L’incidente nucleare del 2011 a Fukushima Dai’ichi in Giappone ha rappresentato un punto di svolta nella percezione e nella gestione dei rischi associati all’energia nucleare. Sebbene il settore nucleare stia cercando di emergere come fonte energetica a basse emissioni, l’ombra di Fukushima ancora si staglia, invitando alla riflessione su come affrontare incidenti ad alta improbabilità.
Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica iScience, offre una panoramica dettagliata dell’incidente, sottolineando la necessità di maggiori preparazione, formazione e protocolli per rispondere agli eventi di bassa probabilità. Questo studio, condotto da un team multidisciplinare composto da ricercatori del MIT, Svizzera, Giappone e Nuovo Messico, integra una vasta gamma di fonti per comprendere appieno le dinamiche di Fukushima Dai’ichi.
Uno degli aspetti chiave emersi dalla ricerca è la critica importanza delle misure di mitigazione e delle ultime linee di difesa. Contrariamente alla percezione comune, non sono state le fusioni del nucleo o le esplosioni di idrogeno a causare i maggiori danni radiologici, ma piuttosto il fallimento dei sistemi di ventilazione. In particolare, il meccanismo di rilascio della pressione, essenziale per filtrare i radionuclidi, ha dimostrato di essere fondamentale nelle unità in cui ha funzionato correttamente, mentre ha rappresentato una grave carenza nell’unità 2, provocando un rilascio non filtrato nell’atmosfera.
Questa analisi mette in evidenza l’importanza di considerare attentamente le modalità di mitigazione e di ultima difesa nelle centrali nucleari. È cruciale prestare attenzione non solo alla prevenzione degli incidenti, ma anche alla preparazione per affrontare le loro conseguenze in modo efficace. Come sottolinea il professor Haruko Wainwright del MIT, la resilienza è essenziale non solo nel contesto nucleare, ma in tutte le infrastrutture critiche per una società funzionante.
Un altro aspetto significativo emerso dalla ricerca è la necessità di aggiornare i protocolli di evacuazione e le strategie di risposta alle emergenze, imparando dalle lezioni apprese da altri tipi di disastri. Mentre gran parte degli sforzi di pianificazione si è concentrata sulla prevenzione degli incidenti nucleari, è altrettanto importante modernizzare le strategie di risposta per mitigarne le conseguenze.
Inoltre, il lavoro di ricerca sottolinea che, nonostante gli incidenti nucleari siano spesso dipinti come catastrofici, le conseguenze possono essere mitigate con una preparazione adeguata. Ciò richiede un impegno verso una maggiore conoscenza interdisciplinare e transdisciplinare, non solo nel settore nucleare, ma anche in altri ambiti critici della società.
In definitiva, le lezioni apprese da Fukushima devono essere integrate nella nostra comprensione della gestione dei rischi e nella pianificazione delle emergenze. Solo attraverso un approccio olistico e integrato possiamo prepararci all’improbabile e garantire la sicurezza delle nostre comunità e del nostro ambiente.
Un nuovo studio mappa come si è svolto l’incidente nucleare di Fukushima Dai’ichi e sottolinea l’importanza delle misure di mitigazione e delle ultime linee di difesa. Qui, gli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica visitano l’unità 4 della centrale nucleare di Fukushima Dai’ichi nel 2013.
Crediti:Foto: Greg Webb, AIEA Imagebank CC BY-SA 2.0