
CATANZARO “Tallini – evidenzia Granato – è sulla breccia da oltre 35 anni: da consigliere comunale, assessore provinciale, consigliere regionale sia di minoranza che maggioranza, consigliere regionale ed infine presidente del Consiglio, anche con la connivenza di ‘colletti bianchi’, di quanti hanno fatto la fila dietro la sua porta per chiedere favori. Anche quando nel business di ‘Farmaeko’, mentre giovani speranzosi di lavorare in Calabria, e le loro famiglie che investivano i propri risparmi, venivano truffati vittime di un progetto imprenditoriale che – secondo quanto emerso dalle indagini – era finalizzato solo al riciclaggio dei soldi del clan”. “Le forze dell’ordine e la magistratura – afferma ancora la senatrice – fanno la propria parte per scoprire il marcio di questo sistema. Ma è arrivato il momento che lo facciano anche i partiti, non candidando quelle ‘personalità di spicco’ che perfino la Commissione nazionale Antimafia definisce ‘incandidabile’; e i cittadini, prendendo le distanze da un sistema malato di raccomandazioni e favori, elevato a sudditanza. Senza una rivoluzione etica e morale, saremo trascinati sempre più a fondo, perché al posto di Tallini arriverà qualcun altro a dettare legge e a fare il brutto e cattivo tempo nella vita amministrativa e quindi economica, prima di tutto di Catanzaro. Gli inquirenti gli attribuiscono la responsabilità di aver avvantaggiato la cosca Grande Aracri di Cutro in cambio di voti alle Regionali del 2014”. “Un’accusa gravissima – conclude la senatrice Granato – per un politico che riveste una delle più alte cariche elettive. Dopo l’arresto di stamattina, non c’è che un solo atto da compiere per il presidente del Consiglio Regionale, per consentire alla giustizia di fare il suo corso: si deve dimettere subito”. (News&Com)