(AGENPARL) – ven 21 ottobre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[2a commissione: audizione di esperti sul bostrico](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt670635)
Consiglio – La commissione guidata da Locher ha ascoltato il direttore della Ripartizione Foreste Unterhthiner e l’esperto di pianificazione forestale Andriolo. L’intervento del presidente del Baurrnbund Tiefenthaler e le domande dei consiglieri.
La 2a commissione legislativa del Consiglio provinciale si è confrontata questa mattina con alcuni esperti del tema del bostrico. Il presidente Franz Locher ha spiegato che anche il legno è una fonte di energia, e il bostrico attualmente è un fenomeno che occupa moltissimo. Il tema preoccupa anche i contadini, di cui si dice che “il legno è la cassaforte”, a fronte del fatto che il 5% della superficie boschiva altoatesina pare attaccata dal bostrico, il che è molto: va considerato infatti che 400.000 m3 di legna vengono utilizzati per la falegnameria, ancora di più per gli impianti a cippato, e che l’economia forestale offre molti posti di lavoro. Sono 600.000 i metri cubi di legno normalmente utilizzati. Alla diffusione del parassita del bostrico hanno contribuito le alte temperature estive. Con l’audizione odierna si mirava a raccogliere informazioni su diffusione e gestione del fenomeno: ce ne sarebbe stata una seconda con esperti provenienti dall’estero. Locher ha quindi ceduto la parola agli esperti.
L’esperto dell’Ufficio Pianificazione forestale Alessandro Andriolo ha illustrato le caratteristiche del coleottero, detto anche “bostrico tipografo”, lungo circa 5 mm, molto robusto e diffuso quasi esclusivamente sull’abete rosso adulto. Esso sviluppa due generazioni l’anno, è in grado di masticare il legno in modo molto efficiente ma ha scarse capacità di volo e un apparato digerente rudimentale; vive circa 1 anno, è molto robusto, si riproduce velocemente e sopravvive anche alle basse temperature, sotto la corteccia o – in particolare in zone nevose – a terra, per riattivarsi in aprile a partire dai 16,5 gradi; riconosce un albero indebolito dall’albero sano da emissioni olfattive. L’albero ha strategia di difesa, per esempio la resina, ma non resiste a una colonizzazione di massa, che avviene con l’arrivo del maschio, il quale, attraverso messaggi ormonali, richiama le femmine (2 o 3 per ogni maschio) che costruiscono delle gallerie per la deposizione delle uova, cui segue lo sviluppo delle larve e quindi dei nuovi insetti; il tutto avviene in circa 6 settimane. Il tasso di proliferazione va da 1:40 a 1:64. Alla fine dell’attività riproduttiva, ⅔ dei bostrici adulti vanno a colonizzare un nuovo albero; la femmina è anche in grado di autofecondarsi. Il bostrico di per sé vivrebbe in equilibrio con l’ecosistema, infestando solo alberi indeboliti: il problema è quando esiste tanto materiale riproduttivo, cioè legname non rimosso, come dopo la tempesta Vaia o gli abbattimenti causati dalla neve. A quel punto, il bostrico è in grado di attaccare alberi sani, “ed è proprio la situazione in cui ci troviamo oggi”.
Il direttore della Ripartizione Foreste Günther Unterthiner, mostrando un’immagine aerea dei boschi danneggiati della Val Badia ed evidenziando la collaborazione con l’Università di Padova, ha dato un quadro della situazione attuale, in alcune aree drammatico; rispetto al numero di insetti per trappole, i dati in Alto Adige sono migliori rispetto alle regioni limitrofe; tuttavia, se a inizio 2022, in Alto Adige i m3 di bosco infestato erano 560.000 per circa 600 ettari: a ottobre sono 2,2 milioni di m3 per 5.400 ettari, principalmente in Val Badia, Anterselva, area di Brunico, Alta Val d’Isarco e Alta Val Venosta; con l’EURAC si sta procedendo alla delimitazione delle superfici. Le alte temperature dell’estate 2022 hanno favorito un rapido sviluppo del parassita. Il monitoraggio, con l’assistenza scientifica dell’Università di Padova con il prof. Battisti, prevede dal 2019 l’utilizzo di 100 trappole a feromoni, la partecipazione a PHENIPS (modello per valutare il rischio dell’attacco di bostrico) e 3 studi scientifici con UNIBZ e BOKU Vienna, anche con dati da satellite. La Provincia, nella consapevolezza dei rischi portati da Vaia, ha anche insediato il Gruppo di lavoro bostrico che si riunisce periodicamente: una task force interna in contatto con istituzioni scientifiche, le province di Trento e del Tirolo, le istituzioni provinciali. Importante è differenziare gli interventi a seconda che si tratti di bosco con funzione eteroprotettiva, autoprotettiva o superfici forestali residue. Fino a oggi, si è intervenuti con l’esbosco di materiale schiantato e danneggiato e i relativi contributi – considerando che se prima di Vaia si trattava di 600.000 m3, successivamente si è arrivati fino a 2,8 mio. m3 portati sul mercato, il risultato delle rimozioni è eccellente, anche perché si tratta di un lavoro pericoloso. Non tutto il substrato è stato però raccolto, e va considerato che anche le regioni confinanti avevano tantissimo legname inutilizzato. Tra le strategie di sostegno, 80€ vengono dati per l’albero esca, a fronte dei 24 € dati in Tirolo, mentre in Trentino e in Veneto non è previsto nulla; per la tutela del bosco protettivo è previsto un premio di superficie, mentre in Tirolo e Baviera si considerano altri parametri; il premio di esbosco locale è tra i 9 e i 16,5 €/m3 – attualmente non è aumentabile, forse lo sarà in futuro – in Trentino non sono previste misure, in Veneto la procedura è elaborata e di difficile accesso; le piantine per il rimboschimento sono messe a disposizione gratuitamente, in Baviera e Tirolo hanno un costo, e sono previsti contributi. Le condizioni climatiche estreme dell’estate 2022 hanno determinato un rapido sviluppo del fenomeno, e c’è il pericolo di nuove infestazioni per via del cambiamento climatico che comporta aumento della temperatura media e di eventi estremi, variazioni dei ritmi delle precipitazioni, ma anche a causa dell’invecchiamento dei boschi. Infine, l’esperto ha citato quali azioni d’intervento la condivisione delle conoscenze con il mondo scientifico (convegno a Bozano il 17 novembre), la cartografia delle superfici colpite all’autunno 2022, la definizione delle priorità, la prosecuzione del monitoraggio, la ridefinizione del premio di esbosco, cose di cui si occuperà il Servizio foreste. Previste anche cooperazione e confronto con i proprietari forestali, i Comuni, le organizzazioni turistiche, i partner del settore del legno, i cacciatori – per regolare la densità di selvaggina. L’abete rosso, in ogni caso, è tipico e autoctono: pure in futuro rimarrà la specie arborea principale; rimboschimenti sono già stati effettuati per 1,2 mio. di piantine forestali su 1.000 ha, inserendo anche la betulla; le misure di rimboschimento andranno combinate con costruzioni temporanee.
Evidenziando l’alta pericolosità dei lavori di esbosco, nonché le basse tariffe d’acquisto del legno, Franz Locher ha quindi dato la parola al presidente del Bauernbund – Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi, Leo Tiefenthaler, invitandolo a portare il punto di vista dei contadini. Questi ha evidenziato le difficoltà in particolare dell’agricoltura di montagna, a fronte del prezzo del latte rimasto stabile nonostante l’inflazione e l’aumento dei costi di produzione, in particolare in relazione a quelli dell’energia. Negli ultimi anni ci sono stati ulteriori danni, dalla tempesta Vaia agli schianti per via delle precipitazioni nevose allo sviluppo attuale del bostrico: il legname abbattuto da Vaia è stato rimosso in tempo record, più difficile è stato quello del legname abbattuto dalla neve. In particolare, era difficile raggiungere gli abbattimenti sui pendii: “Ringraziamo l’autorità forestale per quanto fatto finora, ma i contadini vanno sostenuti”, ha detto Tiefenthaler, invitando a considerare la funzione protettiva del bosco, che purifica l’aria e accumula l’acqua, ed evidenziando il valore di agricoltura e paesaggio per locali e turisti, e di rimando per tutta l’economia. Se è vero che lo sviluppo del bostrico proseguirà, ha concluso il presidente del Bauernbund, bisogna intervenire per minimizzare i danni, con sostegni adeguati; il Bauernbund fa la sua parte aiutando i soci.
Il dibattito
Successivamente, i componenti della commissione hanno posto delle domande agli esperti. Il pres. Franz Locher ha chiesto informazioni sulla velocità del prelievo del legname da parte delle stazioni forestali, che appare differenziata, la possibilità di intervenire chimicamente, gli eventi di sensibilizzazione, la liquidazione dei premi di esbosco agli agricoltori; Peter Faistnauer si è informato sui corsi di formazione per taglialegna, le relative disposizioni di sicurezza e una possibile campagna di sensibilizzazione proattiva; Hanspeter Staffler ha criticato le esternazioni dell’esperto svizzero Lüthi, che aveva chiesto rapidi abbattimenti nelle zone colpite, e chiesto dati sulle risorse economiche disponibili, le modalità di rimboschimento, la scarsa varietà di piante, la funzione protettiva degli alberi morti, le cosiddette “reti velenose”; il vicepresidente Manfred Vallazza ha chiesto se offrendo un’alimentazione sostitutiva si può deviare l’attenzione del bostrico dalla cellulosa delle piante. Presenti erano anche Magdalena Amhof, Andreas Leiter Reber.
L’abbattimento del legname danneggiato è prioritario per fermare la diffusione del bostrico, ha detto il direttore Günther Unterthiner, ma questo funziona solo in caso di rimozione completa, e ciò con gli avvenimenti del 2019-20 non è stato possibile, quindi si è arrivati a una situazione pandemica. Non sarà possibile pulire come in passato; non si era preparati a una situazione di questo tipo. In quanto all’utilizzo di prodotti fitosanitari per combattere la diffusione del bostrico, considerando che esso vive soprattutto sotto la corteccia, questo è difficile: non si può intervenire dall’alto, e bisogna considerare effetti collaterali non giustificabili. In Germania ci sono stati 180 milioni m3 danneggiati dal bostrico negli ultimi anni, ma non si sono utilizzati fitosanitari, al contrario di quanto accade per la processionaria, che si muove nelle chiome. Anche spruzzare fitosanitari dal basso non è considerabile, perché si tratta di altezze di 20 metri. È determinante portare il legname morto fuori dal bosco: per questo, si era cercato di convincere i proprietari a fare ciò per ottenere i contributi. Fondamentale è la manutenzione delle strade forestali, più che costruirne di nuove. Quest’anno c’erano stati oltre 100 incendi boschivi, mentre di solito se ne avevano un quinto: anche questi erano stati eventi negativi per i boschi. La cosa migliore per i boschi è una gestione attiva e sostenibile, una rigenerazione è utile, ma non deve andare a danno della biodiversità. In quanto alla liquidazione dei contributi era necessario segnalare il Codice Unico di Progetto – CUP, il che aveva reso più macchinosa la procedura: questo il motivo dei ritardi, che ora però sembrava risolto. In merito agli impianti di teleriscaldamento, 76 in Alto Adige, il relativo fabbisogno – 700.000 m3 – è talmente alto che non si può coprire con legname altoatesino; ecco perché i grandi impianti hanno contratti a lungo termine da cui non possono recedere, anche se ora l’offerta è grande. Andrebbe ripristinato il contratto quadro per la biomassa. Un problema è il deposito di legname: bisogna mettere a disposizioni superfici agricole a questo scopo, ma ciò non avviene con grande facilità. Il Servizio foreste effettua valutazioni specifiche per ogni situazione e sito, da qui la differenziazione degli interventi; a volte un taglio immediato è controproduttivo, per via della presenza degli antagonisti al bostrico, il cui ciclo biologico deve essere rispettato. Importanti, in quest’ambito, sono le attività di sensibilizzazione e informazione. I corsi per gli operai boschivi ci sono, ma il fabbisogno è più elevato dell’offerta; sono presenti anche ditte straniere con le quali la collaborazione non è così semplice, anche perché a volte fanno pressione su superfici boschive che dovrebbero essere conservate: in questo senso, i corsi diventano ancora più importanti, e a breve ci sarà presso la stazione forestale Latemar una selezione pubblica di operai da formare nella primavera 2023. L’esperto svizzero Lüthi, con cui egli si era confrontato, forse avrebbe dovuto contattare la Ripartizione Foreste prima di rendere pubbliche le sue riflessioni: confrontare la situazione svizzera con quella locale non era così facile; non era corretto neanche che i media citassero sempre solo un esperto, trascurando altre posizioni. Procedendo al rimboschimento, bisogna considerare l’eterogeneità; informazione e sensibilizzazione non sono l’attività primaria degli esperti della Ripartizione, che ha bisogno di professionisti dell’informazione: si è quindi deciso a un certo punto di appoggiarsi al professionisti e di promuovere serate informative. In quanto alle “reti velenose”, Alessandro Andriolo ha spiegato che si tratta di reti nere impregnate con una sostanza tossica al contatto, che emette uno stimolo olfattivo che attrae il bostrico. Costa 70 € al metro e c’è bisogno di 30-40 mt per garantire l’efficacia. Dopo Vaia, la fondazione San Michele ha effettuato un esperimento, concludendo però che il gioco non vale la candela, come hanno concluso anche i colleghi tirolesi. In merito alla possibilità di fonti di alimentazione alternative, ha chiarito che non funzionerebbero, perché l’insetto si rifugia sotto la corteccia: esistono comunque studi in merito a tale ipotesi, che considerano più di 3.000 tipi di batteri e l’attività digestiva del bostrico.
Ringraziando gli intervenuti per il loro contributo, il presidmnete Locher ha infine dato appuntamento alla prossima audizione con esperti provenienti dall’estero, prevista il 22 novembre.
(Autore: MC) [Allegati:](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt670635)
– (da sx) Il pres. Locher, il vicepres. Vallazza, gli esperti Unterthiner e Andriolo (Foto: Consiglio/Werth) (image/jpeg – 1676.73 Kb)
– Audizione sul bostrico in 2a commissione (Foto: Consiglio/Werth) (image/jpeg – 1824.82 Kb)
[Lista completa dei comunicati](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp)
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