(AGENPARL) - Roma, 18 Novembre 2025Mentre l’Europa celebra la Giornata europea di sensibilizzazione sugli antibiotici, nuovi dati pubblicati oggi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) rivelano una cruda realtà: la resistenza antimicrobica (AMR) continua ad aumentare in tutta l’Unione europea e nello Spazio economico europeo (UE/SEE), minacciando di vanificare anni di progressi in campo medico.
Nonostante gli sforzi determinati dei paesi e degli operatori sanitari, l’Europa non è sulla buona strada per raggiungere quattro dei cinque obiettivi in materia di resistenza antimicrobica stabiliti dal Consiglio dell’UE per il 2030*.
L’aumento dell’AMR, unito alla carenza di nuovi trattamenti efficaci, costituisce una grave crisi di salute pubblica in continua evoluzione in Europa e nel mondo. In un mondo interconnesso, l’AMR complica ulteriormente le sfide sanitarie derivanti da malattie non trasmissibili, cambiamenti demografici e carenza di personale sanitario.
“Per affrontare la resistenza antimicrobica è necessaria un’innovazione critica su tre fronti chiave: un’azione decisa per un uso responsabile degli antibiotici, pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni standardizzate e durature e nuovi antibiotici in fase di sviluppo”, afferma la dott.ssa Pamela Rendi-Wagner, direttrice dell’ECDC.
L’Europa non è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi AMR del 2030
Dal 2019, l’incidenza stimata delle infezioni del torrente ematico causate da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi è aumentata di oltre il 60%, nonostante l’obiettivo di una riduzione del 5% entro il 2030. Analogamente, quelle causate da Escherichia coli di terza generazione resistente alle cefalosporine sono aumentate di oltre il 5%, nonostante l’obiettivo di una riduzione del 10%.
Anche il consumo di antibiotici è aumentato nel 2024, in contrasto con l’obiettivo di riduzione del 20%. Nel frattempo, la percentuale di antibiotici di prima linea utilizzati – quelli appartenenti al gruppo “Access” della classificazione AWaRe dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che dovrebbero rappresentare almeno il 65% dell’uso totale – è rimasta stagnante intorno al 60%.
Una crisi umana e sociale
L’ECDC stima che le infezioni resistenti agli antimicrobici causino oltre 35.000 decessi ogni anno nell’UE/SEE, rappresentando un onere considerevole per gli individui, la società e i sistemi sanitari. L’aumento delle infezioni resistenti mina la medicina moderna, compromettendo procedure salvavita come i trapianti di organi, la terapia del cancro, la chirurgia e la terapia intensiva.
“Dietro ogni statistica c’è una persona le cui opzioni terapeutiche si stanno esaurendo: un bambino, un genitore, un nonno. La resistenza antimicrobica non è solo un problema medico, ma anche sociale. Dobbiamo garantire che nessuno in Europa rimanga senza un’opzione terapeutica efficace”, afferma il Dott. Diamantis Plachouras, Responsabile del Dipartimento di Resistenza Antimicrobica e Infezioni Correlate all’Assistenza Sanitaria presso l’ECDC.
La tempesta perfetta: l’aumento dell’AMR e la carenza di trattamenti efficaci richiedono innovazione
Diversi fattori contribuiscono all’aumento delle infezioni difficili da curare: l’invecchiamento della popolazione con malattie croniche sottostanti che la rendono più vulnerabile alle infezioni, la trasmissione transfrontaliera di microrganismi resistenti e l’uso persistente ed elevato di antibiotici, uniti a lacune nella prevenzione e nel controllo delle infezioni.
Allo stesso tempo, la pipeline globale di antibiotici rimane limitata, soprattutto contro microrganismi critici per la salute pubblica, come i batteri Gram-negativi resistenti ai carbapenemi. Sono necessarie soluzioni innovative per rallentare l’aumento della resistenza antimicrobica, ma sono pochissimi i nuovi antibiotici che offrono meccanismi d’azione innovativi in fase di approvazione.
Inoltre, l’uso non ottimale degli antibiotici di prima linea appartenenti al gruppo “Access” della classificazione AWare dell’OMS e la crescente dipendenza dagli antibiotici di ultima istanza evidenziano la necessità di un’azione coordinata per garantire un accesso equo, una produzione sostenibile e un uso responsabile degli antibiotici esistenti e futuri.
Il ruolo dell’ECDC nel supportare i paesi dell’UE/SEE
L’ECDC continua a monitorare la resistenza antimicrobica e il consumo di antimicrobici in tutta Europa, valutando i rischi correlati per la salute pubblica e stimando l’impatto delle infezioni resistenti. Il Centro collabora a stretto contatto con i paesi dell’UE/SEE per rafforzare i sistemi di sorveglianza, potenziare le capacità di laboratorio e sfruttare strumenti digitali e cartelle cliniche elettroniche per un migliore processo decisionale basato sui dati.
Il supporto dell’ECDC all’espansione della sorveglianza genomica dei patogeni resistenti ha consentito l’individuazione precoce delle minacce emergenti, un migliore monitoraggio delle epidemie e un rafforzamento della collaborazione regionale e globale per il controllo della resistenza antimicrobica. Un supporto mirato per Paese, attraverso valutazioni approfondite delle capacità di preparazione e risposta alla resistenza antimicrobica e alle infezioni correlate all’assistenza sanitaria, garantisce inoltre che tutti i Paesi dell’UE/SEE siano meglio attrezzati per affrontare questa minaccia continua e in continua evoluzione.
“La resistenza antimicrobica è una sfida in continua evoluzione, ma l’Europa può ancora compiere progressi concreti. Insieme possiamo costruire un futuro più sicuro, in cui trattamenti efficaci siano disponibili per le generazioni future”, aggiunge il Dott. Plachouras.
* Una raccomandazione del Consiglio adottata il 13 giugno 2023, delinea cinque obiettivi relativi al consumo e alla resistenza antimicrobica da raggiungere entro il 2030 da parte dell’UE e dei singoli Stati membri, con il 2019 come anno di riferimento.
Obiettivi dell’UE
- Ridurre del 20% il consumo totale di antibiotici negli esseri umani;
- Almeno il 65% del consumo totale di antibiotici negli esseri umani proviene dal gruppo di antibiotici “Access” in ciascun paese, come definito nella classificazione AWaRe dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS);
- Ridurre l’incidenza totale delle infezioni del flusso sanguigno con:
- Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) del 15%;
- Escherichia coli (E. coli) di terza generazione resistente alle cefalosporine del 10%;
- Klebsiella pneumoniae ( K. pneumoniae ) resistente ai carbapenemi del 5%.