
(AGENPARL) – mer 22 marzo 2023 Comunicato stampa del 22/3/23
STATTE
Torna Aperitivo d’Autore:
domenica mattina c’è Bruno Arpaia
Lo scrittore e traduttore, grande amico di Sepúlveda, è l’ospite del
format di Volta la carta. L’appuntamento è alla masseria Leucaspide
Nella prima domenica di primavera torna Aperitivo d’Autore, il format di Volta la
carta che per l’occasione ospita a Masseria Leucaspide lo scrittore Bruno Arpaia.
Autore di numerosi romanzi, grande amico di Luis Sepúlveda e traduttore dei libri di
successo di Carlos Ruiz Zafón e di altri importanti scrittori di lingua spagnola, Arpaia
presenterà in provincia di Taranto il suo ultimo libro, “Ma tu chi sei”, edito da
Guanda. Dialogherà con lui il giornalista Vincenzo Parabita, ideatore di Aperitivo
d’Autore. L’appuntamento è per domenica 26 marzo, alle ore 11, nella struttura
cinquecentesca in agro di Statte. Come consuetudine, i partecipanti all’evento
verranno coccolati da uno sfizioso aperitivo, stavolta preparato da Le Vetrine del
Gusto e abbinato ai vini della storica azienda Cantine Miali.
L’ingresso è con ticket esclusivamente in prevendita al seguente link
https://bit.ly/3ZvQk2U e nei punti vendita autorizzati Postoriservato. Sarà possibile
• L’AUTORE •
Nato nel 1957 a Ottaviano, in provincia di Napoli, Bruno Arpaia è romanziere,
giornalista, consulente editoriale e uno dei più importanti traduttori italiani di
letteratura spagnola e latinoamericana. Solo per citare qualche autore, ha tradotto in
italiano i libri di Carlos Zafón, “Il selvaggio” e “Salvare il fuoco” di Guillermo Arriaga,
“Patria”, “Anni lenti” e “Il rumore di quest’epoca” di Fernando Aramburu, diversi libri di
Arturo Pérez-Reverte, Javier Cercas, Gabriel Garcia Márquez, Leonardo Padura, Julio
Cortázar, Paco Ignacio Taibo II, Carlos Fuentes, Ignacio Martinez de Pisón, José Ortega
y Gasset, Camilo José Cela e altri. Per Guanda ha pubblicato “Tempo perso” (Premio
Hammett Italia 1997), “L’angelo della storia” (Premio Selezione Campiello 2001,
Premio Alassio Centolibri – Un autore per l’Europa 2001), “Il passato davanti a noi”
(Premio Napoli e Premio Letterario Giovanni Comisso 2006), “Per una sinistra
reazionaria”, “L’energia del vuoto” (finalista al Premio Strega 2011 e vincitore del
Premio Merck Serono), “La cultura si mangia!” (con Pietro Greco), “L’avventura di
scrivere romanzi” (con Javier Cercas), “Prima della battaglia”, “Qualcosa, là fuori”,
“Luis Sepúlveda. Il ribelle, il sognatore”, “Ma tu chi sei”, oltre a una conversazione con
Luis Sepúlveda, “Raccontare, resistere”. I suoi libri sono tradotti in molte lingue.
• IL LIBRO •
Un uomo, l’autore stesso, alle prese con l’età che avanza, con il futuro che si restringe
sempre più e con l’Alzheimer della madre ultranovantenne. Un romanzo in cui si
alternano il racconto commovente della malattia della madre, dai primi sintomi al
difficile trasloco in una residenza per anziani e alla perdita del passato, le confessioni
autobiografiche sullo spaesamento in un’epoca di Covid e di guerra, le riflessioni
sull’identità e sul timore della morte, e infine gli excursus sul funzionamento del
cervello e della memoria, sulla malleabilità e l’illusorietà dei ricordi, sulle ricerche
sull’Alzheimer. Il filo portante della narrazione è costituito dalle visite alla madre nella
residenza, con le sue domande ripetute in maniera ossessiva, i suoi rapporti con le
altre anziane, i suoi smarrimenti, le sue ostinazioni e i suoi capricci quasi infantili, le
crescenti difficoltà a riconoscere i nipoti o il figlio stesso, le dolorose lacerazioni
prodotte in entrambi dalla malattia. Bruno Arpaia sa tenere insieme con mano ferma
tutti questi elementi per costruire un unico racconto teso ed emozionante, non privo di
una soffusa e rassegnata ironia, in cui convergono molti dei dèmoni che ci assillano e
dei tentativi per sconfiggerli, ridefinendo e ampliando la nozione stessa di romanzo.
• LA LOCATION •
Storia e leggenda si fondono a Leucaspide in scenari di struggente bellezza. Nata nel
Cinquecento come masseria, fu acquistata nel secolo successivo dalle monache di
Santa Chiara di Taranto che la detennero per circa duecento anni. In quel periodo
l’uliveto della masseria divenne uno dei più imponenti del territorio, tanto da rendere
necessaria la costruzione di un trappeto per la trasformazione delle olive all’interno
della struttura stessa. Negli anni post-unitari, in seguito all’abolizione delle istituzioni
religiose, alcune proprietà ecclesiastiche passarono allo Stato e ciò accadde anche per
la tenuta di Leucaspide. Così nel 1869 l’italo-inglese sir James Lacaita, senatore del
Regno, la acquistò adibendola a suo ritiro estivo. Al suo interno ospitò importanti
personaggi dell’epoca: l’imperatrice Vittoria con le sue figlie, Giuseppe Bonaparte, il
direttore del Museo di Taranto Luigi Viola, Carlo Cacace e i feudatari più facoltosi della
provincia ionica. Tra i molti ospiti di rilievo va ricordata la presenza della scrittrice di
viaggio Janet Ross che subì il fascino di questo posto. In continuità con la tradizione
ottocentesca, la Masseria Leucaspide si propone, oggi come allora, quale suggestiva
location in cui celebrare eventi importanti. La struttura, immersa nel verde, si trova a
pochi chilometri da Taranto, in agro di Statte.
• I VINI •
Il vino fa parte della famiglia Miali da quattro generazioni. È il 1886 quando Elvino
Miali dà inizio alla storia dell’azienda, fondando la cantina e vinificando le uve della
Valle d’Itria a Martina Franca. Nasce una storia fatta di passione, di amore per la terra
e di un approccio artigianale per tutto ciò che si fa. Le etichette di Cantine Miali sono
attualmente 18, raggruppate in quattro selezioni che rappresentano altrettanti punti di
vista sul modo di fare vino: i Classici, Single Vineyard, Selezioni Speciali e Cru. Oggi,
Michele, Francesco e Marcello Miali rappresentano la quarta generazione della famiglia,
entrata in azienda alla fine degli anni ’90, e portano avanti l’obiettivo di aumentare la
diffusione dei vini pugliesi con un continuo aggiornamento tecnico, cercando la totale
qualità e la cura dei dettagli. Ogni anno si producono 400/500mila litri di vino e
vengono serviti undici diversi Paesi. Le uve principali sono la Verdeca, il Fiano
Minutolo, la Falanghina, il Primitivo, il Negroamaro, il Susumaniello e il Shiraz. Viene
esportato il 28% del fatturato totale.
Vincenzo Parabita


