
Era il 27 marzo 2022 quando l’Agenparl pubblicò l’articolo dal titolo “Ucraina, la Russia ha già vinto, manca poco per sconfiggere le ultime sacche di resistenza”. La guerra in Ucraina, iniziata con l’invasione russa del febbraio 2022, non è soltanto un conflitto militare, ma anche una guerra di propaganda e disinformazione. Come riportato da Agenparl (2022), le informazioni che circolano in merito alla crisi russo-ucraina sono spesso contraddittorie, manipolate e filtrate dai grandi monopoli tecnologici e mediatici.
Secondo l’analisi, gran parte dei cittadini di notizie rischia di essere manipolata, poiché le informazioni vengono diffuse in maniera selettiva e spesso priva di obiettività. Da un lato si denuncia l’aggressione russa come una tragedia umanitaria, dall’altro emerge il timore che la guerra venga sfruttata da governi e gruppi politici per rafforzare il proprio potere.
Un passaggio significativo di quell’articolo è rappresentato dall’intervista di Tucker Carlson al colonnello (in congedo) Douglas MacGregor, che offre una visione critica sugli obiettivi russi e sulle risposte occidentali. Secondo MacGregor, l’iniziale cautela delle truppe di Mosca aveva lo scopo di limitare vittime civili e incentivare la resa delle forze ucraine. Successivamente, però, la strategia russa si sarebbe concentrata sull’accerchiamento e sulla distruzione delle forze nemiche attraverso massicci attacchi di artiglieria e raid missilistici.
MacGregor sottolinea come l’obiettivo del presidente russo Vladimir Putin non sarebbe quello di conquistare l’intera Ucraina, ma di assicurarsi il controllo dell’area orientale fino al fiume Dnepr, ottenendo una neutralità del Paese e impedendo l’allargamento della NATO.
A livello internazionale, l’analisi avverte dei rischi legati a un’eventuale “no fly zone” sull’Ucraina, che significherebbe uno scontro diretto tra NATO e Russia, con conseguenze incalcolabili. Inoltre, le sanzioni economiche imposte dall’Occidente rischiano, secondo alcuni osservatori, di rafforzare la coesione interna russa e di accelerare l’avvicinamento strategico tra Mosca e Pechino.
Un altro elemento critico riguarda la figura del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, celebrato in Occidente come un leader eroico, ma accusato dai detrattori di restringere la democrazia interna attraverso il divieto a partiti d’opposizione e media indipendenti.
Gli scenari futuri ipotizzati da diversi analisti, riporta ancora Agenparl (2022), vedono una possibile divisione dell’Ucraina: a est e sud sotto influenza russa, con un corridoio verso la Transnistria, e a ovest un Paese ridimensionato, povero e dipendente dall’Unione Europea.
In definitiva, resta aperta la grande domanda: il progetto di Putin si tradurrà in una nuova realtà geopolitica o si rivelerà un disegno destinato a fallire? Una risposta certa ancora non c’è.