
REGGIO CALABRIA Le indagini hanno consentito di accertare due distinti episodi analoghi per le modalità delle richieste estorsive segnatamente uno durante i lavori eseguiti su un cantiere in Mosorrofa e l’altro in Terreti, perpetrate dai menzionati soggetti che si presentavano nei citati luoghi impendendo, agli operai presenti sul posto, la prosecuzione dei lavori fin quando non avessero interloquito con i titolari dell’azienda per avanzare direttamente la pretesa estorsiva, intimando di riferire loro che si sarebbero dovuti “mettere a posto”, “parlando con chi dovevano parlare”. Lo spessore criminale degli odierni arrestati era conosciuto anche dai vari soggetti escussi come persone informate sui fatti, i quali hanno, anche per timore di eventuali ritorsioni, reso più volte dichiarazioni false o reticenti, smentite poi dalle captazioni ambientali. È inoltre emerso come i titolari della ditta, a causa delle insistenti pretese estorsive da parte di Antonio Riccardo Artuso, abbiano successivamente ritenuto di chiedere l’intervento di un loro operaio, Bruno Scordo, affinché si rivolgesse ad un “soggetto intermediario”, Pietro Sinicropi, altro soggetto molto vicino alla cosca Libri, che sarebbe riuscito nell’intento di far cessare le richieste dell’estorsore. (News&Com)