(AGENPARL) - Roma, 21 Novembre 2025(AGENPARL) – Fri 21 November 2025 CONFARTIGIANATO IMPRESE SARDEGNA
COMUNICATO STAMPA 21 NOVEMBRE 2025
CREDITI IMPOSTA – Protesta delle imprese artigiane per una norma della
Legge Finanziaria Nazionale sul divieto di compensazione dei
crediti-debiti. Particolarmente colpite le imprese dell’edilizia,
impiantistica e trasporto merci. Giacomo Meloni (Confartigianato
Sardegna): “Siamo totalmente contrari: si rischia di compromettere la
pianificazione finanziaria di migliaia di imprese sarde”.
Le imprese artigiane della Sardegna esprimono forte preoccupazione per
una norma, inserita nel disegno di Legge di Bilancio Nazionale 2026,
che potrebbe impedire la compensazione dei crediti d’imposta con i
debiti previdenziali e contributivi.
Infatti, a partire dal 1° luglio 2026, la compensazione potrebbe
essere consentita solo per i crediti d’imposta emergenti dalle
dichiarazioni annuali, escludendo dunque i crediti maturati a seguito
dell’acquisizione dei bonus edilizi e di altri incentivi.
Particolarmente colpite sarebbero le aziende del “sistema casa”, in
primis edilizia e impiantistica, e quelle dell’autotrasporto.
“E’ una norma che rischia di compromettere la pianificazione
finanziaria anche di migliaia di imprese sarde – afferma Giacomo
Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – con il
pericolo di omissioni nei versamenti contributivi, soggette a
sanzioni, e una drastica riduzione delle liquidità disponibili”. “Come
Organizzazione Artigiana – continua Meloni – auspichiamo un intervento
in sede di approvazione del disegno di legge che non modifichi la
disciplina in vigore che preservi la liquidità e la stabilità delle
aziende”.
Sul comparto “casa”, la modifica provocherebbe gravi scompensi alle
casse delle attività che hanno applicato lo sconto in fattura e stanno
legittimamente utilizzando i crediti fiscali per compensare i propri
debiti contributivi. Il divieto di compensazione, quindi, rischia di
rendere inutilizzabili, in tutto o in parte, le rate dei crediti
d’imposta relativi ai bonus edilizi, con conseguente perdita e danni
economici e finanziari per le imprese.
Se la norma non dovesse venire modificata, colpirebbe e
depotenzierebbe anche gli strumenti messi in campo per sostenere gli
investimenti, come i crediti d’imposta Industria 4.0, Transizione 5.0
e ricerca e sviluppo e la cultura come il Tax credit cinema.
Nel trasporto merci, invece, tra i crediti di imposta non più
compensabili dal 1° luglio 2026 rientrerebbero anche il rimborso delle
accise sul gasolio utilizzato dalle imprese di autotrasporto. Di
conseguenza, la categoria vedrebbe bloccata la compensazione per un
valore potenziale di quasi 1,8 miliardi di euro di crediti delle
accise. L’effetto della conversione da credito immediatamente
compensabile a credito esigibile in tempi futuri, dal controvalore di
circa 56mila euro l’anno per azienda artigiana, provocherebbe una
grave crisi di liquidità al comparto. Migliaia di imprese sarebbero
costrette a versare integralmente e immediatamente i debiti
previdenziali e contributivi, mentre dovrebbero attendere il rimborso
in denaro del credito delle accise, una procedura che richiede tempi
lunghi, con conseguenze drammatiche su numerose piccole imprese.
Secondo Confartigianato Trasporti, la misura, così come concepita, non
colpisce i frodatori ma scarica l’onere della verifica e la carenza di
cassa sulle aziende oneste che vantano un credito reale spettante per
legge. Il settore dell’autotrasporto, strategico per l’Italia, non può
subire una paralisi finanziaria a causa di una misura antifrode male
indirizzata.
http://WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT