
[lid] Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha espresso la disponibilità di Teheran a inviare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, aggiungendo che Teheran si aspetta che le Nazioni Unite intraprendano un’azione immediata e ininterrotta per aprire la strada alla spedizione di acqua, cibo e forniture umanitarie a Gaza.
Nell’ambito dei suoi sforzi diplomatici per discutere l’attuale situazione a Gaza con i suoi omologhi e funzionari di alcune organizzazioni internazionali, Amirabdollahian ha fatto l’osservazione mercoledì in una conversazione telefonica con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
Il massimo diplomatico iraniano ha affermato che quanto accaduto nei territori occupati della Palestina è un’iniziativa completamente palestinese, che affonda le sue radici nella guerra, nei crimini e nelle aggressioni commesse dal regime sionista, in particolare dal suo primo ministro Benjamin Netanyahu negli ultimi mesi.
Facendo riferimento all’attuale situazione nella Striscia di Gaza, ha osservato che Gaza è ora sotto completo assedio; pertanto, i bambini, le donne e la gente comune non hanno accesso all’acqua, all’elettricità, alle medicine e al cibo.
Inoltre, ha aggiunto, il regime sionista continua ad attaccare e a commettere crimini di guerra contro i residenti di Gaza.
Il segretario generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che l’ONU si è sempre opposta alle posizioni estremiste delle autorità israeliane e spera di poter porre fine alla crisi riconoscendo il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e all’instaurazione di un governo palestinese indipendente.
Riferendosi alla situazione inadeguata di centinaia di dipendenti delle Nazioni Unite a Gaza e al fatto che alcuni di loro hanno perso la vita nella guerra in corso, ha affermato che stiamo negoziando attivamente per evitare l’estensione del conflitto ad altre regioni.
Ha inoltre apprezzato la disponibilità dell’Iran a fornire aiuti a Gaza in coordinamento con la Croce Rossa Internazionale e le Nazioni Unite, ed ha espresso preoccupazione per la carenza di carburante nelle centrali elettriche di Gaza, nonché per la crescente probabilità di un disastro nella terra palestinese assediata.