
(AGENPARL) – mer 07 giugno 2023 *Dalla collaborazione tra Regione Puglia, Medici con l’Africa Cuamm e
Università di Bari nasce un modello efficiente di accoglienza e servizi
sanitari per i migranti*
*La clinica mobile per la cura dei lavoratori migranti nella provincia di
Foggia presente tra le 49 best practice segnalate dall’OMS*
E’ stato ospitato questa mattina presso il Palazzo della Presidenza
regionale il convegno *“Flussi migratori, modelli di accoglienza e servizi
sanitari”*, organizzato da Medici con l’Africa Cuamm in collaborazione con
la Regione Puglia e l’Università di Bari. L’incontro è stata l’occasione
per discutere l'attuale situazione dei flussi migratori nel mondo, nel
Mediterraneo e in Puglia ma soprattutto per confrontarsi sul modello di
accoglienza sviluppato dalla Regione con il contributo di Medici con
l’Africa Cuamm Bari e della Clinica di Malattie Infettive e Tropicali
dell’Università di Bari, riconosciuto lo scorso marzo dall’OMS come una
delle *49 best practice *nel campo della promozione della salute delle
popolazioni migranti e rifugiate.
Il progetto di una clinica mobile per la cura dei lavoratori migranti nella
provincia di Foggia, finanziato all’interno dei più vasti programmi
Su.Pr.Eme. e P.I.U. Su.Pr.Eme., ha ottenuto il riconoscimento dell’OMS in
quanto ha permesso di aumentare l’efficacia dei servizi erogati negli
insediamenti informali del territorio attraverso una stretta sinergia e
l’adozione di interventi integrati. Tale lavoro congiunto, avviato nel
2015, ha contribuito a rispondere ai bisogni sanitari della popolazione
migrante e rifugiata delle province di Foggia e Bari che vive in condizioni
igienico-sanitarie precarie, senza acqua corrente né elettricità, lontani
dai servizi alla persona, in condizione di estrema marginalizzazione
sociale. L’equipe sanitaria multidisciplinare a bordo della clinica mobile
ha potuto offrire servizi di screening e presa in carico di malattie
infettive per HIV e HCV, visite mediche di base e ginecologiche, sistema di
riferimento alle strutture sanitarie del territorio, supporto psicologico,
ma anche servizi di mediazione culturale e attività di educazione su temi
legati alla salute, in un’ottica di inclusione nel sistema sanitario
regionale.
Sono intervenuti per un saluto il presidente della Regione Puglia *Michele
Emiliano*, la prefetta di Bari *Antonia Bellomo*, l’assessore alla Città
solidale e alla Politica inclusiva del Comune di Bari *Francesca Bottalico*,
il presidente della Scuola di Medicina di UniBa* Alessandro Dell’Erba*
e *Roberto
Laforgia*, presidente CUAMM Bari.
“Un riconoscimento all'intelligenza, alla dedizione e al profondo
convincimento di tutta una comunità sulla necessità che alle parole seguano
sempre i fatti – ha dichiarato il presidente della Regione *Michele
Emiliano*, intervenuto in diretta video -. La Puglia da questo punto di
vista è certamente una delle regioni più avanzate d'Italia, abbiamo sempre
considerato le persone come tali, senza mai distinguere la loro condizione
legata al bisogno, alla necessità di salvaguardare la propria vita, la
propria libertà di poter progredire e costruire progetti di vita
approfittando anche delle condizioni di particolare benessere alle quali la
nostra comunità ha avuto accesso. Il nostro è un meccanismo che considera
il diritto alla salute come universale, senza distinzione di appartenenza.
Il dottor Venneri segue queste vicende da molto tempo, da quando purtroppo
abbiamo perso Stefano Fumarulo, che è stato il protagonista assoluto di una
rivoluzione che ha dato grandi risultati e consente alla Regione Puglia di
presentare alcune esperienze di gestione dell'accoglienza sicuramente
migliori di quelle dello Stato. Questa collaborazione con il Cuamm –
continua il presidente – la considero uno dei motivi di maggiore orgoglio
per tutti noi. Il volontariato non può agire senza il sostegno delle
istituzioni, il principio di sussidiarietà funziona a condizione che le
istituzioni sappiano cosa fare, come operare, come approfittare di questo
patrimonio dato dalle attività delle associazioni che ci aiutano tutti i
giorni a gestire al meglio le persone. Alcune di loro vengono da noi per
lavorare, alcune in maniera illegale, conoscete la posizione della Regione
Puglia su questo punto, fortemente contraria alla legge nazionale che
purtroppo ha trasformato il viaggio e l'entrata sul territorio nazionale in
un reato. In questo modo abbiamo consentito ad organizzazioni criminali di
ogni genere di creare mercati paralleli del viaggio, dell'alloggio, delle
forniture che vengono assegnate a queste persone in questi ghetti
spaventosi che ancora oggi sono purtroppo presenti sul nostro territorio e
costituiscono un elemento veramente insopportabile. Gli interventi che sono
stati fatti anche coraggiosamente durante la pandemia sono stati oggetto di
questo premio meritatissimo, per il quale tutta la Regione esprime la
gratitudine nei confronti dei protagonisti di questa bellissima storia”.
Durante il convegno hanno relazionato sulle loro esperienze *Lucia Raho* –
coordinatrice medica del progetto premiato, *Santino Severoni *-
coordinatore del Programma OMS Europa sulla migrazione e la salute, *Barbara
Siclari* – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dg
immigrazione, *Annalisa
Saracino* – direttrice Clinica Malattie Infettive Uniba, *Giovanni Putoto*
– responsabile programmazione Cuamm, e per la Regione Puglia *Rosa Barone*,
assessore al Welfare e *Rocco Palese*, assessore alla Sanità.
“Oggi stiamo celebrando un modello integrato che parte dalle attività delle
istituzioni, quindi dalla Regione Puglia, in collaborazione con il Cuamm e
con l'Università di Bari – è il commento dell’assessora *Rosa Barone* -.
Occorre creare un vero e proprio modello che possa prendere in carico le
situazioni precarie e particolari che vivono i nostri fratelli che sono
arrivati dall'altra parte del mondo. Persone che vanno assolutamente
tutelate garantendo una dignità e sicuramente un modo diverso di poter
intendere la vita quotidiana, al di là dell'aspetto sanitario e della
prevenzione. Tutto questo va visto in una maniera integrata, laddove ci
sono professionalità che possono avere una visione d'insieme. Il fatto che
l'OMS a marzo scorso abbia voluto premiare il modello integrato presente
nei ghetti, soprattutto nel periodo della pandemia, rappresenta un orgoglio
per la Regione. L'azione a più livelli è l'unico modo per poter dare
soluzioni alle persone che arrivano in Italia e vivono situazioni di
difficoltà”.
“L'iniziativa di oggi vede coinvolte importanti istituzioni come
l'Università, il volontariato e la Regione Puglia, operanti in un contesto
molto serio che è quello dell'accoglienza per i minori e per gli immigrati
– ha detto l'assessore *Rocco Palese *-. La Puglia ha una grande tradizione
di accoglienza essendo regione di frontiera, avamposto all'interno del
Mediterraneo. Un’esperienza che va non solo assecondata ma ampliata, in un
contesto che riguarda anche la formazione e l'assistenza socio-sanitaria e
sanitaria in particolare. Si rilanciano questi aspetti che per noi sono una
carta d'identità, non dimentichiamo che sulla situazione dell'accoglienza
negli anni passati la Regione Puglia è stata insignita della medaglia al
merito del valor civile da parte della Presidenza della Repubblica. Questa
è la linea da seguire, a maggior ragione per i minori non accompagnati o
nel contesto di tutte le attività sanitarie e socio-sanitarie che ci vedono
in prima linea. Siamo orgogliosi di avere riconoscimenti da parte
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dal contesto europeo, a cui non
sfugge la grande attività in questo senso da parte della Regione, che non
riguarda solo l'aspetto sanitario ma anche quello della formazione e della
cooperazione, cioè mettere insieme tutti gli attori. In questo senso penso
che il riconoscimento dell'OMS sia un ulteriore tassello che sancisce
quella che è l'azione che la nostra regione svolge a tutela delle persone
che soffrono”.
A illustrare le motivazioni del riconoscimento è stato* Santino Severoni*,
coordinatore del programma OMS Europa sulla migrazione e la salute: “Un
riconoscimento dell'ottimo lavoro che si svolge sul territorio. Un anno fa
abbiamo deciso di cominciare a raccogliere casi di buone pratiche da tutto
il mondo, ne abbiamo ricevuti 97, ne abbiamo selezionato 49 e fra questi ci
colpì quella pugliese perché il sistema regionale denotava una capacità,
una competenza tecnica e professionale nel far fronte a esigenze sanitarie
particolarmente complesse. Sul territorio esistono aree difficili da
coprire da parte dei servizi sanitari regionali e nazionali, qui la Puglia
ha inventato una collaborazione straordinaria tra istituzioni, terzo
settore, volontari, Università, che ha permesso di mettere in piedi un
sistema di assistenza regolare per popolazioni che hanno un ruolo economico
importante per la Regione. Penso ai lavoranti stagionali, spesso in
condizioni precarie dal punto di vista della documentazione di residenza,
quindi oggetto di possibile non tutela in ambito lavorativo. Riconosciamo
anche un trascorso qui in Puglia, che parte dal periodo di cooperazione con
i fenomeni che la legavano l'Albania, e questo ha prodotto una capacità
regionale che continua a lavorare anche con contesti differenti. Ora che
abbiamo incluso il progetto pugliese tra i 49 finalisti, rimarrà sulla
piattaforma, a disposizione di tutti i Paesi che vogliano replicare
esperienze simili o mettersi in contatto per replicare questa esperienza”.
La pubblicazione dell’OMS è scaricabile al link Promoting the health of
refugees and migrants: experiences from around the world (who.int)
Link video intervento Emiliano da remoto
*http://rpu.gl/y25NF <http://rpu.gl/y25NF>*
Link video dichiarazione Barone
*http://rpu.gl/WkQ04 <http://rpu.gl/WkQ04>*
Link video dichiarazione Palese
*http://rpu.gl/oTWn4 <http://rpu.gl/oTWn4>*
Link video immagini copertura
*http://rpu.gl/dqA9S <http://rpu.gl/dqA9S>*