(AGENPARL) - Roma, 1 Dicembre 2025Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha incontrato lunedì il presidente francese Emmanuel Macron al palazzo dell’Eliseo a Parigi, nel quadro di un’intensa diplomazia internazionale volta a mediare i termini di un potenziale cessate il fuoco nella guerra in Ucraina, che dura ormai da quasi quattro anni. La visita segue l’incontro tra funzionari ucraini e statunitensi in Florida domenica scorsa, definito “produttivo” dal Segretario di Stato statunitense Marco Rubio.
Durante i colloqui in Florida, Stati Uniti e Ucraina hanno discusso modifiche a un piano di pace elaborato da Washington, criticato per essere percepito come troppo favorevole alle richieste russe. Gli alleati europei di Kiev hanno espresso preoccupazione per alcuni principi del piano, pur apprezzando l’iniziativa americana. L’incontro tra Zelensky e Macron aveva come obiettivo la definizione dei termini per una “pace giusta e duratura”, secondo quanto comunicato dall’Eliseo.
La questione del piano di pace statunitense in 28 punti rimane controversa. Il presidente Donald Trump ha definito l’idea di un accordo che limiti le dimensioni dell’esercito ucraino, impedisca l’adesione del Paese alla NATO e imponga cessioni territoriali come un “concetto” ancora da perfezionare. Macron, da parte sua, ha ribadito il sostegno a Kiev e ha chiesto garanzie solide in caso di cessate il fuoco, tra cui l’invio di una “forza di rassicurazione” via terra, mare e aria per garantire la sicurezza del Paese.
Parallelamente, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha confermato che il presidente russo Vladimir Putin incontrerà martedì l’inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff. Il ruolo di Witkoff nei negoziati di pace è stato oggetto di dibattito, poiché recenti indiscrezioni suggeriscono che avrebbe fornito istruzioni al consigliere per gli affari esteri di Putin su come presentare il piano di pace a Trump. Sia Mosca sia Washington hanno minimizzato la portata di tali rivelazioni.
Sul fronte militare, la tensione tra Russia e Ucraina continua a crescere. Peskov ha condannato gli attacchi ucraini alle infrastrutture petrolifere russe durante il fine settimana, tra cui un attacco al terminale del Caspian Pipeline Consortium (CPC) vicino al porto di Novorossijsk e un attacco a due petroliere nel Mar Nero, attribuito alla “flotta ombra” russa che elude le sanzioni. Le autorità ucraine hanno confermato di aver condotto entrambe le operazioni.
Il Ministero della Difesa russo ha riferito di aver abbattuto 32 droni ucraini in 11 regioni russe e nel Mar d’Azov, mentre un attacco ucraino a Kaspiysk, nel Daghestan, ha danneggiato un condominio. Sul fronte opposto, un attacco missilistico russo ha colpito lunedì la città di Dnipro, uccidendo quattro persone e ferendone altre 40, tra cui 11 in condizioni critiche. L’attacco ha danneggiato grattacieli residenziali, una scuola e un deposito di un’organizzazione umanitaria, secondo il sindaco Borys Filatov.
Secondo il rapporto mensile dell’Aeronautica militare ucraina, nel mese di novembre la Russia ha lanciato oltre 100 missili di vario tipo e quasi 9.600 droni da ricognizione e d’attacco sul territorio ucraino, con 63 droni abbattuti o neutralizzati durante l’attacco di domenica.
Il contesto resta quindi estremamente teso: da un lato, la diplomazia internazionale cerca di costruire un quadro per una pace sostenibile; dall’altro, le azioni militari continuano a causare vittime e danni ingenti, evidenziando la complessità e la delicatezza dei negoziati in corso.
