
Il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto che il prossimo vertice di pace sull’Ucraina si svolga in Europa, a seguito di una telefonata strategica di un’ora tra il presidente statunitense Donald Trump e diversi leader europei, tra cui Volodymyr Zelensky, Sir Keir Starmer, Friedrich Merz, Mark Rutte e Ursula von der Leyen. La conversazione, definita “molto buona” dalla presidente della Commissione UE, ha preceduto i colloqui bilaterali previsti per venerdì in Alaska tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin.
Durante la chiamata, i leader europei hanno esposto le loro condizioni per qualsiasi progresso verso la pace. Macron ha sottolineato che eventuali colloqui trilaterali con Trump, Putin e Zelensky devono svolgersi “in Europa, in un Paese neutrale accettabile per tutte le parti” e solo in presenza del presidente ucraino. “Le questioni territoriali riguardanti l’Ucraina possono essere, e saranno, negoziate solo dal presidente ucraino”, ha ribadito.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha presentato un elenco di cinque punti, chiedendo la salvaguardia degli interessi di sicurezza europei e ucraini, la presenza di Kiev al tavolo, il divieto di ulteriori cessioni territoriali, solide garanzie di sicurezza, libertà nella futura configurazione delle forze armate ucraine e la necessità di mantenere una linea negoziale coerente con la sicurezza transatlantica. Merz ha inoltre avvertito che, in caso di mancato accordo, per Putin scatterebbero nuove sanzioni.
Zelensky ha riaffermato che la Costituzione ucraina gli impedisce di cedere territori e che l’integrità territoriale non è negoziabile senza il consenso del popolo ucraino. Trump, pur ribadendo di non voler “premiare la Russia”, ha espresso frustrazione per quella che considera una rigidità eccessiva, sostenendo che uno scambio territoriale potrebbe essere parte di un accordo di pace duraturo.
Un recente sondaggio mostra che una maggioranza di ucraini ora preferirebbe negoziare la fine della guerra il prima possibile, segnando un’inversione rispetto al 2022, quando prevaleva la volontà di combattere fino alla vittoria.