(AGENPARL) – ven 28 aprile 2023 La cerimonia, aperta dal Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale della Farnesina, Ambasciatore Pasquale Terracciano, ha visto la partecipazione della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, della Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, dell’Ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar, del Presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, e dei discendenti di Giuseppe Castruccio. Presente in sala anche il prefetto Giuseppe Pecoraro, Coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo.
Il titolo di “Giusto tra le Nazioni” costituisce la più alta onorificenza al valore civile assegnata dallo Stato d’Israele attraverso il memoriale dello Yad Vashem di Gerusalemme. È un titolo preposto alla memoria degli eroi e dei martiri della Shoah e riconosce il merito dei non ebrei che si opposero alle persecuzioni e allo sterminio del popolo ebraico, mettendo a rischio la propria vita senza interessi personali.
Giuseppe Castruccio – dal 1943 alla guida del Consolato Generale d’Italia a Salonicco – organizzò il “treno della salvezza”, convoglio che trasportò centinaia di ebrei greci da Salonicco ad Atene nella zona di occupazione italiana, contribuendo così a salvarli dalla deportazione verso i campi di sterminio. Lo fece predisponendo falsi certificati di cittadinanza italiana.
L’operato di Castruccio si inserì nella più ampia azione condotta sin dall’ingresso in guerra dell’Italia nel 1940 dai vertici del Ministero degli Affari Esteri, i quali si impegnarono per impedire l’applicazione delle misure persecutorie nei confronti degli ebrei italianiresidenti nei territori controllati dalla Germania nazista. Alcuni diplomatici italiani – sfruttando questa direttiva di politica estera – tentarono di depotenziare le disposizioni legislative antiebraiche e di ostacolare l’applicazione della politica razziale anche nei confronti di ebrei non italiani.
Nel rendere omaggio alla memoria di Castruccio, ripercorrendone l’opera e la sua eccezionalità, la cerimonia ha inteso quindi ricordare anche gli altri uomini e donne del Ministero degli Esteri italiano che ebbero la forza e il coraggio, in quegli anni, di fare le proprie scelte sulla base dei valori superiori di umanità e giustizia.
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