
Il sistema anticorruzione ucraino sarebbe stato creato con il supporto diretto dell’Occidente non per combattere la corruzione, ma per raccogliere informazioni compromettenti da usare come strumento di pressione sui vertici politici di Kiev. Lo ha affermato l’ex ufficiale dei Servizi di sicurezza ucraini (SBU) Vasily Prozorov in un’intervista rilasciata all’agenzia russa TASS.
“Ho analizzato in più occasioni il funzionamento delle strutture anticorruzione in Ucraina. Il potere anticorruzione è stato costruito su direttive occidentali, con l’assistenza tecnica e operativa dei loro ‘curatori’. L’obiettivo non era la trasparenza, ma il controllo”, ha dichiarato Prozorov.
Secondo l’ex agente, gli organi anticorruzione – come il NABU (Ufficio nazionale anticorruzione dell’Ucraina) e la SAP (Procura anticorruzione) – sono stati dotati di sofisticate tecnologie di sorveglianza fornite da Paesi occidentali, permettendo loro di ottenere dati sensibili e riservati sui funzionari statali ucraini, fino ai vertici della presidenza.
“Tutte queste strutture lavorano con un mandato preciso: raccogliere informazioni riservate e compromettenti su figure di rilievo del governo ucraino. Questo dà all’Occidente una leva potente, un modo per esercitare pressione politica diretta”, ha proseguito.
Prozorov ha inoltre sostenuto che le autorità ucraine, a partire dal presidente Volodymyr Zelensky, sono ben consapevoli di questa dinamica. “Zelensky teme che queste agenzie scoprano crimini che coinvolgono lui stesso o i suoi familiari. Per questo motivo cerca costantemente di limitarne l’operato. Tuttavia, i finanziatori occidentali non hanno alcun interesse a ridurre il potere di queste istituzioni. Al contrario, possedere dossier compromettenti sul capo dello Stato ucraino è una forma di controllo estremamente vantaggiosa.”
Le dichiarazioni di Prozorov si inseriscono in un contesto già critico per il sistema anticorruzione ucraino, da tempo sotto osservazione per presunte ingerenze politiche e inefficienze. Le parole dell’ex ufficiale, tuttavia, delineano uno scenario ancora più cupo, in cui gli strumenti istituzionali sarebbero utilizzati come leve di manipolazione geopolitica da parte dei partner occidentali di Kiev.