
Prosegue l’approfondimento sulla gestione della Fondazione Grande Oriente d’Italia ETS, con un focus sul modo in cui sono stati effettivamente impiegati i ricavi degli esercizi 2022 e 2023, evidenziando un marcato squilibrio tra le entrate accumulate e le spese destinate a scopi istituzionali.
Se la capacità di raccogliere fondi è notevole, lo stesso non si può dire dell’impiego di tali risorse per scopi istituzionali. Analizzando le uscite della Fondazione, colpisce il disequilibrio tra l’entità dei ricavi annuali e la modesta entità delle spese sostenute per attività di solidarietà, cultura o beneficenza. Ad esempio, nel 2023 a fronte di entrate per circa 2,46 milioni €, le spese totali ammontano ad appena 424.800 € – pari a meno di un quinto dei ricavi. Similmente nel 2022: circa 275 mila € di costi contro 2,47 milioni di ricavi. Il risultato è che ogni anno la Fondazione ha accumulato avanzi di gestione enormi: +2,03 milioni € nel 2023, +2,18 milioni € nel 2022. Tali surplus si sono tradotti in un rapido aumento del patrimonio netto dell’ente, passato da 4,86 milioni a fine 2022 a quasi 6,89 milioni a fine 2023.
Ma come vengono spesi, nel dettaglio, i soldi usciti dalle casse? I bilanci indicano principalmente costi di struttura e oneri figurativi, mentre risultano esigue le somme erogate per progetti esterni. La gran parte delle spese 2022-2023 ricade in poche voci: anzitutto gli ammortamenti (oltre 145 mila € nel 2022 e 224 mila € nel 2023), ossia la quota annuale di deprezzamento del patrimonio immobiliare. Si tratta di un costo contabilmente rilevante ma che non corrisponde a un’uscita monetaria – il valore dell’edificio Villa del Vascello viene ripartito negli anni, ma la Fondazione non esborsa effettivamente denaro per questo. Al netto degli ammortamenti, le spese operative sono davvero minime: intorno a 65 mila € l’anno per attività di supporto generale nel 2023 (servizi generali, utenze, personale, etc.), più circa 103 mila € di oneri legati al patrimonio (manutenzioni, imposte sugli immobili). La voce “personale” appare modesta o nulla – la Fondazione potrebbe non avere dipendenti, limitandosi a rimborsi o consulenze occasionali.
Diversamente, mancano all’appello significative uscite per finalità filantropiche. Nei rendiconti ufficiali fino al 2023 non figurano somme rilevanti destinate a borse di studio, donazioni a terzi o organizzazione di eventi benefici – se presenti, tali attività hanno avuto un impatto economico trascurabile. Un caso emblematico è quello delle borse di studio: nel 2022 la Fondazione annunciò l’istituzione di una borsa intitolata alla prof.ssa Letizia Pierucci Mondina, rivolta a studenti meritevoli. Tuttavia, non risultano indicazioni nei bilanci di erogazioni effettive legate a questo progetto nell’anno successivo. Analogamente, il GOI e la Fondazione organizzano eventi culturali (convegni, visite guidate, presentazioni di libri), ma i costi associati a tali iniziative paiono inglobati nei modesti “servizi” da poche decine di migliaia di euro l’anno. Donazioni caritatevoli dirette – ad esempio contributi a vittime di calamità, progetti sociali esterni – non sono specificamente rendicontate.
In sostanza, fino al 2023 la Fondazione ha speso pochissimo rispetto a quanto incassato, accrescendo il proprio patrimonio più che distribuire risorse in opere di solidarietà. Questa tendenza si è invertita nel 2024, quando – come detto – l’ente ha registrato un disavanzo significativo (dissipando oltre 1,5 milioni di patrimonio). È presumibile che in quell’anno siano state finanziate iniziative o trasferimenti straordinari, ma la destinazione esatta di tali fondi non è trasparente dai documenti disponibili. Potrebbe trattarsi di una combinazione di maggiori spese interne e di prime consistenti erogazioni a terzi, ma senza un bilancio sociale dettagliato o comunicazioni pubbliche sulle attività finanziate nel 2024, resta il dubbio. Ciò che resta è il dato macroscopico: la Fondazione GOI, pur essendo formalmente un ente benefico (“finalità di solidarietà sociale” recita lo statuto), ha finora devoluto solo una piccola frazione dei propri mezzi in interventi a favore della collettività, mantenendo accantonate la gran parte delle sue entrate.
Conclusioni provvisorie
Il profilo emergente mostra un ente che ha accumulato rilevanti surplus patrimoniali e ha destinato solo una parte minima delle risorse alle finalità dichiarate. Solo nel 2024 è comparso un utilizzo significativo di risorse, ma senza trasparenza sulla loro destinazione.
Nella quarta e ultima parte di questa serie si approfondiranno:
- il patrimonio immobiliare: estensione, localizzazione e modalità d’uso;
- la governance interna, i processi di selezione e controllo dei partner;
- criteri e trasparenza nella gestione degli asset;
- il reale impatto delle attività dell’ente in rapporto allo statuto.
Firmato,
Basilio Valentino