
La mancanza di una legge sulla proprietà statale nella Federazione della Bosnia-Erzegovina sta causando gravi problemi di gestione del territorio e blocchi significativi nello sviluppo economico e infrastrutturale, in particolare nei cantoni dell’Erzegovina. Gli ispettori dell’Ispettorato Forestale Federale, dopo aver visitato il Cantone 10 e il Cantone Erzegovina-Neretva, hanno definito la situazione “fuori controllo”.
Durante le ispezioni, sono emersi casi in cui centinaia di ettari di foresta statale sono stati abbattuti per far spazio a impianti fotovoltaici e parchi eolici, senza autorizzazioni legali valide per la conversione del terreno.
A Tomislav-Grad, la società TOMKUP ha ricevuto un’autorizzazione per disboscare 13,2 ettari per costruire il parco eolico di Baljci, su un campo di concessione di 844 ettari. Il permesso è stato rilasciato senza il consenso delle autorità federali, basandosi su una legge cantonale sulla silvicoltura non riconosciuta a livello federale.
In tre località nella zona di Mostar, sono stati già disboscati oltre 100 ettari per impianti solari, senza alcun permesso di cambio d’uso del terreno da forestale a edificabile. La proprietà risulta ufficialmente statale, gestita dalla società Šume Herceg-Bosne, attualmente in fallimento.
“Non ci risulta che siano stati annullati contratti di concessione, nonostante le violazioni gravi”, si legge nel rapporto ispettivo.
Anche nei comuni di Čitluk, Stolac, Neum e Čapljina, si sono verificati abbattimenti su larga scala per la costruzione di impianti solari. I permessi sono stati rilasciati dal Ministero dell’Economia del Consiglio nazionale croato (HNS) sulla base della Legge sulle concessioni, ma senza una cornice legale chiara, i progetti sono a rischio.
La paralisi legale e istituzionale
Il blocco delle cessioni di terreni statali, ordinato dall’Alto Rappresentante, ha avuto un impatto devastante sull’economia locale. A Mostar, progetti come la centrale solare da 50 MW sono fermi, con gravi perdite per il bilancio cittadino. Il sindaco Mario Kordić ha denunciato la situazione al capo dell’OHR, Mirko Zambelli, sottolineando che lo sviluppo della città è bloccato.
“Finché non verrà adottata una legge sulla proprietà statale, tutto resterà paralizzato. Gli investitori se ne vanno, i fondi non arrivano, e la popolazione resta senza opportunità”, ha dichiarato Kordić.
Il disegno di legge sul patrimonio statale: un nodo politico
La Presidenza della Bosnia-Erzegovina ha inviato al Parlamento un disegno di legge sulla proprietà statale. Denis Bećirović e Željko Komšić si sono espressi a favore, mentre Željka Cvijanović ha votato contro. Il disegno, che stabilisce che lo Stato è titolare di tutti i beni immobili pubblici, è bloccato a causa della mancanza di consenso politico.
La proposta stabilisce inoltre che ogni modifica delle registrazioni catastali dopo il 1° marzo 1992 è priva di valore giuridico se effettuata senza approvazione statale. Solo lo Stato può decidere su vendite, affitti o concessioni dei beni pubblici, e i ricavi dovrebbero essere destinati a riforme, occupazione e infrastrutture.