
(AGENPARL) – mar 11 ottobre 2022 comunicato stampa, martedì 11 ottobre 2022
Foggia, il pomodoro chiude in rosso. Cia Capitanata: “Industrie miopi”
Meno 3 milioni di quintali rispetto al 2021, superfici coltivate diminuite da 17.140 a 15mila ettari
Miano: “La parte industriale ha fatto scelte che si sono rivelate autolesionistiche, ci rifletta su”
FOGGIA – Una perdita netta di quasi 3 milioni di quintali in meno rispetto al 2021: è negativo il
bilancio di chiusura della campagna del pomodoro in provincia di Foggia. In Capitanata, sono stati
le superfici coltivate: lo scorso anno, l’oro rosso ricoprì 17.140 ettari, nel 2022 si è scesi a 15mila
(complessivamente, in Italia, 32.500 ettari).
“Le industrie conserviere sono state miopi, e questi sono i risultati”, ha dichiarato Angelo Miano,
presidente di CIA Agricoltori Italiani Capitanata, a commento dei dati emersi anche ad Angri
(Salerno) dove si è riunita l’OI Pomodoro, l’Organizzazione Interprofessionale del settore per tutto
il Centro Sud.
“Il calo delle superfici coltivate e, di conseguenza, la minore produttività”, ha aggiunto Miano, “è la
diretta conseguenza delle politiche attuate dalla parte industriale. Abbiamo penato per mesi prima
di poter arrivare a un accordo sul prezzo del pomodoro da industria. Un’incertezza e uno stallo
durati diverse settimane, tanto da convincere molti imprenditori agricoli a rompere gli indugi e a
rinunciare a trapiantare”. L’accordo fu raggiunto nei primi giorni di luglio, con un’intesa basata su
13 centesimi al chilo per il tondo, 14 centesimi al chilo per il lungo, e una maggiorazione pari al
30% per il biologico. “A fine campagna”, ha spiegato Miano, “il tondo ha raggiunto i 16 centesimi e
il pelato ha toccato i 21 centesimi. Un’ulteriore dimostrazione di quanto poco assennate siano state
le scelte della parte industriale, arroccata su quotazioni insufficienti anche a coprire i costi di
produzione per le aziende agricole, ma poi costretta a subire le conseguenze delle sue stesse
azioni con la riduzione delle superfici e la conseguente corsa all’accaparramento che hanno fatto
schizzare i prezzi ben oltre le richieste iniziali del mondo agricolo”.
Per CIA Agricoltori Italiani di Capitanata, dunque, si poteva fare molto meglio. Occorreva, però,
che le industrie conserviere arrivassero molto prima a riconoscere un prezzo remunerativo al
pomodoro prodotto in provincia di Foggia. “E’ necessario che la parte industriale sia guidata da
visioni più ampie, capaci di considerare l’interesse dell’intera filiera. Si tornerà ai numeri del 2021
solo e soltanto se ci sarà un cambiamento da questo punto di vista, rompendo il muro creato da
egoismi di parte che poi si rivelano autolesionistici, come dimostra il bilancio di questa stagione del
pomodoro”. Proprio CIA Agricoltori Capitanata, già a partire dall’inizio del 2022, aveva lavorato a
lungo sulla ricerca di un’intesa soddisfacente ed equa per i produttori. Un traguardo che sembrava
a portata di mano a fine maggio, ma poi non si riuscì a trovare la quadra.
IL RUOLO DELLA CAPITANATA. Nel sistema produttivo del pomodoro da industria, Foggia e la
sua intera provincia rivestono un ruolo centrale, soprattutto per ciò che riguarda i numeri e la
qualità espressi dalle aziende agricole che investono in quello che, un tempo, era definito “oro
rosso”. In tutta la Puglia, con la provincia di Foggia a farla da padrona, lo scorso anno furono
Da sola, la nostra regione rappresenta oltre il 50% della superficie coltivata a pomodoro in tutto il
Sud e circa il 70% del raccolto di tutto il Mezzogiorno. In provincia di Foggia, zona di massima
produzione in Italia, la situazione è diversificata rispetto alle rese: si va dagli 800 ai 1200 quintali
raccolti per ogni ettaro. I pomodori pugliesi hanno specificità qualitative che li rendono unici per
proprietà nutritive e richiesta sul mercato, di qui la necessità di garantire agli agricoltori una
redditività all’altezza del loro impegno e del loro prodotto.