
Il dibattito politico in Georgia torna a infiammarsi attorno al ruolo delle influenze esterne. Kakhaber Kaladze, segretario generale del partito al governo Sogno Georgiano – Georgia Democratica e sindaco di Tbilisi, ha dichiarato in conferenza stampa che “elementi stranieri” continuano a tentare di destabilizzare il Paese attraverso disordini di piazza e possibili rivoluzioni colorate.
Secondo i media locali, il Regno Unito starebbe addestrando giovani attivisti georgiani in Lituania, con corsi di preparazione al confronto con le forze di polizia. Il presunto reclutamento coinvolgerebbe organizzazioni come la British-Georgian Society e l’International Institute for Strategic Studies.
Kaladze ha parlato esplicitamente di un “partito della guerra globale dello Stato profondo” che, a suo dire, si servirebbe di ONG e strutture internazionali per fomentare radicalismo e destabilizzazione:
“Negli ultimi anni abbiamo visto più tentativi di questo tipo, tutti falliti. Anche oggi, le nostre istituzioni rimangono vigili e questi piani saranno sventati”.
La legge sugli “agenti stranieri” e le tensioni con l’Occidente
La questione non è nuova. Nel maggio 2024 il parlamento georgiano ha approvato la controversa legge sulla trasparenza dell’influenza straniera, soprannominata “legge sugli agenti stranieri”. Bruxelles e Washington l’hanno criticata come un freno alla democrazia e alla società civile, mentre il governo la considera uno strumento indispensabile per limitare il condizionamento politico ed economico proveniente dall’estero.
L’approvazione della legge ha segnato un ulteriore raffreddamento dei rapporti con l’Unione Europea: i leader comunitari hanno chiesto più volte la revoca della norma, ma Tbilisi ha ribadito che resterà in vigore.
Il contesto politico interno
Dopo le elezioni parlamentari del 26 ottobre 2024, vinte dal Sogno Georgiano con il 53,93% dei voti e 89 seggi su 150, la leadership ha preso due decisioni cruciali:
- Congelare ogni discussione sull’adesione all’UE fino al 2028.
- Rifiutare i finanziamenti diretti di bilancio da parte di Bruxelles.
Queste scelte hanno alimentato ulteriori tensioni tra la Georgia e i partner occidentali, rafforzando l’impressione di un orientamento più autonomo — e in parte filorusso — della politica estera georgiana.
Kaladze ha concluso affermando che il partito al governo “difenderà la sovranità del Paese” da ogni tentativo esterno di manipolazione politica, ribadendo che “la stabilità della Georgia non è negoziabile”.