
(AGENPARL) – mar 09 gennaio 2024 *Iacob: appello sindacato rimasto ignorato *
*Psicologi: Formazione vs Professione *
*e la strana figura del Co-Tutor *
AUPI: proposta incomprensibile e di dubbia legittimità
*Con la legge 8 novembre 2021 n.163, per la Psicologia, al pari di altri
corsi di laurea, è stata prevista la laurea abilitante. Una vera
rivoluzione che dovrebbe conciliare formazione teorica e formazione
pratica. Un’opportunità per far crescere una nuova generazione di
professionisti psicologi formati sulle prassi e le competenze relazionali.
La laurea che già di suo è o, meglio, dovrebbe essere professionalizzante,
così riformata, dovrebbe diventare ancor più attrattiva e spendibile,
riducendo il tempo necessario per entrare nel mondo del lavoro.*
*Per fare questo le università hanno dovuto ripensare i percorsi formativi,
ed in generale, implementare un profondo riordino della disciplina
dell’insegnamento. *
*COSA DICE LA NORMA*. Il decreto interministeriale n.654 del 2022
stabilisce che i crediti formativi universitari (CFU) sono acquisiti con lo
svolgimento di un tirocinio pratico-valutativo (TPV) da svolgersi
all’interno del percorso formativo accademico, ribadendo la necessità di
incentrare le nuove lauree su aspetti pratici professionali abilitanti
tanto da declinarli in modo preciso e specifico quali: “attività pratiche
contestualizzate e supervisionate, che prevedono l’osservazione diretta e
l’esecuzione di attività finalizzate a un apprendimento situato e allo
sviluppo delle competenze e delle abilità procedurali e relazionali
fondamentali per l’esercizio dell’attività professionale. Tali competenze
si riferiscono agli atti tipici e riservati, caratterizzanti la professione
di psicologo anche ai sensi dell’articolo 1 della legge 18 febbraio 1989,
n. 56, e comprendono l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per
la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione, di
sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli
organismi sociali e alle comunità, nonché le attività di sperimentazione,
ricerca e didattica.”
*APPELLO AUPI IGNORATO*. In tempi non sospetti l’AUPI aveva segnalato la
necessità di creare sinergie tra tutti gli attori impegnati nel processo di
sviluppo dei nuovi percorsi, per sostenere i tirocini e farli diventare
un’opportunità di crescita generale per la professione e non un ulteriore
problema. Purtroppo, così non è stato. La rappresentanza istituzionale
accademica ed il CNOP hanno preferito ignorare l’appello dell’AUPI.
Ed infatti, oggi, assistiamo a mozioni/proposte che ci preoccupano
fortemente. La Conferenza della Psicologia-Accademica in data 19 dicembre
ha approvato un documento per “promuovere l’impegno del Co – Tutor”
proponendo alla commissione paritetica Università/Ordine l’approvazione.
Ci troviamo a dover discutere di una figura, il Co- tutor, non prevista da
alcuna legge e della quale non se ne comprende l’utilità/funzione.
Iniziamo però a capire a cosa serve, o meglio dovrebbe servire, il co-tutor
all’interno delle università. L’unica spiegazione che riusciamo a
intravedere è la seguente: l’accademia sembra avere pochi docenti che
possano svolgere le funzioni proprie dei tutor, poiché c’è un significativo
numero di docenti che non risultano abilitati all’esercizio della
professione.
*ENORME PASSO INDIETRO.* La proposta di istituire la figura del co-tutor
rappresenta, di fatto, un enorme passo indietro rispetto alla riforma che
istituisce la laurea abilitante. Riportare il tutoring all’interno
dell’università, in alcuni casi, svolto da docenti non abilitati
all’esercizio della professione e non iscritti all’Ordine snatura
completamente lo spirito della riforma oltre che essere suscettibile di
ricorsi sulla legittimità di tale figura.
Questa proposta immagina di poter far svolgere il tirocinio interno
supervisionato materialmente da un Professore
(Ordinario/associato/ricercatore) non iscritto all’Ordine degli Psicologi
locale, per poi farlo vidimare da uno “Psicologo” iscritto all’Ordine
locale.
Allo stato attuale non sarebbe esplicitata la funzione dello ‘psicologo’
chiamato a ‘vidimare’ il tirocinio. Cosa fa il co-tutor? Appone una firma a
conferma di una attività svolta dallo studente e della cui attività non ha
alcuna contezza?
*TRADIMENTO DELLE ATTESE.* Che rapporto si crea tra uno Psicologo co-tutor
con un tutor non iscritto all’Ordine professionale?
Il primo tradimento di questo orrore è la rinuncia a formare gli studenti e
i futuri professionisti così come previsto dalla legge. Le violazioni di
questa proposta sono molteplici, in primis la certificazione, di dubbia
legittimità, di una attività che non ha supervisionato direttamente; la
seconda è invece di ordine deontologico. In particolare, il co-tutor abdica
alla propria responsabilità professionale, aspetto fondante della
professione, e si espone sistematicamente alla violazione dell’articolo 6
del codice deontologico “La psicologa e lo psicologo accettano unicamente
condizioni di lavoro che non compromettano la loro autonomia professionale
ed il rispetto delle norme del presente codice, e, in assenza di tali
condizioni, informano il loro Consiglio territoriale. La psicologa e lo
psicologo salvaguardano la loro autonomia nella scelta dei metodi, delle
tecniche e degli strumenti psicologici, nonché? della loro utilizzazione;
sono perciò? responsabili della loro applicazione ed uso, dei risultati,
delle valutazioni e delle interpretazioni che ne ricavano. Nella
collaborazione con professionisti di altre discipline, la psicologa e lo
psicologo esercitano la piena autonomia professionale nel rispetto delle
altrui competenze.”
*PROPOSTA ACCADEMIA INCOMPRENSIBILE*. Una proposta, questa dell’Accademia,
molto strana, incomprensibile, con profili di dubbia legittimità e che
manca di una spiegazione logica e comprensibile. L’assenza di una logica
comprensibile e stringente dà adito ad interpretazioni malevoli del tipo:
la riduzione dei CFU causata dall’inserimento dei tirocini nel percorso di
studi, potrebbe creare qualche difficoltà/vuoto nelle ore di insegnamento,
difficoltà e vuoti compensati dal tutoraggio affidato ai docenti, iscritti
e non iscritti all’Ordine.
Siamo convinti che nulla di tutto ciò corrisponda al vero e di questo
chiediamo conferma.
La speranza di chi scrive è di essere prontamente e concretamente smentiti.
L’AUPI vigilerà su questa proposta che noi consideriamo pericolosa, e
segnalerà agli organi competenti ogni violazione deontologica e normativa
che dovesse emergere.
*Ivan Iacob, segretario generale nazionale AUPI*
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