
Un nuovo atto offensivo ha colpito oggi il Consolato Generale della Slovenia a Trieste, dove ignoti hanno affisso un cartello con la scritta:
“Consolato della corruzione”.
Si tratta del secondo episodio simile in pochi giorni, dopo che martedì un altro cartello con un contenuto fortemente razzista e offensivo — “Consolato degli Slavi di merda” — era stato apposto sullo stesso ingresso, generando sgomento e condanne unanimi.
Secondo quanto riferito da Television Slovenia (TVS), le forze dell’ordine italiane hanno già rintracciato i responsabili dell’atto odierno, ma non sono ancora noti i dettagli sull’identità e le eventuali motivazioni degli autori.
Condanna unanime delle istituzioni
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. La Presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, ha ribadito la sua condanna netta e inequivocabile, definendo l’atto come un attacco inaccettabile non solo alle istituzioni slovene, ma anche alla comunità nazionale slovena autoctona presente in Italia.
Alle sue parole si sono unite anche le voci del presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che hanno espresso solidarietà alle autorità slovene e condanna per ogni forma di odio e provocazione etnica.
Una tensione da non sottovalutare
L’episodio si inserisce in un contesto delicato di relazioni transfrontaliere, dove la presenza della minoranza slovena in Italia rappresenta un elemento storico e culturale fondamentale, che dovrebbe essere tutelato e rispettato.
Azioni di questo tipo rischiano invece di inquinare il clima di convivenza e collaborazione, proprio in un momento in cui le relazioni bilaterali tra Italia e Slovenia — anche in ambito europeo — stanno affrontando sfide politiche e diplomatiche complesse.
Le indagini proseguono, mentre il Consolato sloveno ha rafforzato la propria collaborazione con le autorità italiane per prevenire ulteriori atti simili.