
(AGENPARL) – Thu 11 September 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 11/09/2025, ore 17:26
Consiglio
Lavori Consiglio: Democrazia diretta, turismo e conoscenza, settore infermieristico/assistenziale, macelli
**Approvate quattro proposte della maggioranza: disegno di legge di Verdi/SVP e mozioni di SVP/La Civica, SVP/Partito Democratico, SVP/Freie Fraktion. La sessione di lavori di settembre è terminata.**
Il primo documento discusso nello spazio riservato alla maggioranza, quest’oggi in Consiglio provinciale, era il : Modifica della legge provinciale 3 dicembre 2018, n. 22, “Democrazia diretta, partecipazione e formazione” (presentato dai conss. Foppa, Amhof e Noggler). Come ha spiegato la prima firmataria Brigitte Foppa (Gruppo verde), se all’articolo 2 della legge 22/2018 erano stati elencati i diversi strumenti di democrazia diretta, vale a dire 1. referendum consultivo 2. referendum abrogativo 3. referendum propositivo 4. referendum confermativo e 5. iniziativa popolare, e se gli articoli da 8 a 12 disciplinavano il relativo svolgimento, all’articolo 8 venivano citati gli strumenti di democrazia diretta “ai sensi dell’articolo 2, commi da 2 a 4”, tralasciando il comma 1 relativo al referendum consultivo. Con questo disegno di legge si riparava questa mancanza.
Approvato il passaggio alla discussione articolata con 29 sì (unanimità), i 3 articoli che lo compongono sono stati approvati senza emendamenti né discussione.
Nella votazione finale, il dlp 34/24 è stato approvato all’unanimità (29 sì).
Harald Stauder (SVP) ha quindi presentato la mozione n. : Il turismo come diffusore di conoscenza (presentata dai conss. Stauder e Gennaccaro il 20/08/2025), cofirmata da SVP e La Civica, con la quale proponeva di incaricare la Giunta provinciale di individuare, assieme a IDM e alle organizzazioni turistiche, ulteriori possibilità per informare le turiste e i turisti in modo più efficace sulla storia e l’autonomia nonché sulla pluralità linguistica e culturale del nostro territorio. In Alto Adige, ha detto il proponente, si vive una situazione particolare, che suscita interesse anche tra molti ospiti. Gli operatori turistici gli hanno riferito che sarebbero felici di poter offrire ai visitatori qualche strumento informativo: bisognerebbe quindi riflettere insieme a IDM su quali potenzialità si possano sfruttare per comunicare all’esterno il messaggio dell’autonomia; se anche solo una piccola percentuale degli ospiti diffondesse questo messaggio, potrebbe comunque avere effetti positivi.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha evidenziato che il tema sollevato era già stato votato tre volte in aula, con mozioni approvate ma non attuate, motivazione con cui molte proposte dell’opposizione venivano respinte. Detto questo, molte persone non sanno nulla dell’Autonomia, e soprattutto molti italiani hanno idee sbagliate e sono convinti che lo Stato italiano paghi per i gerani sui davanzali degli alberghi, né perché piazza Magnago si chiama così. Apprezzava la proposta, ma ribadiva che è importante anche attuare le mozioni approvate.
Il 95% dei turisti che arriva in Alto Adige ama questa provincia, ha detto Jürgen Wirth Anderlan (JWA), e non è compito dell’IDM o delle associazioni turistiche insegnare loro la storia. Egli è maestro di sci, e pensa che in tutti gli hotel vengano fornite informazioni sull’Alto Adige.
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit), citando il detto “La Heimat è laddove non bisogna dichiararsi”, ha ricordato un progetto affidato alla sig.ra Polese per spiegare le peculiarità della provincia, con risultati non ottimali. la maggior parte dei turisti ha la mentalità “siamo in Italia”, e pensa che sia lo Stato a pagare per la Provincia, e non viceversa. Si potrebbe incaricare l’EURAC di mettere i dati di cassa nero su bianco, questa sarebbe la soluzione migliore
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha ritenuto che l’esperienza altoatesina potrebbe essere utile per altri, anche in questo momento storico, e ha ritenuto corretto passare la palla all’IDM. Uno dei veicoli più efficaci, ha aggiunto, è collegato ai personaggi che vengono dal territorio, dai politici agli artisti agli sportivi come Sinner. Ha quindi annunciato sostegno alla mozione.
Paul Köllensperger (Team K) ha sostenuto che la risposta a una mozione del genere presentata dall’opposizione sarebbe che “non serve a nulla”. Forse si potrebbe riattivare il progetto affidato a Francesca Polese, ma chi ha interesse a conoscere la storia del territorio può semplicemente ricorrere al proprio cellulare. interessante sarebbe spiegare al turista che in montagna non si va in infradito e che le deiezioni dei cani non vanno lasciate in giro, così come i fazzoletti di carta. La mozione pare abbastanza inutile
L’ass. Luis Walcher ha spiegato che in Alto Adige ci sono milioni di pernottamenti, e che il paesaggio ereditato viene curato dai locali. Oltre a IDM e associazioni turistiche ci sono le guide turistiche, seguendo le quali egli ha spesso sentito spiegazioni sulla storia dell’Autonomia, che suscitavano l’interesse sulla situazione della provincia da parte dei turisti. Anche nell’ambito dei maestri di sci come Wirth Anderlan capitano domande sulle peculiarità della provincia. Se si vuole approfondire, è opportuno dare questa possibilità, perché solo se si è in grado di spiegare la particolare storia altoatesina forse questa convivenza pacifica potrà essere una soluzione per le regioni da cui proviene un turista. Tanti albergatori già lo fanno, anche se ci sono turisti già ben informati. Stauder ha ricordato che quando era sindaco aveva dato spiegazioni sui nomi delle strade ai turisti; le informazioni su autonomia e storia sono necessarie, bisogna spiegare alle persone dove si trovano. Qualcuno ha detto che la mozione è inutile, ma lui ritiene che sia importante fare ulteriori passi. Messa in votazione, la mozione è stata approvata con 26 sì, 5 no e 1 astensione.
Waltraud Deeg (SVP) ha poi presentato la : La formazione e l’aggiornamento nel settore infermieristico/assistenziale devono essere in grado di affrontare le sfide del futuro, cofirmata da SVP e Partito Democratico, al fine di incaricare la Giunta provinciale di verificare (1) se e come i profili professionali e i percorsi formativi di “assistente infermiere/infermiera” già istituiti a livello statale possano essere introdotti il più rapidamente possibile anche in Alto Adige; (2) se contemporaneamente all’introduzione dei profili professionali di “assistente infermiera/infermiere”, sul modello di “operatore socio- sanitario operatrice socio-sanitaria in formazione” e “operatore socio-assistenziale/operatrice socio-assistenziale in formazione” possano essere creati anche i profili professionali di “assistente infermiere/infermiera in formazione” e possano essere previsti i posti corrispondenti. Il settore sanitario e assistenziale, ha detto Deeg, è un ambito interessante per chi desidera cambiare lavoro o per chi desidera svolgere una professione pur non avendo alle spalle un percorso di formazione tradizionale, e in particolare per coloro che hanno già acquisito in famiglia una certa esperienza in materia di assistenza. È quindi necessario facilitare a tali persone l’ingresso in questo settore professionale rafforzando la formazione parallela al lavoro vicino al luogo di residenza. Un altro passo importante verso una strategia di successo per combattere l’emergenza infermieristico/assistenziale è – come si sta delineando in tutta l’Europa e anche a livello statale – la mobilità verso l’alto attraverso l’istruzione e la formazione e la stretta collaborazione tra strutture e organizzazioni di istruzione e formazione pubbliche e private. Nella mozione si parla anche della nuova figura di assistente infermiere, ma sarebbe interessante introdurre anche i profili professionali di “assistente infermiere/a” e “assistente infermiere/a in formazione”. L’importante è che non siano inquadrati a un basso livello, ma restino sopra al quarto livello retributivo. Spesso sono le donne a fare questo lavoro, e bisogna garantire loro uno stipendio degno. Bisogna anche consentire di frequentare corsi di formazione per passare da un profilo professionale a un altro.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha fatto riferimento al tema della qualità, e ricordato che la Giunta aveva promesso di verificare il modello del Burgenland per poi adottarlo, ma questo proposito sembrava abbandonato: esso permetterebbe di dare uno stipendio a chi accudisce, ed eventualmente una formazione aggiuntiva. Un’assistente di RSA le aveva riferito che era complicato capire cosa poteva fare una o l’altra figura professionale: c’è quindi bisogno di un’ulteriore figura? E quale sarà il relativo stipendio stanti le ore di formazione? Bisognerà spostare gli altri professionisti a qualifiche superiori.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto che l’assessora gli faceva tenerezza perché avrebbe dovuto per forza approvare questa mozione che veniva dalla maggioranza, ma un’analoga mozione del suo gruppo era stata respinta. Importante è permettere alle persone di fare delle formazioni, all’epoca era stato detto che si stava già provvedendo. Bisogna vedere come rendere più attrattivi il territorio e la formazione: non sa se una nuova qualifica professionale aiuta in questo senso. Bisogna comunque pensare anche alla concorrenza, e quindi concordare deroghe sulla formazione con lo Stato, per evitare che le persone vadano altrove. Bisogna rendere attrattive le professioni di cura, anche per chi arriva da altri settori.
Sandro Repetto (Partito Democratico), cofirmatario, ha ricordato che, dati ASTAT, gli over 65 in Alto Adige sono già 115.000, e nel 2040 saranno 150.000: Deeg nel 2024 aveva già proposto di ampliare la formazione professionale per OSS e OSA, cosa approvata, e ora c’è questa nuova proposta: quello che interessa è se con nuove figure professionali si può effettivamente ampliare l’offerta di assistenza, ed è proprio quanto la mozione propone alla Giunta “di verificare”, per questo l’ha firmata.
L’ass. Hubert Messner ha chiarito che oggi ci sono 136 anziani su 100 bambini, e che nel 2050 ci saranno tantissimi anziani e pochi bambini, il che ovviamente amplia il fabbisogno di assistenza; per fortuna al momento la situazione dell’organico nella sanità altoatesina è positiva, ma c’è bisogno di un profilo professionale intermedio tra OSS e infermieri, che manca soprattutto nelle RSA. Il nuovo profilo professionale è stato deliberato nella Conferenza Stato-Regioni, e a breve si intende provvedere con una delibera di Giunta, ma ne vanno definite molto bene le mansioni. In quanto agli OSS, in 5 sedi ci sono ben 100 persone in formazione, persone che prima facevano un altro lavoro: giusto è favorire la mobilità in questo campo. Si cercherà di creare anche il corso formativo di assistente infermiere, anche se recentemente è stato presentato un ricorso al tribunale del Lazio dal sindacato infermieri. Waltraud Deeg (SVP) ha ricordato una propria esperienza di insegnamento nel 2000, a ragazze che volevano fare le infermiere o lavorare negli asili, professioni per cui ora serve una laurea: per alcune di queste alunne o di questi alunni, ottenere una laurea sarebbe un problema, anche se sono chiaramente portati per questo lavoro. In Austria lo hanno capito, tanto che si può diventare infermiere senza aver fatto l’esame di maturità. Messa in votazione, la mozione è stata approvata con 24 sì e 8 astensioni.
Josef Noggler (SVP) ha infine presentato la : Macelli in Alto Adige, cofirmata da SVP e Freie Fraktion, al fine di incaricare la Giunta provinciale (1) di sviluppare entro i prossimi sei mesi, con il coinvolgimento dei gestori dei macelli esistenti, un piano che preveda una serie di misure idonee per la nostra provincia e le relative modalità di attuazione; (2) di presentare al Consiglio provinciale questo piano che, oltre a un orientamento di base, dovrebbe includere anche un calendario attuativo strutturato con le relative scadenze; (3) di verificare se l’eventuale costruzione di un nuovo macello provinciale centrale possa essere inclusa quanto prima nel programma di opere edili della Provincia. Noggler ha ricordato che in una delle scorse sedute del Consiglio provinciale era stata respinta a maggioranza una mozione sul finanziamento dei macelli mobili, ma il problema dei macelli in Alto Adige è acuto e ancora irrisolto. Le modalità di macellazione degli animali da allevamento sono regolamentate con precisione da una norma UE, ma in Alto Adige alcuni macelli di piccole dimensioni non sono conformi a questa norma e dovrebbero essere ristrutturati, compreso il macello centrale di Bolzano, che è anche troppo grande e dovrebbe essere completamente rifatto. Anche le unità mobili di macellazione devono essere collegate a un macello. Da tempo si parla di collegare e coordinare i macelli esistenti in provincia, e la scorsa estate in Consiglio provinciale era stato detto che un gruppo di lavoro si sta occupando dell’elaborazione di soluzioni, ma a oggi ancora non si sa nulla. Noggler ha quindi annunciato di voler stralciare i punti (2) e (3) per concentrarsi sul punto (1).
Bernhard Zimmerhofer (STF) ha ritenuto che i criteri da considerare nel piano da realizzare fossero 3: trasporti brevi, uccisione senza sgozzamento, calo del consumo della carne, non solo in Italia ma anche per esempio in Germania, per motivi ambientali e di protezione degli animali.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA) ha ricordato di aver già chiesto all’assessore informazioni sull’affitto del macello di Bolzano o la previsione di realizzare un nuovo macello, ottenendo di sapere che non c’è una decisione. Questo era stato fatto notare dai contadini, e si chiedeva perché la giunta non avesse reagito.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha ringraziato per il ritiro del punto (3), perché al macello di Bolzano vengono affidati il 50% degli animali, ed è pertanto importante non dimenticare le sedi secondarie; ha chiesto poi quali macelli non sono a norma, e se si può intervenire anche attraverso i finanziamenti della Provincia.
Franz Locher (SVP), cofirmatario, ha chiarito che in Alto Adige ci sono 40 macelli, per lo più privati, e che ci sono tanti problemi nella relativa gestione. pochi sono completamente a norma, se si considerano tutte le norme. Sicuramente ci sono temi più interessanti, ma poi molti vogliono la bistecca a pranzo, e la questione del macello di Bolzano va risolta, chiarendo a chi va affidata la gestione e come è coinvolto il Comune di Bolzano: ci vuole chiarezza sul macello centrale e i piccoli macelli di paese, importati perché evitano trasporti che sono causa di molto stress.
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha ritenuto che l’ass. Walcher fosse ben consapevole dei problemi del macello di Bolzano, ha ricordato che ai tempi del vicesindaco Pichler Rolle si ragionava di un macello a metà strada tra Bolzano e Merano, si è chiesto quale fosse la linea strategica, se orientata a un macello solo, a macelli periferici o a macelli mobili.
L’ass. Luis Walcher ha ricordato i trascorsi in Giunta comunale a Bolzano e quindi la buona conoscenza del macello di Bolzano, costruito negli anni ‘70, non dal Comune, e acquistato in gran parte dalle associazioni degli allevatori. La città l’ha gestito per 20 anni, cosa complicata con 15.000 animali l’anno – altre 12.000 avvengono negli altri 7 macelli, le restanti nei 35 piccoli macelli del territorio. Secondo il servizio veterinario, ogni macello è a norma, e chi sostiene il contrario dice una falsità. Il macello di Bolzano ha avuto molti risanamenti, è stato investito 1 milione, in gran parte dalla Provincia. Dal confronto con l’Associazione agricoltori è emerso che il grande problema è che non possono essere più accettati tanti animali quanto prima; a novembre il macello di Bolzano, previsto per il numero di macellazioni degli anni ‘70, superiore a oggi, aprirà a norma, ma le procedure previste non sono ottimali per 12-15.000 macellazioni. Egli ha portato tutti i dati in Giunta, verrà fatto uno studio di fattibilità e il progetto entrerà nel programma edilizio, anche se nei prossimi anni bisognerà continuare a lavorare con la struttura attuale. Il futuro macello dovrà eseguire un numero di macellazioni congruo al fabbisogno odierno: si intende quindi costruire una struttura più piccola a nord di quella attuale, perché un macello a fianco del centro di riciclaggio non è ottimale. Il macello dagli anni 2000 viene gestito dall’Associazione piccoli allevatori, anche in futuro sarà affidato a un’associazione. I macelli in Alto Adige ci sono mancano i macellai, tanto che al momento del ricambio generazionale molti macelli privati chiudono. Josef Noggler ha chiarito che con la mozione si vuole solo sapere in quale direzione si sta andando. La mozione è stata votata per parti separate e approvata: le premesse con 26 sì, 1 no e 5 astensioni, il punto (1) con 31 sì e 1 astensione.
La sessione di lavori di settembre è terminata. Il plenum del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano torna a riunirsi il 7 ottobre. Domani NON sono previste sedute.
**MC**
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