
(AGENPARL) – Fri 26 September 2025 **Arno, la cassa di espansione di Pizziconi ha ora il suo ‘rubinetto’**
Completata l’opera di presa, su cui sono stati investiti 13 milioni e 300
mila euro
/Scritto da Walter Fortini, venerdì 26 settembre 2025 alle 13:25/
La cassa di espansione era già ultimata ed ora c’è anche il
‘rubinetto’. Sì, perché la cassa di Pizziconi a Figline e Incisa è
dotata di paratoie alte un paio di metri che si potrà scegliere quando
alzare ed abbassare e farlo da remoto: un vantaggio non di poco conto per
regolare l’ingresso dell’acqua dell’Arno nell’invaso ed evitare di farlo o
troppo presto, prima dell’arrivo di un’onda importante, o troppo tardi, il
che sarebbe potuto accadere con paratoie fisse. L’opera di presa, come in
gergo si chiama, è stata inaugurata stamani. Sono intervenuti il
presidente della Toscana e l’assessora all’ambiente e alla protezione
civile, oltre al sindaco di Figline e Incisa Valdarno. Nei prossimi due
mesi saranno ultimate le rifiniture che mancano. Si tratta della prima
cassa con alimentazione di nuova generazione a monte di Firenze e
consentirà di far dormire sonni un po’ più tranquilli, evidenziano
presidente ed assessore, al capoluogo e al territorio valdarnino.
L’intervento, cassa di espansione eclusa, è costato 13 milioni e 300 mila
euro. Un’opera pubblica di prevenzione e la più rilevante degli ultimi
anni, annota ancora il presidente.
L’intervento permetterà l’ingresso delle acque di piena dell’Arno
all’interno della cassa di espansione grazie al sottoattraversamento
dell’autostrada A1 e del viadotto ferroviario dell’Alta velocità.
Curiosità: i tre monoliti di cemento larghi 15 metri ed alti sei sono
stati ‘spinti’ al di sotto della piattaforma su cui corre l’auostrade
attraverso grandi marinetti idraulici senza la necessità di chiudere
l’autostrada o interromperne il traffico.
La cassa di espansione di Pizziconi è in grado di ricevere tre milioni e
400 mila metri cubi di acqua (tre milioni e 800 mila quando sarà ultimato
il terzo modulo) e dalle paratoie potrà passare acqua per 200-250 metri
cubi al secondo, che come portata, fa un esempio fiorentino l’assessore
all’ambiente, è come deviare il Mugnone in piena.
Quella di Pizziconi, come ricordano presidente ed assessora, è comunque
solo una delle quattro casse che compogono un sistema complesso di
mitigazione del rischio idraulico per chi abita nel centro storico di
Firenze e nel Valdarno.
A Pizziconi si affiancano infatti Restone, opera che sarà completata nel
2026 e capace di raccogliere 5 milioni e 500 mila metri cubi di acqua, la
cassa di Prulli (circa 7 milioni di metri cubi, fine lavori entro il 2027 o
inizio 2028) e Leccio (8 milioni di metri cubi, in progettazione).
Complessivamente l’intero sistema, su cui sono stati investiti 206 milioni
di euro, sarà in grado a regime di invasare circa 25 milioni di metri cubi
di acqua.