(AGENPARL) - Roma, 2 Dicembre 2025(AGENPARL) – Tue 02 December 2025 Buon lavoro
COMUNICATO STAMPA
DUP e Bilancio 2026–2028: corsa alla vetrina, ma i numeri lanciano l’allarme per il dopo capitale della cultura.
L’Aquila, 2 dicembre 2025 – Lunedì la maggioranza in Comune ha forzato l’approvazione simultanea di DUP e Bilancio 2026–2028. Ma la partita vera, quella che definirà realmente i margini di azione del nostro comune, si giocherà solo dopo l’approvazione del Bilancio nazionale in Parlamento. Si accelera sul provvisorio, si rinvia a Gennaio il bilancio decisivo. Una scelta che ha un unico scopo: fare da sipario alla presentazione del dossier Programma Capitale Italiana della Cultura 2026 del 3 dicembre a Palazzo Chigi. Un’operazione di pura immagine, a cui però i conti non possono prestarsi come comparse.
Il bilancio della Giunta Biondi nasce più da “Cosa vogliamo raccontare?” che da “Cosa dobbiamo risolvere?” e finisce per trasformare la città in una scenografia permanente per eventi, dimenticando il capitale umano, le famiglie, l’economia di vicinato e i servizi di prossimità. È un modello di città-cantiere: finché ci sono i cantieri l’economia si muove, quando chiudono si spera arrivi un altro stanziamento. Ne viene fuori una società che “resiste ma non cresce” che non è un modello di successo, è un modello di sopravvivenza.
I numeri ufficiali del Bilancio fotografano infatti segnali di preoccupante fragilità strutturale. Il Fondo crediti di dubbia esigibilità sfiora ormai stabilmente i 5 milioni di euro, registrando un aumento anche quest’anno, come attestato dai revisori nel parere, nell’ambito del triennio 2026/2028. Un incremento che non è un dettaglio contabile, ma la prova di una difficoltà di riscossione dell’Ente soprattutto su alcune poste di bilancio, della sua ridotta capacità di recupero delle entrate: l’incapacità di trasformare entrate previste in risorse reali da spendere per la città.
E i timori non finiscono qui. Raddoppia il fondo società partecipate, che arriva a 2 milioni di euro complessivi nel 2026 applicati dall’avanzo vincolato, con accantonamenti per le società partecipate così ripartiti: 1,5 milioni di euro per il CTGS e 500 mila euro per ASM.
Questo raddoppio conferma ciò che denunciamo da anni sui servizi pubblici: non si trattava di allarmismo, ma di analisi lucida sui rischi che corre il nostro sistema partecipato. Una testimonianza diretta che le nostre società non hanno bisogno di comunicati trionfalistici, ma di una riscrittura urgente della programmazione dei servizi, a cominciare proprio dai trasporti, dai rifiuti, dalla gestione industriale pubblica.
I documenti contabili certificano, inoltre, che l’economia cittadina continuerà a ruotare attorno a 104 progetti PNRR e PNC aree sisma, per oltre 246 milioni di euro di spesa straordinaria. Una mole imponente di risorse, ma trattata senza un piano di ricaduta ordinaria per residenti e imprese e senza una strategia post-2026 di autonomia economica del territorio.
Sui servizi essenziali, da sempre spina dorsale della tenuta sociale della nostra comunità, manca totalmente il secondo pilastro: la prospettiva di crescita. Nel bilancio 2026 non vi è traccia di un piano di sviluppo economico e dei servizi di un capoluogo di regione, di un investimento sui quartieri e sulle frazioni, di una visione che moltiplichi opportunità e non costi. Basta pensare che sul trasporto pubblico la nostra città non riesce ad arrivare al 15% di fruizione con gravi conseguenze sulle entrate per la società AMA. Risultano gravemente insufficienti gli stanziamenti su Turismo e Sviluppo Economico: capitoli che avrebbero dovuto raccontare l’orizzonte socio-economico oltre la vetrina culturale, ma che invece restano micro-voci simboliche.
Questo centrodestra, che oggi si affretta ad approvare il bilancio, dovrà domani rispondere dell’assenza più pesante: il piano di sviluppo che ancora non c’è e declinarlo sul centro storico, sulle frazioni, sui quartieri sulle zone industriali, sui collegamenti, sulle imprese, trasporti, presenze turistiche misurabili, su livelli adeguati del PIL locale e di contratti di lavoro.
Una nota positiva arriva dall’apertura del Sindaco, concretizzabile con la prima variazione di bilancio utile, alla proposta dell’opposizione, che prevede lo stanziamento di risorse specifiche per la cultura nei quartieri, dove il rafforzamento del senso di comunità rappresenta un obiettivo doveroso per il nostro comune. Analoga attenzione viene rivolta alle frazioni, in particolare a quelle meno interessate, fino ad oggi, dalle iniziative delle amministrazioni, con uno sguardo prioritario ai territori più marginali.
Importante anche l’apertura sulla TARI, che – come richiesto in più occasioni – estenderà ai quartieri della città di L’Aquila la misura di riduzione al 25%, già applicata in precedenza alle frazioni. L’auspicio è quello di poter introdurre ulteriori misure agevolative, a sostegno di famiglie e attività, in un mercato sempre più complesso e competitivo, nella speranza di offrire strumenti concreti di supporto alla comunità aquilana.
I Consiglieri comunali
Paolo Romano
Massimo Scimia
Stefano Albano
Simona Giannangeli
Enrico Verini
Lorenzo Rotellini
Gianni Padovani
Alessandro Tomassoni
Stefania Pezzopane
Stefano Palumbo
Elia Serpetti
Emanuela Iorio