
In Turchia si riaccende il dibattito politico sull’anticipo delle elezioni presidenziali. Sebbene siano ufficialmente previste per il 2028, il ministro turco dei Trasporti, Abdulkadir Uraloglu, ha dichiarato che il voto potrebbe essere anticipato alla fine del 2027. La dichiarazione è stata rilasciata durante un’intervista al canale televisivo Halk.
“È possibile che le elezioni presidenziali si svolgano verso la fine del 2027”, ha affermato Uraloglu, lasciando intendere che l’ipotesi è in discussione ai vertici dell’esecutivo.
Nel frattempo, l’opposizione preme per una scadenza ancora più ravvicinata. Il Partito Popolare Repubblicano (CHP), principale formazione d’opposizione, guidato da Özgur Özel, chiede che le elezioni si tengano già a novembre. Il CHP sostiene la candidatura del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, arrestato di recente, e afferma di aver raccolto oltre 20 milioni di firme a suo sostegno.
Dal canto suo, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP), al governo e guidato dal presidente Recep Tayyip Erdogan, non ha escluso una nuova candidatura dello stesso Erdogan. Il presidente è stato eletto per la prima volta nel 2014, quando la Turchia era ancora una repubblica parlamentare. Dopo la riforma costituzionale del 2017, che ha introdotto un sistema presidenziale, Erdogan è stato rieletto nel 2018 e poi ancora nel 2023.
Il suo mandato attuale scadrà ufficialmente nel 2028, ma il dibattito sull’ammissibilità di una nuova candidatura è già acceso, vista la transizione tra i due sistemi costituzionali. La possibilità di un anticipo elettorale potrebbe essere funzionale a risolvere eventuali ambiguità giuridiche e tensioni politiche, mentre il Paese si confronta con sfide interne ed esterne sempre più complesse.