(AGENPARL) - Roma, 9 Agosto 2025Alcuni vertici degli apparati di sicurezza, invece di comportarsi lealmente nei confronti delle istituzioni, sembrano parteggiare per una parte politica, seguendo indicazioni di chi li ha collocati. Il caso Almastri è emblematico e deve far riflettere il Governo, spingendolo a correre ai ripari.
Ad oggi nessuno evidenzia la responsabilità dell’AISE, che avrebbe dovuto suggerire la linea d’azione, innanzitutto facendo apporre il segreto di Stato e poi indicando il modus operandi adeguato. Per esempio, non era necessario rimpatriarlo con un aereo di Stato, ma si sarebbe potuto utilizzare un aereo privato, riducendo l’esposizione mediatica e i rischi connessi. Si è trattato di una semplice mancanza o, peggio, di una “trappola” nei confronti del Governo? Come recita un vecchio adagio, “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.
I tempi dell’ammiraglio Fulvio Martini – figura leggendaria dell’intelligence italiana – sono ormai lontani. Martini aveva costruito un apparato temuto e rispettato a livello internazionale, fondato sul merito e sulla neutralità politica. Oggi, invece, il Servizio viene spesso manovrato come una pedina, strumento di campagne mediatiche e di intrighi, rispondendo più alle esigenze del referente politico che a quelle della sicurezza nazionale.
Sotto una guida ispirata al metodo Martini, l’operazione Almastri avrebbe probabilmente raggiunto standard internazionali di eccellenza. Invece, oggi si assiste a un sistema che rincorre gli eventi anziché anticiparli, sacrificando capacità di prevenzione per una politica di facciata.
A complicare il quadro, ex agenti in pensione che oggi insegnano tecniche coperte dal segreto in corsi pubblici, riducendo un tempo preziosa riservatezza a un optional da manuale. Un paradosso che alimenta il disorientamento e mina la credibilità del settore.
La conclusione amara è che i vertici dell’AISE dovrebbero essere azzerati e il servizio riformato, liberandolo da un’eccessiva sudditanza verso il politico di riferimento e restituendogli indipendenza e autorevolezza.
