(AGENPARL) - Roma, 3 Novembre 2025(AGENPARL) – Mon 03 November 2025 3 novembre 2025
Clima, -10% riso tra grandine e sbalzi termici
L’import selvaggio dimezza prezzi nei campi
Partita sotto segnali incoraggianti, la raccolta del riso in provincia di Pavia rischia di chiudersi con un calo quantitativo di circa il 10% rispetto a un’annata media, sebbene le rese e la qualità siano positive. È quanto emerge da una prima rilevazione di Coldiretti tra i produttori mentre le operazioni di mietitura sono agli sgoccioli, diffusa in occasione del convegno “Il futuro del riso inizia con l’acqua. Agricoltura e cambiamento climatico: strategie per uno sviluppo sostenibile”, organizzato da Coldiretti Pavia alla presenza di esperti e rappresentanti istituzionali.
Ad aver influito – spiega la Coldiretti – sono stati in particolare la grandine, che ha flagellato alcune zone al confine con il milanese a raccolta già iniziata, e gli sbalzi termici con temperature anomale registrati in diverse zone nelle ultime settimane d’estate, che hanno frenato il completamento della maturazione delle piante. “Nella nostra provincia l’andamento della raccolta cambia da una varietà all’altra – afferma Silvia Garavaglia, Presidente di Coldiretti Pavia – In generale, dalle prime stime emergono alcune sorprese sulla quantità di riso prodotto, in molti casi inferiore rispetto alle aspettative. La qualità e le rese, invece, sembrano buone”.
Si tratta – puntualizza Coldiretti Pavia – di una situazione molto diversificata, che varia da una zona all’altra, ma che testimonia come l’agricoltura sia l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Alle difficoltà legate al clima si sommano quelle sul fronte del mercato, dove le importazioni selvagge di riso straniero aumentate del 10% nei primi sette mesi di quest’anno fanno crollare i prezzi di quello italiano, con i produttori nazionali che si vedono pagare quasi la metà rispetto a pochi mesi fa. Le quotazioni all’origine per le varietà più note come il Carnaroli o l’Arborio, ad esempio, sono passate indicativamente da 1,-1,10 euro al chilo a 60-70 centesimi nell’attuale campagna.
Una situazione aggravata dal fatto che il 60% di tutto il riso importato in Italia gode di tariffe agevolate – ricorda Coldiretti – con il 50% che arriva confezionato. Sono tra l’altro preoccupanti le ultime notizie sulla revisione del Regolamento sul Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG) che rischia di portare ad una clausola di salvaguardia che, seppur basata sull’automatismo, potrebbe rivelarsi totalmente inefficace per la tutela del riso europeo. Infatti, se applicata nelle modalità proposte, si attiverebbe solo al superamento di oltre 600mila tonnellate di riso base lavorato, una quantità assolutamente inaccettabile e inutile a difendere la filiera nazionale.
Un problema che pesa anche nell’accordo tra Ue e Mercosur dove si prevede l’ingresso in Europa di riso a dazio zero fino a 60 milioni di chili, che andrebbero a sommarsi alle quantità attuali, con il Brasile che è oggi il primo produttore extra-asiatico a livello mondiale. Nell’intesa col Mercosur mancano reciprocità e regole comuni – rileva Coldiretti – poiché i coltivatori sudamericani usano fitofarmaci vietati in Europa, hanno manodopera a basso costo e controlli meno rigidi.
Alla concorrenza sleale del prodotto straniero – conclude Coldiretti – si aggiungono le incognite legate ai costi di produzione con i prezzi dei principali mezzi tecnici, dai fertilizzanti all’energia, che hanno visto negli ultimi anni degli aumenti a doppia cifra, sulla scorta di guerre e tensioni internazionali, che li collocano ben al di sopra del periodo pre Covid e guerra in Ucraina.
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