(AGENPARL) - Roma, 15 Dicembre 2025(AGENPARL) – Mon 15 December 2025 Parafrasando l’antico adagio anche nel capoluogo piemontese, i giudici
della Corte d’Appello hanno provveduto, sulla base del ricorso presentato
dai suoi legali, a far cessare il trattenimento dell’imam di Torino Mohamed
Shahin, da tempo rinchiuso nel Centro Permanente per i Rimpatri di
Caltanissetta, dopo che gli era stata revocata la Carta di soggiorno e che
il ministro Piantedosi ne aveva disposto l’espulsione in Egitto. Si tratta,
come affermano i legali, di una prima vittoria. A detta della Corte, alla
luce della documentazione acquisita, non sussistono elementi tali da
mettere in pericolo la sicurezza dello Stato e per l’ordine pubblico. Nella
sentenza si afferma invece che non solo Mohamed Shahin è ormai parte del
tessuto sociale della città ma che si è sempre adoperato per il dialogo e
la pace, come affermato da esponenti politici e religiosi. Aver espresso un
proprio giudizio pubblico sulla resistenza palestinese è un reato di
opinione e nulla ha che fare, come abbiamo sempre affermato, con
l’incitamento al terrorismo per cui lo si vorrebbe espellere in un Paese
che per il Consiglio d’Europa è “sicuro”, come l’Egitto, ma in cui
risultano essere ad oggi detenute oltre 60 mila persone per le proprie
opinioni politiche e in quanto avverse al governo di Al Sisi. Se Shahin
dovesse essere espulso, rischierebbe di aggiungersi a quella oscura lista
di detenuti. La lotta per lui non è ancora terminata, ora è necessario
intanto che possa tornare a Torino dalla sua famiglia, quindi che gli venga
restituito il documento che gli da diritto a restare in Italia. Ma
nell’avvicinarsi del 18 dicembre, giornata internazionale dei diritti dei
lavoratori migranti e delle loro famiglie, questa è senza dubbio una buona
notizia.
Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione, Partito della
Rifondazione Comunista – Sinistra Europea