
(AGENPARL) – mar 24 ottobre 2023 “In Italia la riduzione dei professionisti sanitari sta diventando sempre più una questione spinosa, per non dire scabrosa, non solo nelle corsie degli ospedali e nelle astanterie dei pronto soccorso, ma anche negli studi dei medici specialisti e in quelli dei professionisti di medicina generale. Le cause sono da ricercare nei fisiologici pensionamenti, nei licenziamenti a cui si aggiungono le vere e proprie fughe dei cervelli, diserzioni che spesso sanno di rinuncia e che si dirigono verso i lidi della professione privata o dell’offerta oltre confine” A dichiararlo Benedetto Magliozzi, segretario generale nazionale CISL Medici
“Una carenza, quella dei professionisti sanitari, che si ripercuote sulle prestazioni mediche, aumentandone inesorabilmente le liste d’attesa. Il cuore del problema sembra essere da ricercare nella programmazione delle nuove leve, dei nuovi camici bianchi. O meglio, in una pessima programmazione da parte delle regioni che ha di fatto depauperato il serbatoio di specialisti residui”.
“Dotazioni organiche e fabbisogni, pensionamenti, numero di migrazioni all’estero, aggiornamento delle banche dati degli ordini dei professionisti: sono questi i dati che, se correttamente confrontati e aggiornati, consentirebbero di conoscere la puntuale necessità degli specialisti da formare. Una soluzione lungimirante potrebbe essere quella di potenziare il ruolo del Ministero, in questo ingranaggio di controllo e supporto alle regioni in affanno” continua il segretario generale
“Ma, verifiche incrociate e dati alla mano a parte, occorre dare la giusta evidenza alle risorse, sia quelle umane che quelle economiche. I medici specializzandi vanno inquadrati con un contratto di formazione lavoro che prospetti loro un futuro attraente, un futuro basato su un progetto previdenziale e un percorso di carriera. Occorre predisporre una rete di ospedali per il training clinico che vada oltre le sole e ormai insufficienti strutture universitarie e che offra l’opportunità di fare un’esperienza concreta e mirata, anche sulla base della propria formazione di partenza. E qui, sul campo, sarà più agevole coinvolgere attivamente i giovani camici bianchi nel percorso clinico pratico in grandi ospedali: una formazione in trincea che porterà senza dubbio ad una maggior consapevolezza di una scelta sempre più vicina alle proprie attitudini.
E poi, come dicevamo, aumentare la quantità di risorse economiche su cui poter contare per la formazione, ricorrendo anche all’opportunità dei fondi europei.
E valorizzare, per l’ammissione alle scuole di specializzazione, maggiormente i titoli posseduti, come la materia della tesi di laurea o gli esami attinenti alla scuola di specializzazione” conclude Magliozzi “Non ultimo, predisporre un’agevolazione economica per una degna soluzione abitativa durante il percorso di specializzazione.
In conclusione, occorre considerare la spesa per la formazione come un investimento anziché un costo”.