l’occupazione e la competitività. La Commissione europea ha destinato oltre 10 miliardi di euro all’attuazione di questo modello e stima, per il nostro Paese, oltre 11 miliardi di risparmi a livello economico e ambientale in 20 anni, la creazione di più di 20 mila nuovi posti di lavoro a tempo pieno e una riduzione delle emissioni di gas serra di quasi 111 milioni di tonnellate».
All’intero del loro contributo, Gioia Tosti e Teresa Dina Valentini di Confindustria Energia evidenziano un concetto chiave per la transizione: l’efficienza energetica e lo sviluppo di tecnologie che consentano di ridurre le emissioni di CO2 sono possibili solo sostenendo investimenti in asset e fonti alternative, migliorando le tecnologie per fornire servizi energetici basati sull’autoconsumo o trovando soluzioni innovative per i cosiddetti settori “hard to abate”, comparti industriali particolarmente difficili da decarbonizzare o riconvertire.
E con l’obiettivo di decarbonizzare dobbiamo ripensare anche gli approvvigionamenti, in particolare dopo le crisi innescate dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina: anche su questi temi è incentrata l’analisi di Carlo Di Primio, Past President dell’Associazione Italiana degli Economisti dell’Energia.
Al microfono di Assunta Passarelli, i protagonisti di due aziende all’avanguardia raccontano i loro progetti. Alessandra Taccon di Silvateam e Daniele Gualandi di Lem Industries Spa spiegano come sia possibile fare business in modo sostenibile.
Da evidenziare infine il contributo di Alberto Zanobini, Coordinatore della Commissione energia e sistema elettrico di Federmanager, che descrive l’apporto della Commissione, in termini di indicazioni di sistema e di visione manageriale, ai lavori parlamentari propedeutici all’aggiornamento del Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) che l’Italia dovrebbe inviare alla Commissione europea entro fine giugno.
L’Editoriale del Presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, sviluppa una riflessione a valle della presentazione, lo scorso 20 maggio alla Camera dei Deputati, del Rapporto Cida-Censis, “Il valore del ceto medio per l’economia e la società”, mentre il Punto del Direttore generale Mario Cardoni affronta il tema dell’Intelligenza artificiale e delle sue diverse applicazioni nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale che si prospettano.
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