
(AGENPARL) – Fri 12 September 2025 COMUNICATO STAMPA DEL 12 SETTEMBRE 2025
Con 14 voti a favore e 5 contrari il Consiglio comunale di Oristano ha approvato il
regolamento comunale per l’installazione dei dehors.
Il regolamento è stato illustrato in aula dall’Assessore alle attività produttive
Valentina de Seneen: “È un regolamento che trova la luce dopo un lungo periodo di
confronto in seno alla maggioranza, in commissione e in seguito ad un importante
momento di confronto con le associazioni di categoria (Confcommercio,
Confartigianto, Confesercenti, Cna e Adiconsum) che hanno trasmesso osservazioni
che sono state analizzate in commissione e perlopiù recepite nel presente
regolamento in quanto ritenute utili e condivisibili. È un regolamento, sicuramente
perfettibile, ma che nasce dal confronto delle idee”.
Il regolamento ha come scopo disciplinare le modalità di organizzazione e di
allestimento degli spazi pubblici annessi ai locali di pubblico esercizio di
somministrazione e consumo di alimenti e bevande, nonché dei laboratori artigianali di
preparazione di alimenti.
L’Assessore de Seneen, entrando nel dettaglio del regolamento, ne ha illustrato i
contenuti: “Sono previsti due tipologie di Dehors: il tipo 1 costituito da uno spazio
all’aperto allestito per il consumo di alimenti e bevande senza pedana e senza
delimitazioni fisiche eventualmente limitato con soluzioni autoportanti o fioriere con
spazi che possono essere occupati con tavoli, sedie, coperture in tessuto quali
ombrelloni o tende a falda tesa, possono essere dotati di apparecchi illuminanti e
riscaldatori; il tipo 2 costituito da uno spazio all’aperto allestito per il consumo di
alimenti e bevande su pedana e perimetrato necessariamente da opportuna
delimitazione fissa occupato con tavoli, sedie, eventuali arredi quali mobili di servizio e
lavagne, coperture in tessuto quali ombrelloni o tende a falda tesa, pedana, relativa
ringhiera a giorno o trasparente, che possono essere dotati di fioriere purché integrate
nella pedana e apparecchi illuminanti e riscaldatori. Entrambe le tipologie devono
essere costituiti da elementi smontabili e facilmente rimovibili, non devono essere
affissi al suolo pubblico né entrare in contatto con strutture o altri elementi degli
edifici adiacenti. Materiali e colori sono indicati nelle norme tecniche allegate al
regolamento. Le strutture esterne e le pedane devono ovviamente essere realizzate in
conformità alle norme sulle barriere architettoniche ed installate garantendo maggiore
attiguità possibile all’edificio”.
Il regolamento stabilisce che i dehors permanenti di tipo 2 non possono essere
installati nel centro storico. L’occupazione deve avvenire lasciando liberi gli spazi
necessari per la circolazione dei pedoni e delle persone con limitate capacità motorie.
Se ubicati nei marciapiedi i dehors possono occuparne al massimo la metà dello spazio
lasciando comunque libera una fascia di 1,4 metri per il transito pedonale. Inoltre: non
devono costituire impedimento alla visibilità soprattutto nelle intersezioni, non devono
costituire impedimento al funzionamento, utilizzo e manutenzione di reti tecniche o
elementi di servizio quali griglie, caditoie, quadri di controllo, illuminazione; non
devono essere d’intralcio alle fermate dei mezzi pubblici tanto che deve essere
lasciato libero uno spazio di 5 metri prima e dopo la fermata; in presenza di
monumenti o di edifici di particolare importanza deve essere lasciato libero un
congruo spazio per la fruizione e per non impedirne la visuale prospettica; se ubicati
nella sede stradale deve essere lasciata libera una corsia carrabile non inferiore ai 3
metri nelle strade a senso unico e 5,60 nelle strade a doppio senso di marcia. In caso
di occupazione di parcheggio a pagamento deve essere previsto un adeguato
indennizzo a favore del gestore del servizio. La superficie massima utilizzabile è pari a
quella di somministrazione dell’esercizio di pertinenza e comunque non superiore a 30
metri quadri. Possono essere consentiti ulteriori spazi in via temporanea in occasione
di manifestazioni o eventi specifici. La lunghezza massima non può superare il fronte
dell’esercizio salva apposita deroga. Non è consentita l’installazione di apparecchi da
gioco mentre è consentita quella di impianti di diffusione acustica autorizzati e nel
rispetto delle relative norme. È consentito il posizionamento di una sola insegna di
carattere non luminoso ed un solo logo di dimensioni ridotte mentre non è ammessa
alcuna pubblicità per imprese terze. Il titolare è tenuto ad utilizzare lo spazio in
concessione con l’obbligo di mantenerlo in buono stato igienico/sanitario e di decoro,
di ritirare quotidianamente gli elementi di arredo e riporli, a seconda della tipologia, in
luogo privato, raccolti in una porzione di pubblica concessione o custoditi all’interno
dello stesso dehor.
La procedura di rilascio della concessione e del rinnovo essere rilasciata dal Comune a
cura della Polizia locale e o del SUAPE a seconda della tipologia della struttura. È
prevista la sospensione della concessione nel caso in cui gli arredi non vengano ritirati
quotidianamente, nel caso in cui l’attività svolta costituisca disturbo alla quiete dei
residenti e sia accertata dalle autorità, per il mancato pagamento del suolo pubblico,
per il di mancato utilizzo del dehors per 60 giorni e nel caso in cui vengano meno le
condizioni igienico sanitarie.
“Il regolamento è un importante strumento per il decoro della città e per le attività che
potranno finalmente contare su regole certe sulle autorizzazioni e la concessione del
suolo pubblico – ha concluso l’Assessore de Seneen -. Gli esercenti potranno
programmare nel lungo periodo i loro investimenti giacché le concessioni possono
essere rilasciate per una durata anche di sei anni rinnovabili”.
Il Presidente della Commissione Attività produttive Gian Michele Guiso (FI) ha
relazionato sui lavori della commissione: “Il regolamento si porta dietro difficoltà di
natura giuridica e tecnica, ma nasce per dare uno strumento utile alla città, alle
attività produttive e ai cittadini. Sono cambiate le necessità delle persone e ovunque
andiamo ci rendiamo che c’è la necessità di abitare le piazze e gli spazi aperti. Un
cambio di abitudini nato nel periodo del Covid. Si tratta di problematiche comuni a
tante città d’Italia. In commissione si è fatto lavoro preciso su ogni articolo per trovare
il giusto equilibrio senza lasciare nulla al caso”.
Massimiliano Daga (PD): “Al termine di un iter lungo e complesso il regolamento
arriva finalmente in questa aula dopo che ha suscitato un dibattito vivace e acceso. È
giusto e doveroso dare delle regole per dare ordine e decoro alla città, una gestione
corretta degli spazi pubblici, mettendo gli esercenti nelle condizioni di lavorare,
crescere e investire”.
Carla della Volpe (PD): “C’è rammarico per i tempi che sono serviti per giungere
all’approvazione del regolamento. Se fosse arrivato in aula 2 anni fa forse si sarebbero
potute assumere decisioni diverse. È corretto e necessario disciplinare l’utilizzo del
suolo pubblico, ed è un obiettivo condivisibile dare uniformità e ordine alla città e in
particolar modo al centro storico. È pero necessario trovare l’equilibrio tra il decoro, le
esigenze degli esercenti e la vita sociale. Non sono d’accordo all’eliminazione delle
strutture di tipo 2 dal centro storico. Non ne capisco il motivo”.
Sergio Locci (Aristanis): “Siamo chiamati a dare una regolamentazione al settore,
partendo già dalla stessa classificazione dei dehors e dalle autorizzazioni a cui sono
sottoposti. Occorre fare un ragionamento distinguendo le strutture temporanee da
quelle non temporanee in relazione ai sistemi regolamentari dell’amministrazione.
Noto una incongruenza tra il regolamento e la normativa sul canone patrimoniale che
prevede che una struttura stabile abbia una durata di 9 anni. Occorre armonizzare le
norme. Mi chiedo come si conciliano i dehors esistenti con quelli di nuova
realizzazione”.
Vincenzo Pecoraro (UDC): “Questa è una delibera coraggiosa. Anche a Oristano se lo
slalom tra i tavolini fosse uno sport forse i cittadini farebbero incetta di medaglie
d’oro.
I dehors hanno vissuto il momento di massima espansione durante il Covid per ridurre
i contagi e compensare i cali di fatturato. A livello nazionale, la Federazione degli
esercenti pubblici ha stimato un aumento di 750 mila metri quadri le aree occupate
dai dehors, 180 mila tavolini in più. Il volto delle città è cambiato, non sempre in
meglio, con marciapiedi invasi a discapito dei passanti, soprattutto di bambini, anziani
e disabili. Ecco perché occorre una regolamentazione. L’amministrazione comunale
con questo regolamento riconosce la funzione positiva dei dehors in termini di offerta
dei servizi ai cittadini e ai turisti. Trovo il regolamento restrittivo soprattutto per
l’esclusione delle strutture di tipo 2 nel centro storico”.
Antonio Iatalese (UDC): “Il percorso del regolamento è iniziato molto tempo fa,
addirittura con la Giunta Tendas che capì l’esigenza di regolamentare l’uso del suolo
pubblico per bar e ristoranti. Nel 2018 il progetto fu ripreso dalla Giunta Lutzu,
ponendo le basi del regolamento in discussione oggi. Allora fu approvato in Giunta, ma
non dal Consiglio comunale perché nel frattempo il Covid condizionò ogni decisione.
Oggi questo regolamento dà importanti risposte alla città, regole certe (ad esempio sul
numero di tavolini e sulla durata delle concessioni che arrivano sino a 12 anni) agli
imprenditori che vogliono investire in città. Ci sono delle restrizioni perché oggi la
situazione è fuori controllo. Non è ammissibile che le sedie di un bar impediscano il
passaggio di un anziano, di un disabile o di una mamma con il passeggino”.
Fulvio Deriu (FDI): “Questo è un regolamento importante, frutto di un lavoro di
ascolto che la politica a volte dimentica. Sono state coinvolte tutte le associazioni di
categoria e sono stati trovati i punti d’incontro e di equilibrio rispetto alle varie
esigenze. Si è parlato di zonizzazione acustica, tema importante, ed è in fase di
affidamento dell’incarico da parte dell’assessorato all’ambiente. Il regolamento sui
dehors è indifferibile e doveroso. La regola deve essere uguale per tutti e applicata in
maniera rigorosa. Il regolamento deve essere adottato per garantire la fruibilità degli
spazi pubblici”.
Davide Tatti (PSDAZ): “Con questo regolamento stiamo andando a incidere
profondamente sull’economia della città, considerando anche gli investimenti che
sono stati fatti dagli esercenti con spese che vanno ammortizzate nel tempo. Dare
delle regole significa anche cercare di venire incontro a chi fino a oggi non le poteva
rispettare perché non c’erano. Per questo in futuro dovremo rivedere questo
regolamento che deve prevedere soluzioni, ad esempio, anche per i quartieri e le
frazioni”.
Giuliano Uras (Oristano al centro): “Su una cosa siamo tutti d’accordo: è arrivato il
momento di mettere ordine. Oggi siamo nel caos più totale e questo lo dobbiamo al
Covid. Stiamo attenti a non trasformare una concessione in un diritto acquisito. Oggi
molti non pagano l’occupazione del suolo pubblico, non puliscono e non pagano. Quasi
tutti occupano il triplo e il quadruplo degli spazi concessi. Quasi nessuno consente il
passaggio dei mezzi di sicurezza. Non siamo contro i commercianti, ma servono regole
certe”.
Umberto Marcoli (Alternativa sarda Progetto Sardegna): “Dobbiamo esprimere una
posizione politica sul futuro della città, la città cosa vorrebbe diventare? Mi chiedo
perché non prevediamo un piano anche per gli eventi turistici che servono anche per
far lavorare i nostri esercenti. Bisogna avere coraggio, lo diciamo da mesi. Questa è
una città che dal punto di vista commerciale sta morendo, invecchia ed è ferma da 20
anni”.
Francesco Federico (Oristano democratica e possibile): “Il regolamento ha una
criticità di fondo, il ritardo con cui arriva in Consiglio comunale. La mancanza di ordine
e disciplina è responsabilità di chi ha rilasciato le autorizzazioni negli ultimi anni,
anche dopo il Covid”.
Giuseppe Obinu (Alternativa sarda Progetto Sardegna): “Con questo regolamento la
maggioranza commette il suo suicidio politico. È il regolamento più becero e
conservatore che io abbia mai visto. Oristano città turistica? Non ditelo mai più.
Questo regolamento uccide ogni aspirazione turistica”.
Roberto Pisanu (Oristano al centro): “Si sta regolarizzando l’utilizzo del suolo
pubblico: non è ammissibile che non si rispettino le aree assegnate, che si invadano
marciapiedi impedendo ai passanti, ma soprattutto anziani e disabili, di fruire degli
spazi pubblici. Il regolamento serve per avere regole certe valide per tutti e spazi
commerciali decorosi”.
Maria Obinu (Alternativa sarda Progetto Sardegna): “Sono sorpresa di vedere come
questo dibattito non sia seguito dagli esercenti e dalle associazioni di categoria. Sono
d’accordo sul fatto che servano delle regole, ma non condivido questo regolamento,
non sono d’accordo sulla divisione della città tra centro storico e periferia e possibilità
di sistemazione diversa per le due tipologie di dehors: non posso accettare che i
dehors di tipo 2 siano eliminati dal centro della città. La città è città tutta, nella sua
interezza, e ci sono monumenti anche al di fuori del centro”.
Paolo Angioi (indipendente): “Dobbiamo essere pragmatici e focalizzarci sulle norme
introdotte dal regolamento. C’è una confusione di argomenti che contribuisce al caos,
questa discussione lo alimenta. Il regolamento tende al riordino di un sistema che è
complesso ed è apprezzabile che l’energia dell’amministrazione sia finalmente
utilizzata con questo fine”.
Sindaco Massimiliano Sanna: “Il tema è delicato e interessa tutta la città. È servito
molto tempo per presentare questo regolamento, ma il tempo è servito per dare
suggerimenti come quelli arrivati anche pochi giorni fa dalla Confcommercio. CI siamo
confrontati con le associazioni e questo è stato apprezzato. È un regolamento
fondamentale, mette ordine e fa chiarezza. Non accetto che si dica che stiamo
eliminando tutto, è una bugia. In una zona della città, nel centro storico, l’ingombro di
alcuni dehors ha limitato l’immagine di alcuni monumenti. È giusto prevedere,
dunque, delle tipologie che consentano la fruizione della vista degli angoli più belli
della città. I dehors hanno invaso molti spazi e questo è innegabile. Col Covid abbiamo
dato possibilità di occupare gli spazi pubblici per riprendersi dopo un periodo che
gravissimo che ha penalizzato i bilanci delle attività economiche, ma oggi la situazione
è cambiata e dobbiamo tutelare il decoro urbano, l’ordine e la sicurezza. Oggi
l’ingombro di dehors e pedane è tale che molte volte i pedoni non riescono a passare.
Non è accettabile. Lo spazio pubblico appartiene a tutti e nessuno deve sentirsi
escluso. Le dimensioni: oggi non c’è una regolamentazione. Occorre tenere conto delle
esigenze di tutti”.
Al termine della discussione generale sono stati discussi e votati gli emendamenti.
Il primo in discussione era quello presentato da Carla Della Volpe (prima firmataria)
che per l’applicazione della normativa transitoria chiedeva l’aumento dei tempi da 6
mesi a 4 anni. La proposta è stata respinta (8 voti a favore, 14 contrari e 2 astenuti). È
stata invece approvata (13 voti a favore, 9 contrari e 1 astenuto) quella di Paolo Angioi
che ha proposto l’aumento del periodo transitorio a 2 anni. Quella, infine, di Gian
Michele Guiso per l’aumento a un anno non ha raggiunto il quorum necessario di 13
voti a favore (12 sì, 7 no, 2 astenuti). L’esito della votazione ha provocato la reazione
di Giuliano Uras (Oristano al centro): “Sono rientrato in aula solo per rispetto verso il
sindaco che non meritava questo comportamento sconsiderato della maggioranza, se
ancora ce n’è una, dichiaro di ritirare tutti gli emendamenti e abbandono l’aula”.
Con 13 voti contrari, 6 a favore e un astenuto, è stato respinto l’emendamento con
Maria Obinu prima firmataria sui criteri di occupazione con cu si chiedeva di cassare
l’articolo che stabilisce l’eliminazione dei dehors di tipo 2 dal centro storico.